Devil May Cry: reinventare Dante...all'italiana

Devil May Cry: reinventare Dante...all'italiana

Abbiamo provato i primi livelli di gioco del nuovo reboot di Devil May Cry, ridisegnato dall'artista italiano Alessandro Taini, che si è ispirato a Caravaggio. Ecco le nostre sensazioni sull'hack and slash beat 'em up che arriverà il 15 gennaio su PlayStation 3 e Xbox 360, e successivamente su PC.

di pubblicato il nel canale Videogames
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Concorrenza e perdita di smalto

DMC era stata una rivoluzione del genere e, come sempre in questi casi, aveva aperto la strada a una folta schiera di emulatori. Quello dell’hack ‘n’ slash ‘spettacolare’, è così diventato uno dei generi di videogioco più inflazionati nel primo decennio del 2000.

Dopo quattro capitoli - e numerosi spin-off trasversali a più media -, la serie di Capcom ha cominciato ad accusare qualche battuta d’arresto: in particolare il quarto capitolo della saga, il primo pensato specificamente per le console di nuova generazione, si era rivelato sottotono. Poco ispirato artisticamente, si basava su soluzioni di gameplay abbastanza abusate. Pur ricevendo buone valutazioni, infatti, DMC 4 aveva reso lampante la necessità di esplorare nuove strade, per non perdere ulteriore terreno.

Capcom non è sempre ricettiva, quando i fan muovono critiche alle sue serie ‘storiche’ (qualcuno ha detto Resident Evil 6?!). Ma in questo caso ha preso una serie di decisioni coraggiose. Per prima cosa, il gioco è stato esternalizzato, finendo nella mani di Ninja Theory (team occidentale, quindi), scelto dopo l’ottimo lavoro svolto su Heavenly Sword (hack ‘n’ slash blockbuster su PS3). E poi si è deciso di effettuare un vero e proprio reboot. Sia narrativo, sia stilistico.

Il ‘vecchio’ Dante era considerato un po’ troppo ‘pacchiano’: per ritrovare lo smalto perduto, il cacciatore di demoni più aggressivo della storia, avrebbe dovuto assumere uno stile più credibile, per quanto sempre esagerato, strafottente e sbruffone.

Questa riscrittura ha richiesto 3 lunghi anni di prove e bozzetti. Ed ha coinvolto un artista italiano, Alessandro Taini. La mente dietro il nuovo Dante.

 
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