Fable III: la fragile epopea di un Regno
Lionhead Studios aggiorna nuovamente il suo classico gioco di ruolo, inserendo finalmente le caratteristiche che aveva promesso già in passato. È riuscita finalmente a creare un gioco con il sufficiente livello di complessità?
di Stefano Carnevali pubblicato il 02 Novembre 2010 nel canale VideogamesLa gestione dell'avventura
Molto interessante la decisione di Lionhead di portare all’estremo la semplificazione gestionale di un RPG, solitamente caratterizzata da complessi menu di statistiche, upgrade e sblocchi. In Fable III tutto è visivo e semplicissimo: si guadagna esperienza facendo qualsiasi cosa, incamerando sigilli. Questi possono essere spesi per migliorare tutte le nostre caratteristiche: dalla magia, alle armi. Il tutto non avviene attraverso complessi menu, ma attraverso la strada per il trono, un nebbioso sentiero a cui è possibile accedere dal Santuario (la ‘base’ dell’eroe). La strada è costellata di cancelli (che si apriranno dopo il superamento di terminate missioni) e di forzieri (in cui sono custoditi gli upgrade del nostro eroe), che potremo aprire ‘consumando’ i sigilli dell’eroe (punti esperienza) collezionati durante l’avventura.
La gestione del nostro impero economico, invece, avverrà in modo similare a quanto già visto in Fable II: saremo in grado, progressivamente, di acquistare edifici e attività commerciali un po’ in tutta Albion. Questo aspetto del gioco, rivestirà un ruolo particolarmente importante soprattutto una volta saliti al trono, visto che le finanze statali potranno essere ripianate attraverso ‘iniezioni’ di denaro proveniente dal nostro patrimonio privato.
Le finanze statali, come tutta la gestione del regno, si controllano in modo limitatissimo: solamente attraverso le decisioni prese nella sala del trono. Il lato ‘gestionale’ del governo, come detto è in realtà molto molto ridotto. Per quanto le decisioni prese nella sala del trono vadano a toccare le vicende più disparate, in realtà tutto verte attorno all’oro. Di fatto, come sappiamo, dopo un anno di regno, Albion dovrà fronteggiare una dura prova. Per arrivare preparati all’appuntamento e limitare i danni - nonostante si parli di armamenti, risorse e addestramenti – dovremo solamente tenere sotto controllo il livello del tesoro statale, unico indicatore della forza e della preparazione del nostro regno. Sarebbe comunque un sistema – per quanto molto sbrigativo - interessante se non si incorresse in uno dei maggiori difetti di Fable III. Difatti, durante l’anno di regno, il tempo scorrerà soltanto quando avremo completato tutte le parti di una singola ‘giornata’ da Re: la storia, insomma, progredirà solo quando avremo effettuato tutti gli arbitrati e le missioni d’azione presupposte dal segmento temporale che stiamo giocando. In questo modo, potremo procrastinare all’infinito lo scorrere del tempo. Così avremo tutto il tempo di far crescere l’oro nel nostro patrimonio privato, per poi riversarlo nelle case statali. In questo modo non avremo mai la necessità di prendere – in sede governativa – decisioni impopolari ma redditizie. Grazie al patrimonio privato potremo non far mancare nulla allo Stato e, al contempo, essere Sovrani amatissimi e popolari! Certo il mordente del gioco, grazie a questo stratagemma, crolla.
Lo splendore di Albion
Dal punto di vista tecnico, Fable III si difende molto bene: il livello di dettaglio è sensibilmente cresciuto rispetto al capitolo precedente della Saga. Costumi e ambientazioni sono davvero realizzati bene, così come le armi (che evolvono dinamicamente anche nell’aspetto, in base a come le utilizziamo) e le magie (interessante il modo di combinare diversi incantesimi).
Anche la colonna sonora è dinamica e ben realizzata: le musiche sono perfettamente aderenti alle situazioni e seguono con precisione l’evolversi di combattimenti ed esplorazioni.
Ci sono comunque delle imprecisioni grafiche fastidiose, come le texture che appaiono molto lentamente ad arricchire gli scenari, dopo ogni caricamento. Molto più grave è il fatto che il tanto decantato touch system… non funziona! Prendendo chiunque per mano, basterà effettuare una breve corsa o salire delle scale per perdere il contatto con il PNG. Magicamente, poi, quando arresteremo la nostra corsa, il nostro ‘amico’ ci raggiungerà e stringerà nuovamente la nostra mano, come se non se ne fosse mai andato.