Ritorna il re. Provato Street Fighter IV
Abbiamo avuto modo di provare una versione beta di Street Fighter IV a poche settimane dal lancio del picchiaduro più atteso. Impressioni, gameplay, analisi dei personaggi e un videoarticolo.
di Stefano Carnevali pubblicato il 05 Febbraio 2009 nel canale VideogamesTecnica
C’è tanto in movimento sullo sfondo (i ferrovieri che si allontanano lungo i vagoni, i ricchi passeggeri della nave che discorrono, tifano e bevono, i lavoratori della distilleria che si lamentano per il disturbo causato dalla lotta…) e qualcosa risente persino delle scosse telluriche causate dai lottatori (per esempio delle botti accatastate, nella distilleria, rotoleranno rovinosamente a terra, qualora i fighters mettano in atto colpi particolarmente pesanti in loro prossimità). Anche i giochi di luce (in particolar modo nel tempio orientale) fanno un lavoro egregio.
Ma quello che sbalordisce sono i lottatori. La scelta stilistica operata da SFIV è peculiare. Anzitutto i personaggi sono in vero 3d, nonostante possano (per fortuna, azzarderei!) muoversi solo nelle care e ‘classiche’ 2 dimensioni tradizionali. Questo significa che essi sono davvero ‘profondi’ e vivi’: restituiscono una clamorosa ‘presenza’. Ci sono, sono solidi e massici sul terreno di gioco. Credibili e rifiniti nei minimi dettagli, negli infinitesimali ‘movimenti d’assestamento’ che tutti i loro corpi compiono ad ogni passo, nella pletora di espressioni che i loro volti assumono, a seguito di ogni azione compiuta da loro stessi come dagli avversari (provate a guardare il terrore che traspare dagli occhi di un Blanka qualsiasi, quando la telecamera ruota e il suo avversario sta effettuando una finisher).
Lo stile con cui sono rappresentati è, di nuovo, particolare: a fronte di un effetto ‘matita-pastello’ che potrebbe ricordare il cartoonesco, pulito e freddo cel-shading, i corpi dei lottatori di SFIV sono massicci, le proporzioni anche eccessive, i contorni e le linee dei muscoli sono marcate, nere e pesanti. Bello. Forte, vivido. Forse un po’ eccessivo: i personaggi appaiono un po’ troppo compatti ed esplosivi. Ma ci sta: il nuovo corso ‘pompato’ dei fighters è implementato con coerenza, per cui, dopo uno scotto iniziale, convince.
Qualche incertezza si rileva solo nelle collisioni: in alcuni frangenti arti e corpi dei lottatori si compenetrano e, a causa del 3d e della massa dei fighters, il calcolo di tempi e distanze si complica leggermente rispetto a quello che avviene nei capitoli ‘tradizionali’ della serie. A conti fatti, però, l’adattamento a questa nuova ‘potenza visiva’ è uno sforzo da fare assolutamente.