Un'authority sui videogiochi dopo il caso Rule of Rose

Il thriller psicologico per PlayStation 2 ha destato un vespaio di polemiche nel nostro paese. C'è anche chi parla di un'authority sui videogiochi.
di Rosario Grasso pubblicata il 15 Novembre 2006, alle 14:26 nel canale VideogamesPlaystationSony
Prima di riportare quanto accaduto e le posizioni di coloro che sono intervenuti nel dibattito, riteniamo opportuno descrivere le caratteristiche principali del gioco. Rule of Rose è un'avventura psicologica con i toni classici del thriller e dell'horror. E' ambientata negli anni '30 in Inghilterra, mentre la protagonista è una ragazza di 19 anni chiamata Jennifer. La ragazza viene tenuta prigioniera in un orfanotrofio da un gruppo di bambine conosciuto con il nome di The Aristocracy of the Red Crayon.
L'obiettivo del giocatore è quello di fuggire dall'orfanotrofio e riguardagnarsi la libertà. La storia è raccontata perlopiù da sequenze pre-renderizzate, le quali compredono sequenze horror con scene di violenza, di sadomasochismo, di lesbismo. L'organo di classificazione paneuropeo PEGI ha vietato Rule of Rose ai minori di 16 anni.
La questione è nata in seguito alle dichiarazioni rilasciate dal Sindaco di Roma Walter Veltroni. Secondo Veltroni il gioco "non deve entrare nelle case degli italiani" perché "i nostri giovani vivono in un'epoca difficile, nella quale la violenza è presente ogni giorno sui media. I ragazzi più giovani dovrebbero essere protetti dalla violenza".
Panorma ha dedicato la copertina del numero andato in edicola il 10 novembre a Rule of Rose. Il titolo scelto per l'occasione è il discutibile "Vince chi seppellisce viva la bambina", il quale si riferisce ad una sequenza del gioco in cui viene sepolta viva una bambina. L'articolo su Panorama è stato fortemente contrastato dall'Associazione Editori Software Videoludico Italiana (AESVI), la quale invita a non generalizzare da un singolo prodotto a tutto il mercato videoludico.
Il Ministro della Giustizia Clemente Mastella si è espresso sulla possibile instaurazione di un'authority sui videogiochi. Il Ministro ha, infatti, annunciato che il governo si muoverà per "un controllo preventivo" che impedisca ai minori di entrare in possesso di videogiochi violenti. "Anche io sono indignato per il livello di efferatezza di questi videogiochi in mano ai bambini", afferma Mastella. "Non c'é bisogno di dosi massicce di orrore per farli divertire. I più giovani hanno diritto a vivere al riparo dalle violenze".
Rule of Rose è stato prodotto da Sony e distribuito dalla stessa azienda in Giappone. In passato lo stesso direttore della divisione italiana di Sony, Corrado Buonanno, aveva dichiarato: "Probabilmente il senso di cosa è accettabile in Europa è differente rispetto al Giappone. Per cui per quest'ultima nazione non abbiamo sentito la necessità di bloccare la produzione e la distribuzione del gioco".
D'altronde, Sony non ha distribuito direttamente Rule of Rose neanche in altri territori. Per gli Stati Uniti se ne è occupata, infatti, Atlus, mentre per Regno Unito e Italia è incaricata 505 Gamestreet. L'uscita italiana, adesso bloccata come abbiamo visto nel corso della news, era precedentemente prevista per il 24 novembre.
172 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoE dovevano scriverci a caratteri CUBITALI sulla copertina DESTINATO AD UN PUBBLICO ADULTO.
Ci saremmo evitati i commenti di politici e giornalisti da 4 soldi...
Le solite c@zz@te
1) è già stato clessificato over 162) ci sono film molto più violenti in prima fascia, a cominciare dai tanto osannati western di Leone
3) authority? Buahahahaha
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