Un'authority sui videogiochi dopo il caso Rule of Rose

Il thriller psicologico per PlayStation 2 ha destato un vespaio di polemiche nel nostro paese. C'è anche chi parla di un'authority sui videogiochi.
di Rosario Grasso pubblicata il 15 Novembre 2006, alle 14:26 nel canale VideogamesPlaystationSony
172 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoincuriosito mi sono messo a cercare, e forse ne ho beccata una decente, fatta da un appasionato di survival horror, che lo giocò alla sua uscita nel paese del Sol levante. Tiè beccati il link http://forumgamesradar.futuregamer....ad.php?t=334879 (occhio che è moolto lunga)
Inevitabilmente mi tocca ripetermi:
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Se volete discutere dell'indulto, peraltro prendendo un po' di dati e non generalizzazioni, la sezione è "OT-Politica".
Se volete indignarvi per la infinita capacità di giornalisti e "grande opinione pubblica" (quindi i politici seguono a ruota) di diffondere allarmismi senza conoscenza dell'argomento, mantenendo il dovuto decoro, potete farlo qui.
Non sarebbe male fare seguire qualche azione civile a tanta indignazione, se leggete giornali, procuratevi il loro indirizzo della posta e scrivete il vostro, educato parere, stesso dicasi per i vostri politici di riferimento.
Solo non trasformate questo thread in un calderone di luoghi comuni senza seguito, altrimenti non ci differenziamo in nulla dai giornalisti. Grazie.
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Siamo già alla prima ammonizione.
Sarà la paternità che mi ha portato ad avere la visione delle cose in maniera diversa.
è un tuo diritto, e non credo c'entri molto la paternità, fermo restando (IMHO) il diritto per un artista di rappresentare artisticamente (quindi fingendo) tutto il rappresentabile, comprese rappresentazioni violente verso i minori, questo ovviamente a patto che reali minori non ne prendano parte (quindi niente film).
Apocalypse Now.
(ti bannerebbi solo per lo svarione!
Diciamo che è una ottima osservazione " il contesto ". Naturalmente i problemi della società sono molto seri, un videogioco non sposta le cose. Però per non andare troppo off topic e concentrandoci sui videogiochi io faccio questo raginamento:
Compro questo titolo perché mi piace simulare la guida ad altissime velocità, provo Call of duty per avere una sensazione più viva di cosa hanno provato quei poveracci dei nostri nonni, ecc... Sostanzialmente prima di acquistare un videogioco penso a quali emozioni può "donarmi" ma quando mi soffermo su questo titolo:
Che ragionamento dovrei fare, che reazione dovrei avere ?
Che poi questo particolare gioco contenga scene scabrose in cui appaiono dei bambini che cambia? In una recensione che ho letto allo scoppiare del caso si sottolinea benissimo come i bambini vengano usati in maniera prettamente estetica, ma con indole adulta e che proprio questo è il motore scatenante dello stato d'ansia che il gioco induce. Ora, a prescindere dai tecnicismi della sceneggiatura del gioco, trovo immensamente più degradante sentire ogni giorno il telegiornale che spara ad alzo zero cose allucinanti, i nostri politici parlare di cose che nemmeno loro capiscono o seguire con ansia l'elezione della schedina-velina-va*ina di turno.
E poi se vogliamo dirla tutta, Il Padrino è un film veramente molto violento, lo si regalerebbe ad un bambino? Io non credo. Allo stesso modo RoR è un gioco violento e contiene delle scene "disturbanti" lo si dovrebbe regalare ad un bambino? Io credo proprio di no.
L'importante è informarsi prima di fare qualcosa, non voglio che qualcuno mi dica a priori che una cosa non la posso fare perchè mi "disturberebbe".
Comunque non mi piace definire artista una persona che crea un videogioco con questa tematica.
E' come creare un videogioco, per fare un esempio, sull'abbattimento delle foche in Canada per la loro pelle.
nei film è assente la componente "attiva" (interattiva direi) di chi usa il media, questo influisce sull'immedesimazione?
nei film è assente la componente "attiva" (interattiva direi) di chi usa il media, questo influisce sull'immedesimazione?
Gli stessi ragionamenti che si fanno andando a vedere al cinema "Shining" o "Misery non deve morire".
Stiamo parlando di mondi e situazioni finzionali e, no, la componente "attiva" (o "role taking"
La questione è che la tutela dei minori troppo spesso confonde il "contenuto" con "l'esposizione al contenuto".
Si ritiene, erroneamente, che un minore (tra l'altro, a 16 anni parliamo di un minore che si presume già dotato di sufficienti capacità cognitive da separare finzione e realtà
La realtà è che il minore esposto *prolungatamente* a contenuti *fantastici* può esserne influenzato. Questo vale per qualsiasi genere di contenuto e, alla data di oggi, nessuna proposta politica è mai andata in questa direzione... anzi, STIAMO andando a ritroso.
Non si levano, infatti, altrettante voci quando si tratta di notare che l'esposizione prolungata (anche 4-6 ore) a "contenitori pubblicitari" INFLUENZA i giovani nella loro "acquisizione di modelli", che si traduce poi in "propensione all'acquisto".
Ma restando nel campo videoludico: più che l'etichetta "VM18" o "l'authority" occorrerebbe una etichetta, su ogni gioco: "Cari genitori, dopo 2 ore di gioco al giorno MANDATE a spasso il ragazzo. Siate responsabili."
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