Microsoft può disabilitare i giochi pirata su Windows 10

La società ha aggiornato i Microsoft Services Agreement, con una modifica che dà alla società la possibilità di disabilitare i giochi installati illecitamente su una macchina
di Nino Grasso pubblicata il 17 Agosto 2015, alle 17:01 nel canale VideogamesMicrosoftWindows
Gli utenti cosiddetti "avvocati della privacy" hanno avuto parecchio di cui discutere con il rilascio di Windows 10. Il nuovo sistema operativo manda informazioni a Microsoft con le impostazioni di default, attiva una modalità di condivisione della password delle proprie reti Wi-Fi e forza gli aggiornamenti automatici sui sistemi in uso. A queste critiche, negli scorsi giorni se n'è aggiunta una nuova, proveniente originariamente dal sito Alphr.
La fonte ha specificato che Microsoft ha aggiornato il proprio Services Agreement, un documento che l'utente di solito accetta senza nemmeno prestargli attenzione. E' sostanzialmente un accordo fra Microsoft e l'utente, che copre i servizi e le applicazioni della società (ad esempio Skype e Xbox Live) e che nello specifico riguarda quanto viene eseguito su Windows 10. Qui si legge che Microsoft può disabilitare software e hardware in uso a propria discrezione.
Di seguito riportiamo la nuova sezione: "Potremmo controllare automaticamente la versione del software e scaricare gli aggiornamenti software o cambiamenti di configurazione, inclusi quelli che impediscono di accedere ai servizi, eseguire videogiochi contraffatti, o utilizzare periferiche hardware contraffatte non autorizzate", recita così la Sezione 7b relativa ad Xbox e Xbox Live.
Sembra quindi che Microsoft si arroghi il diritto di scansionare costantemente i sistemi in cui è installato il suo sistema operativo per assicurarsi che non ci siano versioni contraffatte del software o dell'hardware. Si tratta di un modo d'operare usato da anni su Xbox e che Microsoft espande sulla carta anche su PC, in cui potrà disabilitare ad esempio i controller Xbox One e 360 con modifiche.
Al momento non è chiaro se le novità riguardino anche il software non appartenente alla categoria dei videogiochi, anche se c'è parecchio scetticismo circa l'applicabilità su PC di un controllo così capillare. L'ecosistema è enormemente più vasto rispetto a quello della console di Redmond, ed ipotetici controlli a tappeto sui sistemi Windows 10 sembrano difficili da portare a compimento su vasta scala.
Ad oggi non è stato riportato alcun gioco "disabilitato" da remoto da Microsoft su Windows 10, ed è probabile che non ne sentiremo parlare ancora per molto tempo. Certo è che Windows 10 non è stato accolto calorosamente dai succitati avvocati della privacy, soprattutto per quella sua attitudine a dialogare con i server Microsoft anche quando l'utente specifica una preferenza diversa, e le novità dell'EULA potrebbero allontanare ancor più tali utenti dal nuovo sistema operativo.
92 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNon sto rimpiangendo MINIMAMENTE la migrazione a Debian fatta quando uscì Win8, avevo visto giusto che era solo l'inizio della fine.
Al 95% (numero completamente casuale ma garantito al limone) è una buffonata e glie la craccano.
Sì lo so che ora col TPM è più difficile, ma lo sento nella pancia che la craccano brutalmente lo stesso.
"[I]Windows 10 non è stato accolto calorosamente dai succitati avvocati della privacy, soprattutto per quella sua attitudine a dialogare con i server Microsoft anche quando l'utente specifica una preferenza diversa, e le novità dell'EULA potrebbero allontanare ancor più tali utenti dal nuovo sistema operativo.[/I]"
Non mi sembra simpatico affibbiare nomignoli "irridenti" (avvocati della privacy) ad una categoria di utenti che, a ragion veduta e dati alla mano, ha espresso critiche al nuovo S.O. MSN. Tanto più che stiamo parlando di una fetta enorme di utenti, comprensiva anche di molti che hanno comunque apprezzato W10, che ha, in misura diversa, espresso perplessità relativamente alle violazioni della privacy.
Mi sembra una ancora più grave caduta di stile accomunare chi ha espresso critiche alla nuova politica di "trattamento dei dati", a quella di chi è solito utilizzare programmi pirata.
Confido in una dovuta rettifica.
"Dialogare con i server Microsoft" non è una violazione della privacy.
Non tanto quanto lo sia "dialogare con i server Facebook" o "dialogare con i server Google" o "dialogare con i server Apple".
Parlare di privacy o presumere una qualche violazione, senza specificare il contenuto non ha alcun senso, specie se parliamo di licenze che la maggior parte delle volte non vengono lette ma accettate dall'utente finale.
Dov'è la violazione?
Tanto vale suicidarsi se non c'è via di scampo no?
Tanto tra rettiliani e scie chimiche
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