La Cina pone fine al divieto: console da gioco legali in tutta la nazione

Dopo 15 anni di "ban", i vari produttori potranno produrre e vendere console da gioco in tutta la nazione cinese, e non solo nella free trade zone di Shangai
di Nino Grasso pubblicata il 27 Luglio 2015, alle 10:49 nel canale VideogamesNintendoMicrosoftSony
La Cina sta finalmente rivedendo la sua posizione sul ban delle vendite di console in tutta la nazione che perdura da circa 15 anni. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, che cita il Ministro della Cultura del paese asiatico, Sony, Nintendo e Microsoft - fra le altre società che si occupano del settore - potranno produrre e vendere console da gioco in qualsiasi località dello stato cinese.
La vendita delle console di gioco è stata vietata nel 2000 a causa - almeno ufficialmente - delle paure circa l'effetto negativo sulla salute mentale dei bambini e del loro sviluppo fisico. Lo scorso anno, la Cina aveva già eliminato il ban nella zona di libero scambio di Shangai, una piccola area sperimentale di poco meno di 20 chilometri quadrati. Un esperimento che secondo il ministro cinese può finalmente essere espanso in tutto il paese.
Ed è così che continua il percorso di liberalizzazione del paese asiatico, che ritorna a confrontarsi con le tecnologie estere in ambito gaming: "Per noi è una grande notizia", ha commentato un portavoce di Sony, che ha confermato l'impegno della società nel mercato cinese. Un mercato enorme che apre innumerevoli possibilità ai produttori e agli sviluppatori che in Cina hanno dovuto affrontare evidenti ostacoli negli scorsi 15 anni.
Secondo le stime di Newzoo BV, il mercato videoludico cinese è un giro di affari di circa 22,2 miliardi, per un trend in crescita del 23% dall'anno precedente. È chiaro che le novità svelate dal Ministro della Cultura - che comunque erano già nell'aria da tempo - potranno incrementare ulteriormente l'impatto dell'enorme mercato cinese nel fatturato globale del settore, a tutto vantaggio di Sony, Microsoft e Nintendo, che potranno sfruttare un potenziale mercato di più di un miliardo di teste.
9 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoArrestare, anche di poco, lo sviluppo della Cina è imperativo se vogliamo sopravvivere.
Era un controsenso allucinante... Dato che avevano già gli internet cafè dove la gente si fotte il cervello su wow o qualche altro giochino orientale dei loro.
Oh, l'occidente è in caduta libera (neanche decadenza) da decenni.
Anche no! Lo sviluppo della Cina era previsto da anni:
fase 1 fabbrica del mondo che avrebbe dato una scossa alle economie medio-forti, cambiando comunque il mondo nel male ma anche nel bene
fase 2 trasformazione da fabbrica mondiale a grande e vorace consumatore
Piccolo dettaglio della fase 2: questo implica un enorme mercato del lusso e in questo l'Italia è uno dei leader (mobili bellissimi, vestiti, auto, cibo, design, ecc...).
L'Italia nei prossimi anni avrà da guadagnarci tantissimo ma per questo deve riuscire però a vincere la sfida col passato e col presente, ossia non morire e riuscire a darsi delle riforme per rilanciarsi.
Sfida che purtroppo ancora è sulla carta... finchè non avremo la merda al collo, ma sul serio, sappiamo bene che noi non ci smuoviamo. Sfigati!
Seeee
Ma non diciamo stupidate.
http://www.economist.com/blogs/econ...ist-explains-17
Secondo te i ricchi Cinesi (e ce ne sono parecchi, visto chei lreddito è molto concentrato) si comprano le imitazioni?
Il consumatore medio cinese vuole i prodotti originali ed è disposto a pagarli.
Le "contraffazioni" servono soprattutto per il mercato estero.
In ogni caso, in Italia siamo stati leader per anni in questo genere di prodotti, non farei tanto il "purista" oggi, se se siamo passati in secondo piano
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".