Intel rimuove la sua pubblicità su Gamasutra, ma fa marcia indietro

Intel rimuove la sua pubblicità su Gamasutra, ma fa marcia indietro

È stata coinvolta nel cosiddetto GamerGate, ovvero la polemica che è divampata negli Stati Uniti a proposito di sessismo ed etica giornalistica nel mondo dei videogiochi.

di pubblicata il , alle 09:42 nel canale Videogames
Intel
 

Dopo aver subito le pressioni di un sempre più irritabile pubblico videoludico, Intel ha rimosso i suoi messaggi pubblicitari dal sito di gaming Gamasutra. I giocatori hanno protestato perché si sono detti sconvolti da un articolo della giornalista Leigh Alexander che prendeva le difese delle donne nel contesto gaming.

Il più grande produttore di microprocessori del mondo è stato etichettato come "anti-femminista" e questo lo ha indotto a pubblicare delle scuse ufficiali per il messaggio che aveva contribuito a far diffondere, seppure in maniera non volontaria.

"Consideriamo con grande attenzione il feedback dei nostri clienti", si legge nel messaggio di scuse di Intel. "Abbiamo deciso di interrompere la nostra campagna pubblicitaria sul sito di gaming Gamasutra. Ci rendiamo conto che in questo modo abbiamo creato inavvertitamente la percezione che stiamo in qualche modo prendendo posizione in un dibattito che diventa sempre più duro all'interno della comunità dei giocatori. Non era nostra intenzione, e non è il caso".

"Quando si parla di uguaglianza tra uomini e donne, vogliamo essere molto chiari: Intel crede che gli uomini e le donne debbano essere trattati allo stesso modo. Le pari opportunità sono parte integrante della nostra strategia aziendale e questo riguarda anche la nostra forza lavoro. Rispettiamo il diritto di ciascuno di avere le proprie credenze e i propri valori personali, ma Intel non supporta alcuna organizzazione o movimento che discrimina le donne. Ci scusiamo, e siamo profondamente dispiaciuti se abbiamo offeso qualcuno".

Gamasutra, la Alexander e Intel sono coinvolti in un acceso dibattito che è letteralmente divampato negli Stati Uniti nelle ultime settimane. A causa dei rapidi cambiamenti del mondo della tecnologia e di internet, i giocatori sono diventati sempre più esigenti e col passare del tempo hanno finito per assumere delle posizioni estreme, molto spesso in contrasto con quelle del mondo dei produttori o dei giornalisti. Sui social si moltiplicano i messaggi di odio e, nonostante l'intervento di diverse personalità di spicco, come abbiamo riportato già in passato, la polemica non accenna a placarsi, anzi diventa sempre più dura.

All'interno del dibattito si parla animatamente anche del ruolo della donna all'interno del gaming. Spesso disegnate semplicemente come oggetto del desiderio all'interno dei videogiochi, le donne vengono discriminate anche a livello di opportunità lavorative nel settore. In un mondo in rapido cambiamento, le donne stanno per diventare un pubblico di riferimento per molti produttori di videogiochi.

Nel suo articolo la Alexander critica il predominio dei maschi nella cultura del gaming. L'articolo, inoltre, ha il seguente provocatorio titolo: "I giocatori non devono essere il vostro pubblico. I giocatori sono finiti". Secondo la giornalista, ormai tutti sono dei giocatori, per cui non ha più senso creare delle categorie. Quel termine, per lei, ha perso significato.

Solamente i "giovani arrabbiati" possono essere ormai considerati facenti parte della categoria dei giocatori. La Alexander evidentemente sta criticando la tendenza alla protesta facile e all'astio che ormai contraddistingue il settore, che ovviamente non può per niente essere supportato da chi ama ancora i videogiochi. C'è chi vuole giocare in pace e non è interessato a essere giudicato o criticato per i propri gusti videoludici.

"Gamer è solo un'etichetta anacronistica che la maggior parte delle persone non usa più. I gamer non esistono più, ed ecco perché protestano così tanto e con così tanto astio", conclude la Alexander nel suo articolo.

È come se certi giocatori rivendicassero il diritto di essere considerati più importanti, o più abili, semplicemente perché hanno iniziato a giocare per primi. Ma il mondo del gaming non appartiene solamente a loro, ormai ha mille sfaccettature, ed è giusto che chiunque possa giocare ai titoli che preferisce senza essere etichettato o perseguitato sui social.

Dopo la pubblicazione dell'articolo, i sostenitori della #GamerGate hanno lanciato una campagna contro le aziende che fanno pubblicità sui siti web che accolgono le istanze come quella della Alexander. E questo ha portato Intel a pubblicare il messaggio che abbiamo prima riportato. Ma dopo la presa di posizione di Intel c'è stata una contro-campagna a difesa della Alexander e contro Intel, secondo la quale i sostenitori della #GamerGate avrebbero frainteso il senso dell'articolo pubblicato da Gamasutra. Intel ha dovuto pubblicare un secondo messaggio di scuse.

40 Commenti
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Notturnia06 Ottobre 2014, 09:52 #1
questi gamer sono folli..
ad ogni modo.. cercare una scusa puerile per fare polemica è veramente da bambini..

ci sono persone che non hanno altro scopo nella vita che protestare.. se uno dice una cosa è sbagliato.. se dice l'opposto è sbagliato.. se non dice sbaglia lo stesso..

l'importante è dimostrare il proprio dissenso.. mi ricorda il bastian contrario dei puffi.. "io odioooo...."
cignox106 Ottobre 2014, 10:01 #2
O sono lento io, o non ho assolutamente capito il perché delle accuse verso Intel, il perché del messaggio di scuse, e cosa centra Intel con l'articolo.

Detto questo, i giocatori che si lamentano della 'diffusione e democraticizzazione dei videogiochi' devono rassegnarsi: é successo ai 'lettori' (con l'alfabetizzazione) e a tanti altri campi.
Capisco peró le loro istanze, quando si lamentano del tipo di giochi prodotti a causa di questo cambiamento.
Pubblico piú ampio significa, come per il cinema, che il gioco deve 'accontentare un pó tutti'. inoltre, significa anche un pubblico mediamente meno esigente.
alex906 Ottobre 2014, 10:07 #3
Originariamente inviato da: cignox1
O sono lento io, o non ho assolutamente capito il perché delle accuse verso Intel, il perché del messaggio di scuse, e cosa centra Intel con l'articolo.


Speravo di leggere un commento del genere: anch'io non ho capito un'acca di quello che è successo... che articolo fatto male
s12a06 Ottobre 2014, 10:32 #4
Per chi non ha seguito la vicenda Gamergate (giornalisti inclusi eh) il tutto risulta probabilmente di difficile comprensione. Purtroppo il politically correct impedisce una corretta ed imparziale informazione in tal senso. Roba che ad indagare un attimino è da mettersi le mani nei capelli.
Lanzus06 Ottobre 2014, 10:42 #5
Originariamente inviato da: alex9
Speravo di leggere un commento del genere: anch'io non ho capito un'acca di quello che è successo... che articolo fatto male


E siamo in 3 allora. L'articolo di Hupgrade non aiuta affatto a capire una questione gia fumusa di suo.
hibone06 Ottobre 2014, 10:51 #6
Originariamente inviato da: Lanzus
E siamo in 3 allora. L'articolo di Hupgrade non aiuta affatto a capire una questione gia fumusa di suo.


Siamo in 4...
Goofy Goober06 Ottobre 2014, 10:51 #7
Originariamente inviato da: s12a
Per chi non ha seguito la vicenda Gamergate (giornalisti inclusi eh) il tutto risulta probabilmente di difficile comprensione. Purtroppo il politically correct impedisce una corretta ed imparziale informazione in tal senso. Roba che ad indagare un attimino è da mettersi le mani nei capelli.


Puoi illuminarci?
Perchè mi pare di aver capito il "succo" del discorso, ma non perchè ha generato tanto macello.

Cioè, se il tutto il discorso si riassume a dire che definire "gamer" chi gioca non ha più senso, perchè tanto "tutti" giocano o con un giochino sul cellulare o con solitario sul pc, ok, è un parere di una giornalista, mi pare che non debba diventare una legge assoluta

Se invece dietro c'è altro, che ha causato tutto il marasma, vorrei capire di che si tratta
koni06 Ottobre 2014, 11:06 #8
da quello che ho capito io : da una parte c'è chi punta sulle pari opportunità ( tipo imporre un numero minimo di donne e roba simile ) tipo intel e altre società e dall'altra parte c'è chi dice che la differenza la fanno i risultati sulle competizioni e non e di conseguenza il peso femminile è molto basso

la questione è nata dal fatto che adesso si viene considerato giocatore o gamer anche se uno gioca a candu crash , criminal intent ( giochi di facebook ) oppure a lol cod che sono giochi per pc e console
Z80Fan06 Ottobre 2014, 11:13 #9
Originariamente inviato da: Goofy Goober
Se invece dietro c'è altro, che ha causato tutto il marasma, vorrei capire di che si tratta


Una spiegazione dettagliata è molto complicata, però si può fare un riassunto dei principali avvenimenti (nota: questo è un riassunto MOLTO riassunto, tralascia varie cose che hanno contribuito alla creazione di GamerGate):

In sostanza, il 28 Agosto svariate riviste online che trattano di videogiochi hanno pubblicato svariati articoli stranamente simili tra loro, a meno di 24 ore di distanza tra loro; uno di questi è proprio l'articolo di Gamasutra citato.

Oltre alla vicinanza temporale, questi articoli si assomigliano per forti parole contro i cosidetti "gamers" (intendendo con questa parola i "gaming enthusiast", chiamandoli "people who are okay with an infantilized cultural desert of shitty behavior", "lonely basement kids", "These obtuse shitslingers, these wailing hyper-consumers, these childish internet-arguers" (e questo solo nell'articolo di Gamasutra!).

Questa presa di posizione estrema da parte della "gaming press" (le riviste online di videogiochi), ha fatto girare le palle ai gamers (= gaming enthusiasts) che si son visti così all'improvviso esser attaccati e chiamati sessisti (a causa di altre controvery tra cui la cosidetta Quinnspiracy, dove una sviluppatrice di videogiochi è "andata a letto" con vari giornalisti per guadagnarsi review, avvenimento fortemente criticato dai gamers).
Così vari gamers si sono messi insieme e sotto il nome di GamerGate hanno "combattuto" per riavere un'etica giornalistica in quelle riviste che in qualche modo dovrebbero rappresentarli.

Poichè i "giornalisti" di queste riviste continuavano a insultarli gratuitamente (letteralmente; basta andare a leggere un po' di tweet anche della stessa Leigh Alexander per rendersi conto che gentaglia sono questi "giornalisti" secondo l'"operazione" Disrespectful Nod, molti gamers hanno cominciato a inviare mail alle varie case produttrici che sponsorizzavano questi siti per mostrare il loro dissenso.
Fino ad adesso, solo Intel ha risposto rimuovendo la sponsorizzazione a Gamasutra, e, come fatto verso i gamer, tutte queste riviste online si sono messe a insultare Intel e a chiamarli "sessisti" (una parola che a loro piace molto usare).


Questo è un po' il riassunto che ha portato a questa notizia su Intel (che non ha per niente fatto "marcia indietro", cisto che comunque la sponsorizzazione a Gamasutra l'hanno tolta sicuramente), però GamerGate comprende molte altre cose e ci sono moltri altri dettagli che hanno portato all'"incazzatura" dei gamer, come la precedentemente menzionata Quinnspiracy e i video di Anita Sarkeesian.

A chi è interessato indagare la cosa, sia preparato a leggere MOLTO (e in inglese ovviamente) e può trovare un'ottimo riassunto con prove fotografiche e video a questo indirizzo:
http://knowyourmeme.com/memes/events/gamergate
Purtroppo knowyourmeme.com è l'unico dei molti siti rimasti "imparziali" e che non si legano totalmente alla narrativa della gaming press; Wikipedia ad esempio è completamente di parte a causa di vari troll tra gli editor e l'obbligo che ha tra le regole a citare solo le "fonti autorevoli", il che rimuove la possibilità di presentare tutte quelle prove che vengono fatte da Youtubers o bloggers vari.
Lanzus06 Ottobre 2014, 11:16 #10
Originariamente inviato da: koni
da quello che ho capito io : da una parte c'è chi punta sulle pari opportunità ( tipo imporre un numero minimo di donne e roba simile ) tipo intel e altre società e dall'altra parte c'è chi dice che la differenza la fanno i risultati sulle competizioni e non e di conseguenza il peso femminile è molto basso

Beh imporre un numero minimo di donne all'interno di certi contesti non è discriminatorio tanto quanto non averne per scelta ? Sia nei confronti della donna che viene etichettata implicitamente come incapace di crearsi una carriera da se in quanto femmina e per gli uomini che si vedrebbero sorpassare da una donna solo per via del sesso ...

la questione è nata dal fatto che adesso si viene considerato giocatore o gamer anche se uno gioca a candu crash , criminal intent ( giochi di facebook ) oppure a lol cod che sono giochi per pc e console


E cosa centra la questione di genere in tutto questo ?

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