Ghostwire: Tokyo, a caccia di fantasmi nella metropoli giapponese - Anteprima
Abbiamo dato uno sguardo ravvicinato a Ghostwire Tokyo, in occasione di un evento hands-off organizzato da Bethesda e dallo sviluppatore Tango Gameworks. È stata l'occasione per fare la conoscenza Akito e KK, protagonisti di un action/adventure dalle tinte horror che propone un innovativo approccio al gameplay ed un comparto artistico di primo livello.
di Pasquale Fusco pubblicata il 04 Febbraio 2022, alle 16:01 nel canale VideogamesBethesdaPlaystationSteam
Sin dal suo reveal all'E3 del 2019, Ghostwire: Tokyo si è contraddistinto come uno dei titoli più originali del recente catalogo Bethesda. Come altre produzioni tripla-A, anche l'atipico horror di Tango Gameworks ha subito un importante ritardo a causa dell'emergenza sanitaria, ma il team nipponico ha approfittato del tempo extra per raffinare la formula di gioco e dar vita, così, a un'inquietante Tokyo invasa da fantasmi e spiriti maligni. Con la regia di Kenji Kimura e la supervisione di Shinji Mikami (Resident Evil), l'action/adventure si appresta finalmente a sbarcare su PC e PlayStation 5 - console, quest'ultima, che godrà dell'esclusività temporale.
A poco più di due mesi dal lancio programmato per il 25 marzo, abbiamo assistito ad una presentazione a porte chiuse di Ghostwire: Tokyo con nuovi trailer e una lunga demo gameplay tratta dalla versione Beta del gioco. Trattandosi di un evento hands-off non abbiamo potuto provare con mano il titolo, ma quanto visto ci ha permesso di farci un'idea decisamente più chiara delle novità messe in campo dagli sviluppatori di The Evil Within e del lavoro svolto sul fronte ludico e su quello artistico. Ci sono i presupposti per uno dei giochi rivelazione del 2022.
Akito e KK contro una Tokyo infestata
Lo showcase preparato da Bethesda è stato inaugurato da un inedito trailer dedicato alla storia di Ghostwire: Tokyo. Vediamo dunque in azione il giovane protagonista Akito, impegnato nella disperata battaglia contro il misterioso Hannya e il suo esercito spiritico. Sullo sfondo c'è la metropoli di Tokyo che, a causa di un enigmatico cataclisma innescato dallo stesso Hannya, perde tutti i suoi abitanti in un istante: al loro posto, esseri sovrannaturali noti come Visitatori invadono le strade della città. Essendo uno degli ultimi umani rimasti in vita, Akito ha il compito di liberare la capitale giapponese sventando i piani apocalittici dell'antagonista mascherato.
Akito non lotterà da solo, perché al suo fianco troviamo KK, ex cacciatore di fantasmi che è stato appena tramutato in spirito: il suo spettro si legherà al corpo di Akito conferendogli poteri ultraterreni, quanto basta per poter inaugurare una nuova caccia. Con un approccio narrativo che richiama il più noto L'Ombra di Mordor - dove il protagonista Talion viene affiancato dallo spirito di Celebrimbor - i due partiranno all'esplorazione di una Tokyo infestata per affrontare i luogotenenti di Hannya ed eliminare le minacce invisibili che si annidano nella città.
Mettendo momentaneamente da parte storia e setting, sul fronte prettamente ludico Ghostwire: Tokyo si presenta come un intrigante action/adventure che combina adrenalinici combattimenti in prima persona con un'esplorazione non lineare di un mondo vasto e ricco di segreti.
Impossibile non restare quantomeno colpiti dal combat system: dopo aver accolto lo spirito di KK, Akito può imbracciare i suoi poteri eterei e brandire, così, elementi come fuoco, vento e acqua. Sullo schermo, questo si traduce in scenografiche mosse che richiamano i mudra del Kuji Kiri e in devastanti attacchi mirati ad esporre il 'cuore' dello spirito preso di mira. All'apparenza le tecniche della cosiddetta Tessitura Eterea, che nel corso dell'avventura diventeranno sempre più sofisticate, sembrano richiedere grande precisione e una certa padronanza del sistema di comandi.
La presentazione ci ha permesso di assaporare i primi minuti dell'avventura, rigorosamente single player. Vediamo Akito utilizzare un talismano (katashiro) per assorbire gli spiriti dei cittadini colpiti da Hannya, spiriti che potranno essere 'riconvertiti' in forma umana tramite uno speciale congegno nascosto in una comunissima cabina telefonica. Tra un esorcismo e l'altro, il giocatore potrà rifornirsi presso alcuni negozi di Tokyo gestiti dagli yōkai - dai nekomata, per essere più precisi - che vendono altri katashiro e scorte di cibo con cui riacquisire la salute persa. Altri NPC alleati faranno la loro comparsa durante l'avventura per assistere Akito nel suo viaggio.
Indagando sulla figura di Hannya e sulla misteriosa nebbia che ha tramutato le persone in fantasmi, Akito troverà un arco dalle proprietà mistiche, arma che potrà utilizzare negli scontri con i Visitatori e, in particolare, durante le sezioni stealth della campagna; nell'ultimo showcase di Sony abbiamo infatti visto come un vulnerabile Akito sprovvisto di poteri abbia fatto affidamento su arco e frecce per farsi strada tra i nemici e ricongiungersi con KK. Gli sviluppatori non hanno mostrato altre armi, ma non escluderemmo la presenza di ulteriori strumenti da impiegare in battaglia.
Un'altra abilità molto utile è la Visione Spettrale, la quale permetterà al protagonista di ripercorrere le tracce lasciate dagli spiriti e risolvere alcuni degli enigmi che lo separano dal prossimo obiettivo. Enigmi che si celano in parte nelle abitazioni e nei grandi edifici di Tokyo, il cui aspetto verrà alterato per lasciare spazio a varchi spaziotemporali e a fenomeni altrettanto terrificanti. In questi frangenti Akito verrà catapultato in sezioni platform più o meno intense dove sarà costretto a utilizzare i suoi poteri per rivelare la presenza di eventuali spiriti maligni.
A metà tra horror folkloristico e action ultramoderno
Le contorte sezioni esplorative ambientate all'interno degli edifici mettono in luce un level design più innovativo di quanto avessimo pronosticato. Dalle intricate sezioni platform che terranno occupati Akito e KK si passerà nuovamente alla libera esplorazione dello scenario urbano, che si sviluppa tanto in orizzontale - tra le strade e i vicoli dei quartieri di Toyko - quanto in verticale. Sfruttando i poteri di KK (e alcuni appigli di fortuna) potremo infatti raggiungere la sommità dei palazzi, dove troveremo altri Visitatori e yōkai benevoli disposti a offrirci i loro poteri.
Alcune aree di Tokyo saranno inaccessibili a causa dell'elevata presenza di Visitatori. L'obiettivo secondario di Akito è dunque quello di liberare queste zone - che si concentrano nei pressi dei santuari - eliminando i Visitatori e, infine, purificando i portali torii. In tali frangenti ci saranno feroci battaglie, occasione che sfrutteremo per memorizzare i pattern dei mostri più pericolosi e anticiparne gli attacchi con la Tessitura Eterea. Nutriamo qualche perplessità in merito alla varietà dei Visitatori, corrispondenti a pochi distintivi gruppi di nemici, ma è probabile che Tango abbia riservato qualche sorpresa per le fasi più avanzate della campagna.
Aguzzando la vista sull'ambientazione non si può fare a meno di notare l'intrigante contrasto generato dall'incontro tra modernità e folklore. Gli scenari più iconici di Tokyo, dai palazzi cromati di Shibuya ai bellissimi santuari della città, sono stati ricreati in maniera realistica e innestati in un autentico teatro dell'orrore: le strade sono popolate da entità dalle sembianze mostruose, creature ispirate sia dai racconti popolari giapponesi che dai creepypasta nati su internet.
Inequivocabile il riferimento al famoso Slender Man incarnato dagli inquietanti uomini d'affari che passeggiano per le strade impugnando un ombrello. Akito si scontrerà anche con gli spriti di alcune studentesse senza testa e con una donna dalla pelle diafana che impugna un enorme paio di forbici insanguinate. Per il design dei Visitatori, gli artisti di Tango hanno preso a modello le stampe degli Ukiyo-e dove sono rappresentati yūrei, yōkai e altre creature dell'esoterismo orientale.
Per ammissione del game director Kenji Kimura, altre influenze provengono dalla letteratura occidentale. Per la scrittura e la realizzazione del mondo di gioco, il team di sviluppo si è lasciato ispirare da opere quali Faust di Goethe, Transito di Connie Willis e Brain Valley di Hideaki Sena. Grandi contributi arrivano anche dal mondo del cinema e da quello dei fumetti, con accenni al film di fantascienza Solaris di Andrej Tarkovskij e ai manga del gruppo CLAMP, come X e Tokyo Babylon. Per la colonna sonora, che purtroppo non abbiamo potuto assaporare appieno, il team ha riarrangiato brani e composizioni della musica tradizionale giapponese.
Per quanto derivativo, il comparto artistico si conferma uno dei punti di forza di Ghostwire: Tokyo, seguito direttamente dal frenetico gameplay. Il mondo di gioco e l'ipnotica atmosfera della metropoli giapponese sono supportati da un lavoro grafico di buona fattura, ma che non definiremmo perfetto. I modelli dei personaggi sono piuttosto realistici, ma non brillano di dettagli e mostrano spesso il fianco ad una scarsa espressività facciale. Con qualche dubbio legato alla resa di luci e ombre, siamo comunque rimasti colpiti dai vivaci effetti particellari - vedere Akito esibirsi nella Tessitura Eterea è una gioia per gli occhi - così come ci hanno sbalordito molte delle animazioni che muovono il protagonista e i mostruosi Visitatori.
Ribadiamo che la build mostrata durante la presentazione dedicata alla stampa corrisponde a una Beta. Gli sviluppatori sostengono di essere nelle fasi finali della produzione e sono dunque impegnati nella rifinitura del gioco e nella pulizia degli eventuali bug. Nel più recente showcase di Sony abbiamo visto Ghostwire: Tokyo in azione su PS5: sulla console next-gen di Sony, il titolo di Tango gira a 60 fotogrammi al secondo in 4K, con supporto al ray tracing, ma attenderemo l'hands-on per poter analizzare questi aspetti. Gli sviluppatori promettono il pieno supporto al controller DualSense e alle sue feature, come il feedback aptico e i grilletti adattivi.
Prima di rimandare le nostre opinioni approfondite alla prova con mano, possiamo ritenerci soddisfatti del primo incontro ravvicinato con Ghostwire: Tokyo. Non ci è dato conoscere la bontà e la profondità del comparto narrativo, ma la Tokyo rivisitata da Tango Gameworks è a dir poco invitante. Il gameplay si presenta in forma smagliante e invita il giocatore a sperimentare le meccaniche di un combat system dinamico e, all'apparenza, estremamente divertente. Il gioco brilla dal punto di vista artistico, evidenziando non pochi punti di contatto con la tradizione giapponese e la pop culture occidentale, e fa il suo dovere sul fronte tecnico, pur senza stupire.
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