Denuncia Bethesda dopo aver perso moglie e lavoro a causa di Fallout 4

Un gamer residente in Siberia ha denunciato Bethesda, accusandola di avergli procurato assuefazione tramite Fallout 4, e di conseguenza portandolo a perdere moglie e lavoro.
di Rosario Grasso pubblicata il 22 Dicembre 2015, alle 12:31 nel canale VideogamesBethesdaFallout
60 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoQuesto qui ha giocato per più di 4-5 giorni, altro che 19 ore.
Tornando al tizio che si è fatto lasciare dalla moglie, coglione.
Sei libero di fare quello che ti pare in questo mondo.
Però anche copulare per certi individui è deleterio.
L'equilibrio paga l'eccesso no .
Innanzitutto praticamente ogni produzione culturale può avere effetti "devianti" su personalità sensibili o deboli. Fin dalla notte dei tempi abbiamo cronache di persone che in contemplazione di una statua si lasciavano morire e lettori o studiosi che nella foga di accumulare letture perdevano infine gli affetti, la ricchezza o la salute.
Leggende o biografie che fossero, il significato è lo stesso: l'uomo può diventare dipendente anche dall'immateriale o immaginifico.
Questo peraltro è sempre venuto comodissimo ai censori che usavano quel caso su diecimila per attaccare il mezzo d'espressione al momento a loro scomodo. Normalmente esaltando invece i pregi di un altro mezzo di espressione che, qualche secolo prima, qualcun'altro aveva stigmatizzato, esaltando i pregi di eccetera, eccetera...
PERO'
Il problema NON è la produzione di endorfine, altrimenti dovremmo mettere in guardia dalla lettura e dall'ascolto di musica.
Il problema NON è neanche il sistema di reward, altrimenti dovremmo proibire il lavoro e, in genere, qualsiasi attività competitiva o sociale basata sul confronto e sulla esplicitazione di obiettivi.
Il problema E' LA COSTRUZIONE DI UN FALSO IMMAGINARIO.
L'unico dovere della legge e di uno stato è proteggere le persone da falsi immaginari: la pubblicità del fumo è stata vietata perchè nascondendo i danni da dipendenza proponeva un falso immaginario in cui fumare rende "adulti di successo". La pubblicità dell'alcool dovrebbe essere vietata sulla base dello stesso presupposto.
E DOVREBBE ESSERE VIETATISSIMA(*) la pubblicità dei giochi di azzardo in cui, NON VIENE detto "gioca che ti diverti", ma "gioca e la tua vita migliora (soldi, vacanze, casa nuova)".
Alla "naturale" assuefazione da attività stimolante, viene aggiunto un immaginario fraudolento che ha presa sopratutto sulle persone meno "radicate".
Per i videogiochi (almeno fino ad ora), come per libri, musica o film, ancora non è così: la promozione è "questo ti divertirà". Poi magari non succede perchè il prodotto è una zozzeria... ma questo è un altro discorso.
Ma dal punto di vista giuridico ogni videogioco già si mette al sicuro con il doveroso disclaimer "attenzione, l'esposizione prolungata può causare a soggetti sensibili epilessia o altri problemi di salute" e tanto basta perchè persino un giudice siberiano (detta con rispetto), cassi la richiesta di questa persona.
Esiste, grazie al cielo, ancora il concetto di "responsabilità individuale" del proprio benessere.
(*) caro Bisio e caro Totti, ma andatevene un po' a...
Il falso immaginario come concetto lo condivido ma è una falsa causa.
Generalmente sulle cause dei falsi immaginari non puoi mettere
delle regole altrimenti il mondo finisce.
Io preferisco scegliere i falsi immaginari.Nessuno di questi mi portano alla rovina. Non è facile perché le tentazioni sono tante ma è possibilissimo.
Se il falso immaginario del gioco per vincere ha una grandissima probabilità di portarmi alla rovina me lo tolgo dalla testa.
Spesso e volentieri e meno male dipende dall'individuo non dal falso immaginario. Il potere ce l'ho io non il falso immaginario.
Però non tutti sono come il sottoscritto e quindi sono ancora d'accordo con te
che ci dovrebbero essere delle regole per i soggetti più sensibili.
Nella stagione di FIFA 14 l'ho praticamente divorato, non esisteva altro.
Fortunatamente è stato un anno e basta, svegliarsi un'ora prima la mattina per comprare perché "eh è alle sette di mattina che si fanno gli affari sul mercato, compri la mattina presto a poco e poi rivendi la sera a prezzo maggiorato" ti fa sembrare un mona agli occhi di chi ai videogiochi non è interessato, ma la soddisfazione che hai quando a fine stagione arrivi con una cifra mostruosa... Ovviamente ho sperperato tutto comprando pacchetti, perché tanto la valuta che hai accumuloato un FUT non te la puoi (giustamente, sottolineo) portare dietro nel FUT dell'anno dopo.
Se sai quando smettere è divertente e basta, magari alcuni ti guardano come se fossi un asociale quando stai attaccato al telefono per vedere le aste sull'app ma la cosa muore lì.
Se non sai quando smettere, invece, diventa pericoloso.
Sotto Natale tra cene con gli amici, pranzi con la donna, coi parenti, con vattelapesca, due o tre giorni via all'ultimo senza PC (ma solo perché hai un portatile che non proprio non ce la fa a far girare FIFA come si deve) quando torni il controller (tastiera/gamepad o, nei casi di dipendenza acuta, volante/cloche) ti guarda minaccioso come per dire "embè, azzardati a farlo un'altra volta e chiedo la separazione eh"...
puzza molto di leggenda metropolitana
Verissimo.
Si ma lui doveva soffrire di eccessiva precocità. Anche per questo la moglie lo ha lasciato...
@zem: discorso interessante il tuo ma c'è il problema che il cosidetto falso immaginario è studiato per influenzare (raggirare) le menti più deboli (e c'è ne sono tante) e tecnicamente è un vero e proprio reato.
Sono d'accordo che bisogna essere attenti a porre delle regole eccessivamente restrittive su temi potenzialmente delicati ma nei casi indicati da Cerbert è evidente una sorta di silenziosa velenosità permessa per svariate ragioni, quasi tutte di nature economiche.
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".