Cerchi un corso di laurea dedicato ai videogiochi? Ecco la soluzione che fa per te

Cerchi un corso di laurea dedicato ai videogiochi? Ecco la soluzione che fa per te

L'Università degli Studi di Milano e AESVI hanno presentato oggi alla stampa New Game Designer 2014, l'evento che si svolgerà martedì 1° luglio in Statale dedicato al mondo dei videogames.

di pubblicata il , alle 17:31 nel canale Videogames
 
32 Commenti
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KuWa29 Giugno 2014, 12:27 #31
Originariamente inviato da: Antonio23
due sono le cose: ho hai scelto il lavoro sbagliato oppure hai fatto la laurea sbagliata. e c'è sempre la terza opzione, ovvero che non era *necessario* per te proseguire gli studi...

i lavori che ho fatto io gente non laureata non li avrebbe mai potuti fare...


vuol dire che lavorare in un service provider non e' attinente all'informatica? e non mi hanno preso di certo perche sono laureato
hibone02 Luglio 2014, 18:16 #32
Originariamente inviato da: Raghnar-The coWolf-
Se esistono sfigati e bamboccioni è un problema. Il fatto che esistino è un problema.


Perchè?
Se uno paga le tasse per stare dentro un'università che problema crea?

Se qualcuno si sente insultato è un problema suo e magari è stato punto nel vivo.


Se uno insulta a gratis, chi viene insultato si sente insultato. Anche questo è un dato di fatto, non è autosuggestione.

Esistono sfigati, esistono i bamboccioni. Sono tanti. Non sono tutti quelli che hanno 28 anni e vivono a casa di mamma ancora iscritti a un corso di laurea, ma sono molti fra quelli. Questo è un dato di fatto.


Nessuno lo nega.

Questo non significa che i laureati siano troppi, e tantomeno che la soluzione sia il numero chiuso.


Anche che i laureati siano troppi, è un dato di fatto.


Significa che ci vorrebbe più serietà da parte dei giovani Italiani nell'affrontare la vita. E questo, date le statistiche, è un altro dato di fatto.


Nessuno lo mette in discussione.


Se la gente non riesce a superare un esame in anni, esame che altre persone superano (se ci sono percentuali troppo basse di promossi ti fanno il culo, e questo è un problema fra l'altro), forse non è il suo mestiere e forse è davvero uno sfigato. Ma no, è tutto colpa della società e dei poteri forti...

nessuno dice "è tutta colpa della società", sto dicendo che ci sono tante casistiche che non sono generalizzabili, come invece è stato fatto.

Questa fa molto, molto ridere.
Fra tutte le professioni allettanti che potevo scegliere, comprese quelle non o mediamente classificate, ho scelto proprio il ricercatore che è decisamente la meno soddisfacente dai punti di vista che guardano le persone medie: soldi e tempo libero.
L'ho scelta per motivi miei, ovvero perché vedo questo lavoro come una missione, non certo perché è professionalmente allettante dato che, lavorando meno, guadagnavo di più a 18 anni che con un futuro brillante ipotetico posto di ricercatore confermato in Italia.


Anche sostenere di aver scelto un lavoro per spirito di abnegazione non è male. Sei probabilmente l'unico al mondo che lavora per spirito di sacrificio.

Tante persone scelgono un lavoro perchè gli piace il tipo di attività, altri per l'ambiente di lavoro, altri per la retribuzione. Fare un lavoro "perchè qualcuno deve pur farlo" è una prima per me.


E questo lo dico da un pulpito un tantino diverso da quello di Martone...


Non conosco il tuo pulpito, ne lo contesto, quello che mi pare di cattivo gusto è l'insulto gratuito.

Contemporaneamente aprirei una seconda via di istruzione superiore, dove tutti i professori per modo di dire in esubero possano essere riallocati e valutati, e dove gli studenti che "vogliono imparare cose utili per davvero,mica la matematica" possano trovare il luogo adatto per impararle.


E perchè mai "i professori per modo di dire" dovrebbero essere mantenuti a spese della collettività? Potrebbero trovarsi un altro lavoro. O vale solo per gli sfigati ed i bamboccioni?

Nessuno ha detto cheil problema sia il numero eccessivo di laureati, ma è il numero eccessivo di scansafatiche che si fingono laureandi, oppure di quelli che non ci sono portati ma ci insistono.


Perchè gli scansafatiche sono un problema se si fingono laureandi? Non sono peggio quelli che si fingono lavoratori (specie se occupano posti pubblici)?

Io non sono stato privilegiato, mi sono persino pagato l'uni da solo, non mi reputo neanche un genio,


non sto dicendo che tu sia un privilegiato, ne mi interessa, dico che qualunque siano i tuoi meriti, non credo ti diano il diritto di dare giudizi sul prossimo. Se così non fosse, significherebbe che chiunque abbia più meriti di te potrebbe esprimere giudizi in piena libertà.

eppure a 28 anni non sto per prendere la laurea, ma il numero di pubblicazioni e citazioni superiore alla media dei professori associati e ordinari del mio ambito disciplinare.


Come detto il punto non sono i meriti personali, ma il fatto che questi non danno il diritto di insultare il prossimo, ne di giustificare chi lo fa ovviamente.

O magari a smettere di frequentare informatica quando la passione per l'informatica nasce dall'essere un vlogger e avere imparato a montare con Premiere, e andare a lavorare in un luogo consono dove puoi usare la tua passione per premiere senza dare l'esame di Base di Dati. E così via.


O magari, certo. Lo dice martone, che ha studiato...

Non è che serve una laurea per fare il 95% dei lavori belli che esistono in giro, e non è che senza laurea sei un cafone che altro che zappare non può fare.


Ma è proprio qui il punto. Se uno la vuole prendere per usarla al posto della carta igienica, perchè non può?


Perché le materie scientifiche andrebbero eliminate è mistero. L'università deve fornire una cultura, e quindi la possibilità di applicarsi a diversi lavori in un secondo momento imparando le caratteristiche generali di un ambito.


Non saprei, dicevi che l'università deve formare la persona, e basta

la laurea deve insegnarti come "essere"
(cit)

Io ritengo che forse un minimo di istruzione orientata al mondo del lavoro serve pure quella, e che la formazione è compito dei professori, più che dell'università, altrimenti bastano quattro libri e un test automatizzato.


La cultura, senza esse per forza applicata e applicabile, è sia scientifica che umanista. L'applicazione poi viene dallo studente, che se ha capito cosa sta facendo, potrà tramutare la cultura nei più efficienti pattern di azione possibili, adattandoli a diversi scenari nuovi e mutevoli.


meh... la cultura deve essere applicabile, sennò è mera informazione, (il che non vuol dire usare i classici greci come materiale edile)

Il riferimento alle "scienze umanistiche" non è dato dall'assunzione che non siano applicabili, ma al fatto che se l'università deve solo formare non servo materie di studio nuove. Del resto il metodo scientifico è dei classici, mica è un concetto moderno.

Se invece insegni pattern di azione non hai un laureato, hai un perito. Che va benissimo, non è inferiore antropologicamente o lavorativamente, specialmente se decide di specializzarsi quel minimo, come la situazione lavorativa italiana conferma ha alla fine prospettive d'impiego più rosee di un laureato.


A me è parso si volesse far passare il messaggio "se uno è antropologicamente inferiore", e i risultati conseguiti stanno li a dimostrarlo, lasci perdere l'università. Chapeau.

La famosa terza missione intesa come preparare gente pronta al lavoro al day one, facendo fiorire specialistiche e corsi inutili portando l'istituzione a una eccessiva specializzazione, è figlia di una politica ignorante e clientelare che appunto ne ha travisato l'intento implicito per farne i suoi interessi, e corsi come questo ne sono l'emblema.


Io la terza missione non l'ho mai intesa come "preparare gente pronta al lavoro al day one", e che io sappia non dovrebbe aver nulla a che fare coi corsi.

La terza missione è la valorizzazione dei risultati della ricerca, che io ricordi, la formazione la seconda missione e la ricerca la prima ( ma potrei aver invertito l'ordine delle prime due).

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