Battle.net chiuso in Iran: World of Warcraft e Diablo III inaccessibili
Per conformarsi alle nuove restrizioni commerciali e alle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti, Blizzard ha bloccato il suo servizio online in Iran.
di Rosario Grasso pubblicata il 29 Agosto 2012, alle 09:42 nel canale VideogamesBlizzardDiabloWorld of Warcraft
La vicenda è partita con qualche sporadico problema di login e si è conclusa con la chiusura completa di Battle.net in territorio iraniano. Diversi utenti di quella nazione si sono lamentati sul forum di Battle.net, fino a quando è arrivato il comunicato ufficiale di Blizzard. Eccone la traduzione:
"Non possiamo rilasciare dichiarazioni sulle informazioni che provengono dall'Iran secondo le quali il governo locale stia applicando una restrizione all'accesso dei giochi per i propri cittadini. Quello che sappiamo è che nuove nuove restrizioni commerciali e sanzioni economiche degli Stati Uniti impediscono di continuare a fare affari con alcune nazioni, fra cui l'Iran. Recentemente abbiamo rafforzato le nostre procedure volte a garantire il rispetto di queste leggi, il che equivale a dire che dobbiamo limitare l'accesso ai nostri giochi in queste nazioni".
Il menu che consente di selezionare la nazione di appartenenza nella procedura di creazione di un nuovo account Battle.net non comprende l'Iran, mentre fra i termini di uso del servizio si può leggere questa segnalazione: "Il software ... e / o il servizio non può essere scaricato o in altri modi esportato o riesportato in (o a un cittadino o residente di) Cuba, Iraq, Libia, Corea del Nord, Iran, Siria o qualsiasi altro paese in cui gli Stati Uniti hanno applicato l'embargo".
In realtà il governo degli Stati Uniti si sta adeguando a quanto espresso in una conferenza tenuta dal Ministero della Cultura e dell'Orientamento Islamico in cui è stata istituita la Islamic Revolution Game Designers Community, che ha il compito di limitare l'ingresso di videogiochi nella Repubblica Islamica. I videogiochi, secondo le autorità iraniane, sono esempi di "propaganda occidentale volti ad avvelenare le menti dei giovani" e "promuovono mitologie e superstizioni, violenze, incitano all'abolizione della deformazione nel peccato e tendono ad esibire abbigliamento inadeguato".
I giochi Blizzard non sono gli unici titoli online inaccessibili nella Repubblica Islamica, visto che la lista comprende anche Guild Wars, Second Life, Dofus, Evony, Runescape, Entropia Universe, Assassin's Creed e Call of Duty.
Come abbiamo riportato nelle scorse settimane l'Iran si avvia verso l'esclusione del paese dal world wide web per istituire una intranet nazionale.
22 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infopraticamente l'iran è tagliata fuori dalla maggior parte dei giochi online
mah..
misteri della geopoltica!
C'è scritto in fondo all'articolo e c'è il link alla notizia.
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