Recensione Astro Bot: una (bellissima) lettera d'amore alla storia di PlayStation
Abbiamo messo le mani su Astro Bot, nuovo platform targato Team Asobi e la prima grande avventura - escludendo Rescue Mission per PSVR - dedicata alla piccola mascotte Sony. Un gioco sorprendente, pieno zeppo di riferimenti ai franchise più iconici di PlayStation (e non solo), che si candida come uno dei grandi contendenti al premio di GOTY 2024.
di Pasquale Fusco pubblicato il 05 Settembre 2024 nel canale VideogamesSonyPlaystationTeam Asobi
Possiamo finalmente dire che Sony ha trovato il suo 'Mario'. Lo avevamo già pensato quando, qualche anno fa, abbiamo impugnato per la prima volta un DualSense per sperimentare le novità offerte da PlayStation 5. Astro's Playroom (2020) è stato sorprendente, non solo per aver dato grande dimostrazione delle potenzialità del nuovo controller, ma anche per essersi rivelato molto più di una semplice tech demo. Al tempo, dunque, la domanda sorgeva spontanea: cosa accadrebbe se Team Asobi trasformasse questo piccolo, brillante platform in un gioco tripla-A?
La risposta è arrivata qualche anno dopo, quando Sony ha svelato al mondo intero Astro Bot. Dopo aver debuttato in The Playroom (2013) - altra demo tecnica, rilasciata al lancio di PS4 - e dopo essere stato protagonista dell'acclamato Rescue Mission (2018), il tenero robottino si lascia alle spalle la realtà aumentata e quella virtuale per esplorare un nuovo campo da gioco. Astro ottiene così la sua prima avventura 'completa', un platform 3D che ripropone la formula già apprezzata in Astro's Playroom, elevandola però all'ennesima potenza.
Abbiamo avuto l'opportunità di provare in anteprima Astro Bot in vista del lancio previsto per domani, venerdì 6 settembre, in esclusiva su PS5. Oggi condividiamo con voi le nostre impressoni su un gioco che, vi anticipiamo, si candida di diritto tra i migliori dell'anno.
Il Dual Speeder come il Millennium Falcon
Dopo aver collezionato cimeli videoludici di ogni tipo in Astro's Playroom, l'eroico robottino e il suo nutrito equipaggio partono alla volta delle profondità dello spazio, a bordo della nave madre - ovvero una replica perfetta di una PS5, che possiamo ora definire una vera ammiraglia. Quest'ultima si scontra però con un alieno ficcanaso, finendo per essere distrutta. Centinaia di Bot vengono scaraventati in ogni angolo del cosmo e con essi anche il protagonista.
Astro si ritrova su un pianeta sconosciuto, senza equipaggio e con una nave sfasciata, ma può ancora fare affidamento sul suo Dual Speeder. Dopo aver recuperato le forze, il robottino inaugura un nuovo viaggio interstellare che lo porterà ad attraversare galassie sconosciute con l'obiettivo di recuperare le parti mancanti della nave madre e, soprattutto, per soccorrere ogni singolo Bot disperso. Sì, è un'altra missione di salvataggio.
Alla base della storia di Astro Bot troviamo premesse molto semplici, forse anche banali, ma è la messa in scena a fare la differenza. Viviamo le prime ore di gioco (e non solo quelle) con il sorriso stampato sul volto: le interazioni tra Astro e i tanti robottini che lo accompagnano in questo viaggio sono tenere ed esilaranti e spesso avvengono in modalità che definiremmo geniali, se non estremamente creative. Persino gli scontri con i nemici di Astro diventano momenti di autentica comicità, complice anche la stramberia dei boss che abitano queste galassie.
È particolarmente straordinario il modo in cui il titolo di Team Asobi riesce a innescare lo stupore del giocatore dal primo all'ultimissimo minuto di gioco. Lo diciamo in senso letterale: neanche durante i titoli di coda staccheremo le mani dal controller.
Avventurandoci nelle cinque galassie di Astro Bot - a cui se ne affianca una 'perduta' - abbiamo esplorato un'ampia varietà di pianeti, trovando paesaggi mozzafiato e, il più delle volte, località decisamente stravaganti. Dei circa 80 livelli presenti nel gioco, poco più della metà è composta dai pianeti considerati 'obbligatori' per il completamento della storia. Premettendo che alcuni ecosistemi si ripetono, tuttavia senza mai esagerare, ciascun pianeta è diverso dall'altro e si distingue per un level design tanto originale quanto efficiente.
Si corre in lungo e in largo, si salta - a volte molto in alto - e si danno tante scazzottate ai danni dei malcapitati nemici. Le meccaniche di Astro Bot non sono poi tanto diverse da quelle dei più classici platform e sono assegnate a pochi essenziali comandi, quanto basta per permettere al giocatore di focalizzarsi sull'esplorazione dei coloratissimi livelli e sul ritrovamento dei suoi compagni.
Il gameplay ritrova però una buona stratificazione nel momento in cui Astro si doterà di speciali (e folli) gadget che migliorano sensibilmente il suo rendimento.
Un segugio robotico salirà sulle spalle del protagonista per trasformarsi in un potente jetpack, permettendogli di raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili o per sorprendere i nemici con attacchi fulminei. Due ranocchi diventeranno invece dei formidabili e inusuali guanti da boxe, donando ad Astro una forza travolgente. E ancora, un'armatura consentirà al robottino di tramutarsi in una sfera d'acciaio che potrà resistere agli attacchi più pericolosi, rompere alcune casse metalliche e rotolare su spuntoni d'acciaio o su altre piattaforme insidiose.
Ci sono altri accessori da scoprire, ma non saremo noi a rovinarvi la sorpresa. Possiamo però dirvi che, almeno su questo fronte, Team Asobi avrebbe potuto implementare qualche gadget in più e offrire così una maggiore varietà durante l'azione. Va detto che in Astro Bot non si avvertirà facilmente ripetitività o monotonia, potendo contare sull'eccellente level design di cui sopra e sulle innumerevoli sorprese nascoste tra una galassia e l'altra.
Ammettiamo di aver approcciato questo platform 3D prevedendo una difficoltà tarata verso il basso, eppure siamo stati colti alla sprovvista. Astro Bot risulta molto accessibile nei confronti dei novizi o dei giocatori più giovani e, al tempo stesso, regala sfide sorprendentemente ardue agli utenti che avranno il coraggio di affrontarle; questo perché le sfide in questione sono opzionali e quindi slegate dai livelli considerati indispensabili ai fini della 'campagna'.
I numerosi livelli secondari sono disseminati in tutte le cinque galassie e popolano interamente la sesta, la Galassia Perduta, sebbene questa si distingua in primis per l'unicità dei suoi pianeti - sia in termini di level design, sia per la presenza di alcune meccaniche esclusive. Tra i livelli opzionali spiccano quelli rappresentati dai simboli di PlayStation, ovvero il Quadrato, il Triangolo, la X e il Cerchio. Imbattendosi in una delle quattro icone del brand si sbloccheranno altrettanti mini-pianeti dove il giocatore affronterà le prove più impegnative di Astro Bot.
Parliamo di lunghi e intricati percorsi a ostacoli dove è imperativo essere veloci e, soprattutto, precisi. Se nei livelli principali troviamo dei checkpoint, anche in numero considerevole, in quelli dei simboli PlayStation non c'è alcun punto di salvataggio: basterà il minimo errore per essere ricatapultati all'inizio del percorso. Ricordiamo dopotutto che, fatta eccezione per le boss fight, Astro ha sempre e solo un'unica vita. È in questi frangenti che fa capolino un'inattesa formula 'trial and error' che punirà spesso e volentieri il giocatore, invogliandolo a migliorare le sue manovre fino a raggiungere la perfezione e, di conseguenza, l'agognato traguardo.
Insomma, chi vorrà affrontare tutte le sfide di Astro Bot - e completarlo al 100% - farà bene a non prendere questo platform sotto gamba. Ribadiamo in ogni caso che questo 'lato oscuro' del gioco è del tutto opzionale e chi vorrà un'esperienza più rilassata potrà dedicarsi al completamento dei livelli principali e al ritrovamento dei componenti della nave madre. Dal nostro punto di vista, le suddette sfide rappresentano un graditissimo e inaspettato bonus e permettono ai designer di Asobi di esprimere tutto il loro talento in materia di platforming.
Un'ottima premessa se si considera che è già previsto il rilascio, entro la fine dell'anno, di un DLC gratuito dedicato probabilmente a questo genere di sfide e a eventuali speed run.
Quanto alla longevità, abbiamo portato a termine tutti i livelli (principali e secondari) di Astro Bot in poco meno di 15 ore e abbiamo impiegato altre 2 ore per rigiocare alcuni livelli al fine di conquistare l'ambito Trofeo di Platino - per i quali è richiesta la raccolta della maggioranza dei collezionabili, oltre al completamento di altri obiettivi che preferiamo non svelarvi. Una durata che riteniamo più che adeguata per un platform di questa portata - che, per giunta, potrà intrattenere anche dopo il finale, grazie ai suoi numerosi extra.
Amici robotici per la pelle
Non è un mistero che il franchise di Astro Bot sia nato originariamente per celebrare i prodotti di PlayStation, siano essi software o hardware. Anche il primo grande platform della serie persegue quest'obiettivo, ma lo fa rendendo sempre partecipe il giocatore, attraverso un gameplay coinvolgente e con una mole di contenuti a dir poco impressionante.
Completando i numerosi livelli del gioco, principali e non, si può percepire un forte senso di progressione. Il merito è di tutto ciò che troviamo nel Campo base, uno spazioso hub dove Astro può incontrare i Bot soccorsi lungo il cammino e dove interagire con ciò che rimane della nave madre. Nell'hub sono però presenti anche delle aree segrete, che si sbloccheranno man mano che completeremo le varie galassie, così come speciali macchinari che diverranno operativi solo dopo aver raccolto un numero sufficiente di pezzi di puzzle - anch'essi, come i robottini e i portali per la Galassia Perduta, sono disseminati e nascosti in ogni singolo livello di gioco.
Salvando i Bot in giro per il cosmo inizieremo a popolare il Campo base, che inizialmente appare come una distesa pressoché desertica. Si prova quindi una piacevole sensazione nel vedere l'hub colorarsi e riempirsi ogni volta di nuovi abitanti.Va inoltre detto che dei 300 Bot naufragati ce ne sono ben 150 'speciali', che corrispondono ad alcuni cameo dei giochi PlayStation (e non solo).
Personaggi iconici come Crash Bandicoot, Jak, Ratchet, Nathan Drake e Aloy compariranno per unirsi al nostro equipaggio, ma solo dopo essere stati trovati e salvati - il salvataggio avviene, solitamente, con una pedata indirizzata al fondoschiena dei robottini. Non solo loro, ma potremo incontrare anche Ryu e Ken (Street Fighter), Lara Croft (Tomb Raider), Kazuma Kiryu (Yakuza) e altri volti molto familiari. La selezione fatta da Team Asobi sembra coinvolgere tutti quei giochi che, nel corso degli ultimi 30 anni, hanno fatto la storia delle console PlayStation.
Se avevate apprezzato i numerosi riferimenti di Astro's Playroom, Astro Bot vi darà pane per i vostri denti. Le reference non si limitano ai soli Bot 'reskinnati': ci sono altri personaggi - tra cui Spyro e Amaterasu - sbloccabili tramite la Gacha Machine presente nel Campo base. Inoltre, in cambio delle monete raccolte nei livelli, la stessa macchina vi ricompenserà con centinaia di accessori da donare alla maggioranza dei Bot VIP: questi gadget sbloccheranno delle interazioni esclusive - che definiremmo strepitose - e riempiranno ulteriormente lo spazio dell'hub.
Una delle più grandi sorprese di Astro Bot è stata scoprire che per alcuni 'special guest' è stato riservato un trattamento molto speciale: dei pianeti dedicati interamente a loro. Visitando questi pianeti si accederà a meccaniche di gioco uniche e ispirate ai gameplay dei titoli che vengono omaggiati. Non vi anticiperemo nulla al riguardo, ma possiamo garantire che è con questi livelli che il platform di Asobi tocca i suoi punti più alti in termini di creatività.
Altro grande protagonista è, inevitabilmente, il DualSense. Proprio grazie a Team Asobi, con Astro's Playroom abbiamo scoperto quanto sia possibile ampliare il coinvolgimento del giocatore sfruttando le peculiari funzionalità del controller della PlayStation 5.
Possiamo 'sentire' i passi di Astro attraverso il feedback aptico, percepire la fisicità dei pugni inferti ai nemici e degli attacchi subiti. Con i grilletti adattivi sblocchiamo il pieno potenziale delle armi e dei gadget utilizzati dal protagonista, mentre con il giroscopio potremo manovrare liberamente il Dual Speeder come se stessimo davvero sfrecciando a tutta velocità nel vuoto cosmico. Tutto contribuisce all'immersività del giocatore, che potrà quindi sperimentare metodi sempre più innovativi di interagire con Astro o con i numerosi ostacoli che gli si pareranno davanti.
Fa molto anche il sonoro. Astro Bot può essere paragonato a un grande festival in cui è possibile trovare i più svariati generi musicali: dal pop alla techno, passando per il rock e per il folk. La sfaccettata soundtrack vede il grande contributo di Kenneth Young, compositore di Astro's Playroom e audio designer di numerosi giochi pubblicati da Sony, tra cui Little Big Planet. Premesso che abbiamo apprezzato la maggioranza dei brani, alcuni diventano immediatamente memorabili e, alle volte, ci siamo ritrovati a canticchiarli per l'intera durata del livello.
C'è poi tutto un comparto di effetti sonori che vivacizza ulteriormente lo spettacolo messo in scena da Asobi. Ci sono le tenere vocine che animano Astro e gli altri piccoli Bot, a cui si contrappongono i feroci e spaventosi ruggiti dei boss di turno - che, alla fine, si riveleranno essere comicamente goffi. Colpendo determinati oggetti possiamo invece percepirne la solidità o la fragilità, o quantomeno carpirne la composizione materiale.
In Astro Bot c'è quindi una grande attenzione ai dettagli, come del resto si può intuire dando uno sguardo ravvicinato agli scenari. Con i loro colori accesi e lo stile cartoonesco, i livelli di questo platform regalano un tripudio di colori che lascia ogni volta a bocca aperta. Non viene però tralasciato il realismo visivo, con una riproduzione piuttosto fedele dei diversi materiali che Asobi ha voluto ricreare e, soprattutto, una modellazione dettagliata di Astro e degli NPC.
Senza troppe sorprese, Astro Bot gira alla perfezione su PlayStation 5. Il gioco non ha manifestato alcun problema durante la nostra prova ed è rimasto ancorato ai 60 FPS per l'intera durata dell'avventura, anche quando l'azione diventava più caotica. Siamo incappati in un singolo bug che ci ha sbarrato la strada, costringendoci a ripartire dal checkpoint più recente. Non abbiamo trovato molte impostazioni con cui regolare eventuali settaggi grafici o sonori, ma è stata dedicata attenzione all'accessibilità e alle opzioni che possono semplificare la fruizione del gioco.
Un must buy per i fan PlayStation
Per l'abbondante e genuina dose di divertimento che è stato capace di offrirci, possiamo definire Astro Bot il miglior gioco prodotto dai PlayStation Studios nel 2024, se non uno dei migliori di sempre. Pur partendo da formule già viste nei precedenti giochi del franchise - e, a dirla tutta, in altri platform ben noti - Team Asobi ha realizzato un gioco sorprendente, dimostrando di possedere una creatività senza eguali. In questo ambito, solo Media Molecule era riuscita a portare così tanta vivacità sulle console Sony con il suo indimenticabile Little Big Planet.
Un'opera che rasenta la perfezione e che omaggia un'importante fetta della storia dei videogiochi in modalità stupefacenti. Lo avrete già capito, ma i riferimenti si sprecano: centinaia di cameo ispirati ai personaggi più famosi di PlayStation e di studi third-party, per non parlare dei livelli speciali dedicati ad alcuni eroi ben noti e delle altre chicche che ci hanno fatto sgranare gli occhi fino al termine dei titoli di coda. Sensazioni che non provavamo da molto tempo.
Per noi Astro Bot è già tra i favoriti al riconoscimento di Gioco dell'Anno 2024, per queste e altre ragioni che non possiamo né vogliamo rivelarvi. Se possedete una PS5, questo platform rappresenta un acquisto quasi obbligatorio e diventa un assoluto must buy per chi è cresciuto 'a pane e PlayStation', iniziando con Crash Bandicoot e arrivando ad Aloy.
Il prezzo consigliato alla vendita (€69,99) potrebbe scoraggiare molti utenti, vista anche la longevità 'esigua' - ma a nostro parere giusta e soddisfacente - del gioco. Parliamo però di un prodotto di elevata qualità, un gioco che, quasi certamente, inaugura una lunga serie di platformer che in futuro ci sorprenderà con idee ancora più folli e geniali. È ciò che ci auguriamo.
2 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoConsigliato a tutti quelli che hanno figli piccoli, si divertiranno molto dato il bassissimo grado di sfida.
Peccato la durata, probabilmente chi è vecchio come me ed è cresciuto con i platform che facevano bestemmiare lo terminerà in un paio di serate.
Diciamo che l'unico appunto è il prezzo (ma io non li pago quindi non saprei essere troppo oggettivo)
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