Six Days in Fallujah, il gioco che ci racconta la crudeltà della guerra sta per arrivare

Six Days in Fallujah, il gioco che ci racconta la crudeltà della guerra sta per arrivare

Si torna a parlare di Six Days in Fallujah, controverso gioco sviluppato da Highware Games, ormai prossimo all'uscita grazie alla pubblicazione di Victura. In seguito alle polemiche, il publisher ha dovuto ritrattare le recenti dichiarazioni espresse sulle tematiche del titolo.

di pubblicata il , alle 15:01 nel canale Videogames
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A 11 anni dall'abbandono di Konami, Six Days in Fallujah si avvicina finalmente al debutto sul mercato, grazie al lavoro dello sviluppatore Highwire Games e del publisher Victura.

In questo periodo il gioco è tornato sotto i riflettori scatenando nuove polemiche, a causa delle recenti dichiarazioni dello stesso editore del gioco, secondo cui Six Days in Fallujah "non vuole trasmettere un messaggio politico". Un'affermazione che entra in contrasto con le tematiche centrali della produzione e che, pertanto, è stata appena ritrattata da Victura.

Six Days in Fallujah e politica: il dietrofront di Victura

Il caso di Six Days in Fallujah è alquanto singolare. Annunciato più di 11 anni fa, il gioco racconta i sei giorni della battaglia di Falluja, operazione in cui, secondo i reportage, l'esercito statunitense aveva impiegato il fosforo bianco per debellare l'opposizione irachena, coinvolgendo anche i civili. Un argomento delicato che, di fatto, aveva innescato numerosi dibattiti, al punto da spingere il publisher Konami ad abbandonare il progetto di Atomic Games.

six days in fallujah

Ora il gioco è nelle mani di Highware Games, piccolo team formato da alcuni veterani dell'industria videoludica, tra cui figurano Jaime Griesemer, game designer che ha lavorato alla serie Halo, e Marty O'Donnell, noto per aver composto le colonne sonore di Halo e Destiny.

È invece l'editore Victura a preparare il gioco di Highware per la distribuzione su PC, PS5, Xbox Series X|S, PS4 e Xbox One entro la fine del 2021.

A tal proposito, qualche giorno fa il CEO Peter Tamte - ex Bungie - ha concesso un'intervista a Polygon, rilasciando dichiarazioni piuttosto confusionarie: con Six Days of Fallujah non si ha intenzione di realizzare un commento politico sulla controversa guerra in Iraq.

Parole decisamente contraddittorie, se si considera che la storia di Six Days of Fallujah è basata su eventi realmente accaduti e ricostruiti attraverso le testimonianze di diversi soldati americani e di 26 civili iracheni. Persino Neil Druckmann, co-presidente di Naughty Dog, ha avuto da ridire: "Se il tuo gioco tratta argomenti seri, allora è intrinsecamente politico. Se questo rappresenta un problema, crea un gioco diverso [...]", ha spiegato il visionario autore di The Last of Us, che sa perfettamente cosa voglia dire realizzare un gioco "controverso".

Le reazioni negative esternate dalla community hanno spinto Victura a rilasciare un ulteriore comunicato, adottando una nuova linea di pensiero. "Comprendiamo che gli eventi ricreati in Six Days in Fallujah sono inseparabili dalla politica", con questa premessa, il publisher spiega che le storie del suo gioco sono raccontate attraverso il gameplay e i filmati che ritraggono i militari e i civili coinvolti nel conflitto qui rappresentato.

Il titolo di Highware Games avrà quindi dei toni semi-documentaristici e affronterà diversi argomenti, tra cui le decisioni politiche che hanno portato agli scontri di Falluja. Viene inoltre citato il fosforo bianco, che non potrà essere utilizzato dai giocatori come arma nelle fasi di gameplay, ma che sarà comunque trattato nei segmenti live action.

4 Commenti
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FroZen10 Marzo 2021, 17:22 #1
buuuu ai cari ipocriti occidentali che pensano che i loro eserciti sono dei boy scout e che gli altri sono i soli brutti e cattivi, come si permettono di insinuare che in Iraq siano stati compiuti crimini contro l'umanità ben documentati? buuuu noi siamo i buoniiiii11!1!!!!!!!! povere anime belle....
Sandro kensan10 Marzo 2021, 20:21 #2
Quando c'è da propagandare che il tal malware è cinese o russo i giornalisti sono a completa disposizione e nell'articolo non compaiono mai parole come "controverso", "polemiche", "scatenando", "contrasto", "ritrattazione", "singolare", ecc, ecc (ho esaminato solo le prime 5 righe).

Se invece il vertice della piramide è preso di mira allora si scatena il panico e le parole sono:

controverso", "polemiche", "scatenando", "contrasto", "ritrattazione", "singolare", ecc, ecc (ho esaminato solo le prime 5 righe).

Come non chiamare questo propaganda? Non mi viene un altro termine.

Ovviamente questo capita in tutti i mezzi di informazione occidentali, nessuno escluso. Forse nell'underground, nei bassi fondi del giornalismo qualcuno si distingue, gente fuori dal giro.
Ago7211 Marzo 2021, 08:49 #3
Originariamente inviato da: Sandro kensan
Quando c'è da propagandare che il tal malware è cinese o russo i giornalisti sono a completa disposizione e nell'articolo non compaiono mai parole come "controverso", "polemiche", "scatenando", "contrasto", "ritrattazione", "singolare", ecc, ecc (ho esaminato solo le prime 5 righe).

Se invece il vertice della piramide è preso di mira allora si scatena il panico e le parole sono:

controverso", "polemiche", "scatenando", "contrasto", "ritrattazione", "singolare", ecc, ecc (ho esaminato solo le prime 5 righe).

Come non chiamare questo propaganda? Non mi viene un altro termine.

Ovviamente questo capita in tutti i mezzi di informazione occidentali, nessuno escluso. Forse nell'underground, nei bassi fondi del giornalismo qualcuno si distingue, gente fuori dal giro.


Lo sai quale è la grande differenza? Che in occidente questo gioco può essere pubblicato e discusso. In Cina e Russia no! Grazie, preferisco stare in occidente!

PS La tua conditnua difesa di Cina e Russia è stucchevole
carlone8811 Marzo 2021, 08:54 #4
Originariamente inviato da: Sandro kensan
Quando c'è da propagandare che il tal malware è cinese o russo i giornalisti sono a completa disposizione e nell'articolo non compaiono mai parole come "controverso", "polemiche", "scatenando", "contrasto", "ritrattazione", "singolare", ecc, ecc (ho esaminato solo le prime 5 righe).

Se invece il vertice della piramide è preso di mira allora si scatena il panico e le parole sono:

controverso", "polemiche", "scatenando", "contrasto", "ritrattazione", "singolare", ecc, ecc (ho esaminato solo le prime 5 righe).

Come non chiamare questo propaganda? Non mi viene un altro termine.

Ovviamente questo capita in tutti i mezzi di informazione occidentali, nessuno escluso. Forse nell'underground, nei bassi fondi del giornalismo qualcuno si distingue, gente fuori dal giro.


Che bel commento! Dico sul serio.
La penso come te, che tra l’altro hai espresso un concetto complesso in poche righe ed in maniera chiara .

Sono anche io convinto che l’”underground giornalistico” di cui parli esista, ma che sia composto da persone con idee esasperate dall’essere imparziali a tutti i costi ( o comunque , all’opposto, fedeli ai propri ideali a tutti i costi) e pertanto sia altrettanto nocivo alla sana informazione ... in pratica penso che al giorno d’oggi sia impossibile ricevere notizie al 100/100 oneste in ogni caso .

Il tutto al di là della polemica su di un videogioco (che trova il tempo che trova)

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