Divinity Original Sin II, punto di riferimento per gli rpg old school
Prodotto tramite Kickstarter, Divinity Original Sin II si rifà ai grandi classici del passato come Baldur's Gate e Neverwinter Nights. E' un'esperienza di gioco di ruolo profonda e molto articolata, che permette al giocatore di influire in maniera importante sulla storia e sui personaggi. All'interno dell'articolo trovate il parere di tre diversi redattori
di Rosario Grasso, Jonathan Russo, Gioacchino Visciola pubblicato il 10 Novembre 2017 nel canale Videogames
17 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infose con la lingua non hai problema allora mi sa che anche il primo ti conviene giocarlo in inglese, perchè la traduzione anche se ben fatta si perde gran parte dei giochi di parole dei dialoghi che sono un buon plus per chi li riesce ad apprezzare (non è il mio livello purtroppo... ). I rimandi di trama tra i due giochi e gli altri della serie divinity ci sono, ma nulla che ti impedisca di giocare ed apprezzarlo lo stesso.
Per il resto dipende quanto ti possa piacere il genere, visto che sà essere abbastanza impegnativo e porta via parecchie ore. Se non ti piace il primo dubito che ti possa po piacere il secondo, e se giochi direttamente il secondo non so se poi avresti veramente motivo per recuperare il primo visto che ci troveresti solo una storia e delle meccaniche ridotte (per quanto simili) rispetto al nuovo capitolo. Il secondo è anche completamente e ottimamente doppiato in inglese, con voci molto caratteristiche.
Il primo è da giocare per forza, va periodicamente a 16€ circa su steam, la versione collector ha una copia extra, quindi scontata ti viene ancora meno di 16 a copia (nel caso tu voglia giocarlo in coop, che è fatto benissimo)
Un elemento (piuttosto banale) che rende il gioco così profondo è il doppiaggio di praticamente tutti gli NPC. Giocando a Torment Tides of Numenera (che ho aspettato con grande hype) si capiva subito quali erano i pochi personaggi di serie A, che parlavano in mezzo a una miriade di gente a caso che non aveva niente da fare nè da dire. Anche Pillars of Eternity, per quanto abbia fatto il grosso del lavoro tecnico per tutti gli altri, era poco coinvolgente, dava la sensazione di essere un osservatore esterno, non un personaggio veramente coinvolto. Tyranny invece mi è piaciuto: un gioco abbastanza modesto ma in grado di coinvolgere e appassionare.
L'unico gioco dello stesso spessore di questo Divinity 2 -genere lievemente diverso- è Wasteland 2 (motivo per il quale ho riposto tante speranze su torment).
Entrambi danno la sensazione di essere minuscoli in un mondo interessantissimo e pieno di sorprese. Poi vabè preferisco il mondo distrutto di Wasteland di quello incantato di Divinity ma entrambi veramente al top.
Primo "contro"
Per me il primo "contro" e' da mettere tra i "pro"Concordo, con l'inglese me la cavo, e in non ho problemi a giocare giochi in inglese, quando la narrazione non è un fattore preponderante.
Ma non abbastanza bene per poter comprendere testi così complessi al primo colpo senza doverci stare a ragionare troppo su... Cosa che ovviamente mi azzera il coinvolgimento nella storia.
Anche perchè poi finisce che mi stanco e skippo tutti i dialoghi secondari leggendo solo quelli importanti, ma così facendo mi perderei il 90% di quello che il gioco offre.
Aspetterò completino la traduzione fanmade dopodichè lo comprerò e lo giocherò, inutile comprarlo ora e poi giocarlo solo quando uscirà la traduzione (e si troverà ad 1/4 del prezzo) come ho fatto con il primo.
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