Come TPM 2.0 e SecureBoot sono diventati obbligatori nei giochi competitivi online, anche Call of Duty
L'introduzione di TPM 2.0 e Secure Boot come requisiti minimi per accedere ai giochi online competitivi segna un cambio importante nel modo in cui i publisher combattono i cheat. Dopo l'annuncio che Battlefield 6 avrebbe imposto entrambe le tecnologie anche per la beta aperta, ora anche Call of Duty richiede agli utenti PC di adeguarsi
di Rosario Grasso pubblicata il 27 Agosto 2025, alle 14:00 nel canale VideogamesActivisionCall of DutyElectronic ArtsBattlefield
Con il debutto della Stagione 05, ad agosto 2025, Call of Duty ha inserito nel proprio ecosistema due controlli di sicurezza a livello hardware: Trusted Platform Module 2.0 e Secure Boot. Il sistema anti-cheat è in grado di usare questi protocolli, i quali rimangono però non obbligatori. La scelta non è casuale: queste soluzioni riducono sensibilmente la possibilità che software non autorizzati agiscano a basso livello sul sistema allo scopo di proteggere l'integrità delle partite e limitare l'accesso ai cheat.
TPM 2.0 è un chip che fornisce funzionalità di sicurezza direttamente tramite l'hardware, già richiesto da Microsoft per Windows 11 e dalla versione 20H2 di Windows 10. Chi utilizza ancora versioni precedenti o una revisione di TPM compresa tra 1.0 e 1.2 deve aggiornare software o hardware per soddisfare le nuove richieste e poter accedere a questi giochi competitivi online.
Secure Boot lavora in parallelo e controlla che all'avvio vengano caricati esclusivamente componenti software ritenuti affidabili. In questo modo viene esclusa la possibilità che strumenti di cheating radicati nel sistema operativo interferiscano con i match. L'attivazione congiunta di TPM 2.0 e Secure Boot garantisce, secondo Activision, un ambiente più sicuro e omogeneo e riduce i rischi di alterazioni esterne.
I giocatori che non dispongono di queste funzioni attive ricevono un avviso direttamente all'interno del gioco. Al momento i titoli già disponibili della serie Call of Duty rimangono avviabili anche senza questi requisiti, ma con il lancio di Call of Duty: Black Ops 7, previsto nel corso del 2025, entrambe le tecnologie diventeranno obbligatorie per accedere alle modalità online.
Questa direzione non è un'esclusiva della saga Activision. Come abbiamo visto qui, Electronic Arts ha stabilito requisiti analoghi per Battlefield 6, spingendo di fatto l'intero settore competitivo verso un nuovo standard tecnico.
La progressiva estensione di questi obblighi indica che la lotta ai cheat non viene più affrontata solo con strumenti software o ban temporanei, ma richiede configurazioni specifiche dell'hardware e del sistema operativo. Una condizione che spinge i giocatori PC a mantenere sistemi aggiornati, in linea con le nuove policy di sicurezza adottate dai publisher.
Naturalmente potrebbero esserci anche ripercussioni negative, con molti giocatori, che non possono aggiornare l'hardware o il software, che potrebbero rimanere esclusi dalle nuove esperienze di gioco. Con Activision ed Electronic Arts che negli ultimi anni sono andate incontro a crescenti rimostranze dagli stessi giocatori, potrebbero incontrare il rischio di ulteriori malumori. Anche perché si può sospettare che queste misure vengano intraprese più per il controllo sull'originalità del software e sul software pirata che all'interno di una vera battaglia contro la pirateria. Verso la quale, anzi, entrambe negli ultimi anni hanno dimostrato più disinteresse che altro, portando a una proliferazione del cheating non indifferente.










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32 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPer me sono scemenze senza senso visto e considerato anche che se hai velleità di giocare competitivo serio partecipi a eventi ufficiali con macchine standard fornite dall'organizzazione.
Se giochi solo "for fun" sai benissimo che il cheater può capitare e che non ci si può fare nulla.
https://www.youtube.com/watch?v=9alJwQG-Wbk
Ehm....
Se giochi solo "for fun" sai benissimo che il cheater può capitare e che non ci si può fare nulla.
E la cosa dovrebbe farmi stare meglio? Anche se gioco per divertimento mi piace giocare correttamente e non voglio che altri mi facciano secco usando cheat. Perche' dovrebbe essere meno importante "for fun"?
se gioco per divertirmi sappi che con i cheater non mi diverto piu quindi smetto di giocare, quindi bene venga un sistema per bloccarli
Salvo restando che le misure adottate mirano ad mitigare il cheating e non a eliminarlo, sicuro fossero cheaters ?
La prima regola di una comunicazione client / server quando sviluppi il tuo software è che non ti devi mai fidare del client.
I sistemi di prevenzione devono essere sul server.
Quello che stanno facendo è solamente compromettere la privacy e l'integrità dei sistemi windows di chi installa il rootkit (anti cheat).
Magari riusciranno a fermare i lameroni della domenica, ma chi vuole cheattare ormai ha già adottato sistemi hardware che non si possono rilevare con un rootkit lato client.
Link ad immagine (click per visualizzarla)
Magari riusciranno a fermare i lameroni della domenica, ma chi vuole cheattare ormai ha già adottato sistemi hardware che non si possono rilevare con un rootkit lato client.
Quello che tu indichi si può distinguere dai tempi medi di reazione e precisione.
Non so negli altri BF, ma in BF1 che è l'ultimo a cui giocavo regolarmente anche lì dicevano che c'erano i cheaters ed effettivamente ogni tanto qualcuno si vedeva ma erano un numero largamente accettabile visto che ero quasi sempre primo in classifica.
Quindi i "lameroni della domenica" come tu li definisci sono la parte grossa del difetto.
magari
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