Troppo tempo davanti ai videogiochi: il cervello dei più giovani soffre

Troppo tempo davanti ai videogiochi: il cervello dei più giovani soffre

Spendere troppo tempo davanti a certi videogiochi può ritardare la crescita dei bambini e causare gravi danni anche negli adulti, secondo una nuova ricerca sull'impatto dei nuovi media sul cervello.

di pubblicata il , alle 08:31 nel canale Videogames
 

Kate Highfield, Docente presso l'Istituto di Infanzia alla Macquarie University, e responsabile di una nuova ricerca sull'impatto dei media moderni sul cervello, ha detto che mentre alcune applicazioni potrebbero contribuire alla crescita dei bambini e tenerli impegnati in attività cerebrali per lunghi periodi, altri possono provocare conseguenze negative sullo sviluppo delle attività cognitive dei più giovani e avere conseguenze anche sugli adulti.

Secondo la ricerca dell'insegnante, l'85% delle applicazioni acquistate dai genitori per i loro figli sono di tipo "trapano e pratica", ovvero richiedono ai bambini di ripetere continuamente azioni semplici e di ricordare poche cose. Tale applicazioni portano a uno sviluppo neurale di livello inferiore e spesso gratificano eccessivamente il giocatore, il che può creare aspettative non realistiche nei bambini.

La Highfield piuttosto raccomanda applicazioni come ARTmaker, My Story, Explain Everything e Creatorverse, che richiedono un'interazione virtuosa da parte del bambino.

Le normative sanitarie attuali prevedono che i bambini al di sotto dei due anni non debbano spendere tempo davanti a qualsiasi tipo di schermo, televisione compresa, mentre i bambini di età inferiore ai cinque anni possono restare davanti agli schermi al massimo per un'ora. Soprendentemente, anche gli adulti dovrebbero avere non più di due ore di intrattenimento digitale al giorno.

Madre di tre bambini che hanno meno di sei anni, Melissa Marshall, un'altra ricercatrice coinvolta nel progetto, trova che i suoi figli diventino troppo inattivi quando spendono il loro tempo su uno smartphone o su un tablet e, pertanto, cerca di imporre dei limiti. "A volte possono rimanere a giocare sull'iPhone per tantissimo tempo, senza fare nulla di realmente costruttivo", dice la Marshall. "È quello che succede anche con la TV. Dopo un po' devi dire loro: 'basta, andate fuori o leggete un libro'".

La Marshall si è chiesta se i videogiochi o la TV possano danneggiare il cervello dei propri figli, e sente che c'è una mancanza di informazioni per i genitori. "Gli studi come questo sono molto importanti, perché aiutano a fissare alcune linee guida. Anche se in genere sappiamo quali dovrebbero essere i limiti e che usare troppo la tecnologia moderna può essere controproducente".

La ricerca è stata presentata alla conferenza Australian Council on Children and the Media svoltasi a Sidney nella scorsa settimana. Include dati sui disturbi provocati dal gioco su internet e gli effetti dei giochi violenti sul cervello umano. La Marshall chiede che ci sia buon senso nell'approcciare questi temi, anche perché la tecnologia è sempre più presente nelle nostre vite.

Uno studio che, però, sembra andare in disaccordo con altri report pubblicati recentemente, caratterizzandosi per un'osservazione superficiale di quelli che sono gli effetti del media videoludico, sia in termini negativi che positivi. Anche perché non è ancora possibile andare alla ricerca di eventuali correlazioni tra uso dei videogiochi e cambiamenti all'attività del cervello.

Un gruppo formato da 200 esperti tra docenti universitari, psicologi e ricercatori, sta svolgendo delle indagini con l'obiettivo di analizzare il più oggettivamente possibile il problema della violenza nei mass media, con specifico riferimento ai videogiochi. Una lettera è stata inviata alla American Psychological Association (APA), chiedendo di rivedere le precedenti ricerche alla luce delle più recenti indagini analitiche. Altri dettagli su quest'ultima indagine si trovano qui.

27 Commenti
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Unrealizer08 Ottobre 2013, 08:35 #1
È quindi confermato che i giochini tipo Candy Crush rinco****niscono i bambini?
fraussantin08 Ottobre 2013, 08:39 #2
invece i cartoni animati aiutano i riflessi e innalzano il quoziente intellettivo.

poi va anche chiesto perche i bambini preferiscono i cartoni animati o i giochilli stupidi , al sapientino e affini?

perche da sempre giocare è una cosa studiare è un'altra.
Paganetor08 Ottobre 2013, 08:53 #3
Fortuna che non sono più giovane da mò!

sono immuneeeeeeeeeeeee!
Buichtnt08 Ottobre 2013, 09:38 #5
trapano e pratica ovvero drill and practice?
san80d08 Ottobre 2013, 09:56 #6
solita ricerca
san80d08 Ottobre 2013, 09:57 #7
Originariamente inviato da: fraussantin
invece i cartoni animati aiutano i riflessi e innalzano il quoziente intellettivo.

poi va anche chiesto perche i bambini preferiscono i cartoni animati o i giochilli stupidi , al sapientino e affini?

perche da sempre giocare è una cosa studiare è un'altra.


quoto
II ARROWS08 Ottobre 2013, 10:21 #8
Il problema sono quelli che definiscono videogiochi, non i videogiochi veri.
Difatti dovrebbero far giocare a quelli seri, o magari anche fargli usare quelli vecchi anni '80 o '90 che da qualche parte ci sono.
Ma se non ci sono di giochi seri ne esistono al giorno d'oggi, ovviamente non si trovano sui cellulari e su facebook.
atomico8208 Ottobre 2013, 10:27 #9
non ci voleva un genio x capire che lasciare un bambino (di 2 anni poi..) davanti a un videogioco x ore non è salutare. come non è salutare lasciarlo davanti alla tv.
street08 Ottobre 2013, 10:28 #10
Originariamente inviato da: fraussantin
invece i cartoni animati aiutano i riflessi e innalzano il quoziente intellettivo.

poi va anche chiesto perche i bambini preferiscono i cartoni animati o i giochilli stupidi , al sapientino e affini?

perche da sempre giocare è una cosa studiare è un'altra.


cosa che non trovo vera. Semmai è lo spirito di emulazione che fa si che il genitore che gioca a giochi ripetitivi che però danno remunerazione (e lo fa magari per staccare) porta a fare la stessa cosa al figlio.

Che tendenzialmente, quando è piccolo, è curioso e quindi preferirebbe qualcosa di più attivo e variabile piuttosto che ripetitivo.
O preferisce conoscere nuove cose, giocando.

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