Secondo un nuovo report lavorare per Konami è un incubo
Nikkei dipinge un quadro secondo il quale Konami, dopo la cancellazione di Silent Hills e l'addio di Hideo Kojima, non sarebbe semplicemente allo sbando, ma addirittura verso la dissoluzione.
di Rosario Grasso pubblicata il 04 Agosto 2015, alle 08:01 nel canale Videogames
28 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAnche a me sarebbe piaciuto nascere dal ventre di una reale inglese, non per questo dico che sono stato sfortunato.
Ho una cara amica che con il marito lavorano alla Panasonic:
Erano due dipendenti: si sono sposati tra di loro perché non avevano tempo di cercare al di fuori della ditta. va bhe..
Sposati nel 2003 lui ha avuto 5 giorni di ferie per la luna di miele:
da allora (anche se spettano 20 giorni all'anno) solo 2 o 3 giorni di ferie
In Giappone inoltre ci sono 52 sabati 52 domeniche 10/15 festivita' le vacanza di capodanno (4-8 giorni), di primavera (3-6 giorni) e di ferragosto (2-4 giorni)
Questo ragazzo ha potuto usare meno della meta' dei giorni festivi.
Esce di casa alle 6 ritorna alle 23 e i giorni festivi li passa dormendo.
Puo' spesare di andare in ferie solo al momento della pensione a 65-70 anni, oppure morire prima
La moglie perché si e' sposata ha avuto un declassamento e la possibilita' di lavorare in un ufficio senza straordinari e con giorni di vacanza regolari: in cambio di una riduzione del 50% dello stipendio-
Ma con gli anni hanno iniziato a richiedere di non fare piu' le ferie, di fare straordinari obbligatori, di rinunciare ai festivi.
Lo straordinario iniziava 1 ora al giorno poi due poi tre poi 4... fino a 8 ore di straordniario al giorno.
Alla fine ha avuto un collasso e stata ricoverata in ospedale per mesi e licenziata-
Da due anni ancora non si e' ripresa.
Questo e' il metodo di lavoro giapponese.
Il ministero del lavoro dice che i lavoratori devono fare le ferie, i festivi, di non superare dei tetti degli straordinari, di concedere le pause pranzo e caffe....
Ma non mette penali alle ditte.
Solo in caso di morte del lavoratore hanno una indagine e devono pagare un tot alla famiglia del defunto
Da noi fino ai 30 anni ti fregano a randa con contratti farlocchi da 800 al mese e responsabilità totali
Dopo ti lasciano a casa... fanno prima
Da noi fino ai 30 anni ti fregano a randa con contratti farlocchi da 800 al mese e responsabilità totali
Dopo ti lasciano a casa... fanno prima
In Giappone hanno condizioni di lavoro disumane, in Italia le condizioni di lavoro... non ci sono.
Ma c'è sempre il resto del mondo....
Ho una cara amica che con il marito lavorano alla Panasonic:
Erano due dipendenti: si sono sposati tra di loro perché non avevano tempo di cercare al di fuori della ditta. va bhe..
Sposati nel 2003 lui ha avuto 5 giorni di ferie per la luna di miele:
da allora (anche se spettano 20 giorni all'anno) solo 2 o 3 giorni di ferie
In Giappone inoltre ci sono 52 sabati 52 domeniche 10/15 festivita' le vacanza di capodanno (4-8 giorni), di primavera (3-6 giorni) e di ferragosto (2-4 giorni)
Questo ragazzo ha potuto usare meno della meta' dei giorni festivi.
Esce di casa alle 6 ritorna alle 23 e i giorni festivi li passa dormendo.
Puo' spesare di andare in ferie solo al momento della pensione a 65-70 anni, oppure morire prima
La moglie perché si e' sposata ha avuto un declassamento e la possibilita' di lavorare in un ufficio senza straordinari e con giorni di vacanza regolari: in cambio di una riduzione del 50% dello stipendio-
Ma con gli anni hanno iniziato a richiedere di non fare piu' le ferie, di fare straordinari obbligatori, di rinunciare ai festivi.
Lo straordinario iniziava 1 ora al giorno poi due poi tre poi 4... fino a 8 ore di straordniario al giorno.
Alla fine ha avuto un collasso e stata ricoverata in ospedale per mesi e licenziata-
Da due anni ancora non si e' ripresa.
Questo e' il metodo di lavoro giapponese.
Il ministero del lavoro dice che i lavoratori devono fare le ferie, i festivi, di non superare dei tetti degli straordinari, di concedere le pause pranzo e caffe....
Ma non mette penali alle ditte.
Solo in caso di morte del lavoratore hanno una indagine e devono pagare un tot alla famiglia del defunto
Intervengo in questa discussione perché quello che hai citato é un aspetto molto interessante del mondo giapponese: sono appassionato, oltre che dal mondo informatico, anche da quello del motociclismo, e tra le varie riviste e informazioni che leggo sulle moto giapponesi, mi ha sempre stupito il modo di lavorare dei giapponesi.
Cito l'esempio di lavoro alla Honda che si estende anche a Kawasaki, Suzuki e Yamaha, ma anche a qualunque industria automobilistica giapponese (oltre che di elettronica o informatica).
Un articolo molto interessante apparso su motociclismo d'epoca spiegava chiaramente che per il giapponese medio (inteso come operaio) il lavoro é ció di piú caro che possiede.
Un giapponese (che non sia un criminale) non potrebbe vivere senza il suo lavoro. Il giapponese non lavora per un interesse personale (almeno cosí viene descritto) ma con la consapevolezza che il SUO lavoro contribuisce alla crescita della collettivitá. Lavora per TUTTI gli altri che lo circondano. Il concetto dell'onore e del rispetto é ai massimi livelli per un operaio e la qualitá del suo lavoro e la sua serietá é il suo biglietto da visita e ció che gli conferisce dignitá.
Quello che hai descritto tu é possibilissimo e altamente probabile con la differenza che un "europeo" lo chiama "sfruttamento", mentre per un giapponese é normalitá. Per questo le industrie giapponesi hanno un livello qualitativo di produzione altissimo. E' proprio una cultura "aliena" alla nostra.....come i loro ritmi di lavoro. Logico che qualunque europeo abbia difficoltá ad adattarsi al loro stile di vita ma c'é chi lo capisce e si adatta.
Quello che hai descritto tu é possibilissimo e altamente probabile con la differenza che un "europeo" lo chiama "sfruttamento", mentre per un giapponese é normalitá. Per questo le industrie giapponesi hanno un livello qualitativo di produzione altissimo. [...]
Mah... quello che ha descritto lui - uno sproposito di straordinari e quasi niente vacanze - non porta a "un livello qualitativo di produzione altissimo", anzi porta a un rapido esaurimento del lavoratore, con costi enormi per l'azienda e soprattutto per tutta la società. Se tutti lavorassero in tali condizioni, entro pochi anni la nazione intera si sgretolerebbe.
Comunque i conti non tornano: se per l'individuo il lavoro è importantissimo e ne va fiero più di ogni altra cosa, perché deve essere sorvegliato peggio di un prigioniero?
Quoto, la libertà è il primo valore, cerchiamo di non farci infinocchiare dal "fai quel che è giusto perchè qualcunaltro dice che lo è".
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