La Cina rivaluta il divieto sulla vendita dei videogiochi

La Cina rivaluta il divieto sulla vendita dei videogiochi

Dal 2000, in Cina non si possono vendere videogiochi per console tramite i canali tradizionali. Dopo la notizia, azioni Sony e Nintendo in rialzo.

di pubblicata il , alle 17:01 nel canale Videogames
SonyNintendo
 

Secondo fonti vicine al regime che detiene il potere in Cina, le autorità locali si incontreranno per discutere una possibile rivalutazione del divieto che dal 2000 impedisce la vendita dei videogiochi per console nel territorio cinese. Secondo le autorità che hanno imposto il divieto, questi videogiochi avrebbero un forte ascendente sulle menti dei giovani cinesi, inculcando dei precetti tipici della società occidentale, considerati inadatti.

"Stiamo rivedendo le politiche in materia, abbiamo condotto alcune indagini e tenuto colloqui con gli altri ministeri sulla possibilità di aprire al mercato delle console da gioco", dice una fonte vicina al Ministero della Cultura secondo quanto riporta China Daily. "Tuttavia, dal momento che il divieto è stato emesso da sette ministeri più di dieci anni fa, avremo bisogno di approvazione da ognuno di essi per rimuoverlo".

Dopo che questa indiscrezione ha iniziato a diffondersi, le azioni Nintendo hanno guadagnato 9,1 punti presso la borsa di Tokyo, fino a raggiungere il valore di 1.407 yen, il più alto da aprile 2012. Sorte analoga è toccata alle azioni di Sony, con un guadagno del 3,4% fino a un valore di 9.630 yen, il più alto dal 7 dicembre.

È chiaro che sotto azioni protezionistiche come questa si nascondono anche interessi imprenditoriali locali, protetti dal governo cinese, che si preoccupa anche di difendere la crescita economica della nazione. Questa situazione, però, determina delle forti difficoltà per le economie occidentali, alle quali risulta impossibile fare esportazioni in quella che è la nazione con la maggiore crescita degli ultimi 10 anni.

11 Commenti
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Lithios28 Gennaio 2013, 17:21 #1
Con il suo modello governativo la cina si posizione sicuramente in vantaggio rispetto all'occidente, anche se a farne le spese sono le libertà individuali dei cinesi. Con la sua smania di fare il bello è il cattivo tempo, la Cina può spostare milioni di dollari di qua o di là con una semplice piccola decisione.
mau.c28 Gennaio 2013, 21:02 #2
ci deve essere una certa pressione ... se buttano il wii in quel calderone fanno una barca di soldi. ne possono vendere forse altri 50 milioni?
VILLO198828 Gennaio 2013, 21:58 #3
Non vi sembra strana una notizia del genere, visto che si continua a leggere che il mercato console è saturo, ed il business va rivisto?
mau.c28 Gennaio 2013, 22:50 #4
Originariamente inviato da: VILLO1988
Non vi sembra strana una notizia del genere, visto che si continua a leggere che il mercato console è saturo, ed il business va rivisto?


no, mi sembra in linea, supertangente ai dirigenti del partitone e i problemi dei produttori console sono risolti...

in che senso poi? se il mercato è saturo si lancia un nuovo prodotto, che significa il business va rivisto?
VILLO198828 Gennaio 2013, 23:12 #5
Originariamente inviato da: mau.c
no, mi sembra in linea, supertangente ai dirigenti del partitone e i problemi dei produttori console sono risolti...


Strano però che un paese da sempre chiuso al mercato s'apra così. Ricordiamo che l'occidente è il male per i cinesi.
Supertangenti? probabile..

Originariamente inviato da: mau.c
in che senso poi? se il mercato è saturo si lancia un nuovo prodotto, che significa il business va rivisto?


Il settore console in perdita..

Il semplice concetto di "console" come lo percepiamo oggi, che si continua a dire che non funzionerà in futuro(cito diversi siti online e non solo hwupgrade).

Il wii col tablet, xbox e ps verso centri multimediali, la nuova console di nvidia ecc.
Sandro kensan28 Gennaio 2013, 23:57 #6
I videogiochi sono americano centrici o nel migliore dei casi sono occidentali centrici. Si differenziano un po' i giochi di matrice giapponese. Però la vedo difficile per la Cina fare entrare una orda di storyboard dove la Cina è il male, il nemico, ecc, ecc.

Poi visti i giochi che ci sono in giro e certi individui che si addestrano virtualmente a fare la guerra, forse è meglio il ban cinese. I giovani possono giocare a pac man che fa perdere tempo ma fa meno male. Scusate il pensiero retrogrado.
zanarkand29 Gennaio 2013, 00:01 #7
Mai saputa questa cosa , ma allora in Cina cosa infilano nelle loro console?

Beh, magari potrebbe essere la volta buona di avere qualche SH che lanci WW titoli che non siano appunto i soliti clichè centro-occidentali
Gnubbolo29 Gennaio 2013, 00:21 #8
i videogiochi cinesi non sono neppure tanto brutti, anzi sono come quelli di 10 anni fa, belli duri come CS, Americas Army e Ghost Recon.
diversi dal lento smooth consolaro di oggi.
kirylo29 Gennaio 2013, 08:59 #9

Occidentalicentrici?

Scusate, ma siamo o non siamo i cosiddetti occidentali? Cosa vi aspettate, che facciamo gli asiatici? questo spetta a loro. Prima elogiate gli asiatici perché sono protezionisti e poi disprezzate la vostra cultura perché non è come quella asiatica? Un controsenso. Di giochi belli in occidente ce ne sono, prima di parlare informatevi, poi i giochi di guerra come i film di guerra e le storie di guerra hanno sempre un loro fascino, e visto che vendono le Software house li producono, altrimenti come fatturi a fine mese? ma questo è un altro discorso.
hombre29 Gennaio 2013, 09:08 #10

Vi spiego io il problema dove sta...

La Cina e' sicuramente un paese dove da parte del governo ci sono molti divieti e controlli. Ma nonostante questo e' facilissimo reperire una consolle qui (dico qui perche' in questo momento mi trovo a Shanghai) e per i giochi... Tra le altre cose esistono anche giochi per PC che sono altrettanto di matrice occidentale. Per cui il governo, facendosi due conti, si e' reso conto che comunque no puo' limitare questo fenomeno in questo modo, tanto vale allora guadagnarci sopra e cercare, prossimo passo sicuramente, di spostare anche le produzioni di video giochi qui.

Questo e' il mio parere ovviamente.

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