Konami abbandona lo sparatutto sulla guerra in Iraq
Secondo quanto riprotato da un sito giapponese, Konami avrebbe deciso di abbandonare la produzione di Six Days in Fallujah, controverso sparatutto in prima persona ambientato nella guerra in Iraq.
di Rosario Grasso pubblicata il 28 Aprile 2009, alle 11:40 nel canale Videogames
57 Commenti
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al giorno d'oggi ogni divieto è sempre visto come un'intollerabile privazione di libertà. I divieti non possono farli i singoli li deve imporre un'autorità costituita; con il rischio che sbagli.Come si può farneticare dicendo che ognuno è libero di scegliere!!! Allora io con la mia 911 sono libero di andare a 270 in autostrada??? Perchè privarmi di questo? Perchè non trasmettono film porno all'ora di cena? Perchè privarsi di questo?
Internet è una gran cosa, forse una delle migliori, ma aiuta a diffondere l'idea che tutto debba sempre essere lecito. E così facendo non credo che faremo molta strada.
in fondo, il loro intento era di far conoscere cosa è successo veramente là...
allora se tanto mi da tanto, vietiamo ai telegiornali di parlarne, o alla stampa...
io la vedo così. questo anche per, ad esempio, gta... è una sottospecie di simulazione che con toni e modalità ovviamente esagerati fa vedere cosa succede compiendo atti criminosi. o no? rubi un'auto e sei ricercato, spari ad una persona e questa muore, dalle persone esce il sangue, il tutto, ripeto, ovviamente modificato ed enfatizzato o minimizzato (a seconda di cosa si parla) per essere giocabile...
ritornando al gioco konami, "Intendevamo, comunque, rendere la realtà delle battaglie in modo che i giocatori potessero rendersi conto dell'atrocità della guerra."; mi sembra una cosa giustissima. siamo arrivati a 5 COD, e, qualsiasi cosa si dica sul fatto che la IIGM sia più lontana (anche se i morti restano morti, gli invalidi invalidi, ecc...), tratta comunque di guerra (e non ditemi che non è una guerra così rilevante e sentita), di morte, di violenza. però ne esce uno all'anno circa. oppure, quanti giochi sul vietnam hanno fatto?
dai su, questa cosa non la capisco, spero ci ripensino.
la colpa (e qua si cade nel banale) non è del publisher o della SW che fa il gioco, ma è di chi lo compra, e parlo di genitori con i loro figli che sanno lamentarsi ma poco attivarsi....
Indubbiamente non è censura.
Non è stato un organo esterno a imporre a Konami lo stop, semplicemente non lo sviluppano più per non rischiare un possibile danno d'immagine.
LA CENSURA E' BEN ALTRO.
Non è stato un organo esterno a imporre a Konami lo stop, semplicemente non lo sviluppano più per non rischiare un possibile danno d'immagine.
chiamasi autocensura, ancora peggio della censura imposta esplicitamente.
Il timore di non poter parlare di determinati argomenti non dovrebbe esistere in stati che si definiscono democratici e liberi.
di autorità costituite che limitano la mia libertà ne faccio a meno grazie.
no ma solo perché potresti danneggiare altri, affittati una pista in solo e vai pure a 100000000 fatti tuoi.
Dimmi invece chi verrebbe danneggiato se io giocassi al gioco konami.
questa è una cazzata infatti, per fortuna esiste internet
poveri piccoli prima fanno una guerra e poi cercano di nascondere i fatti scomodi
x wolfang
Tu le autorità costituite le usi ogni secondo....che siano stati o multinazionali rispetti le loro regole...sempre che ad internet non ti colleghi con i piccioni viaggiatori.Era ovvia e banale la critica sulla 911, difatti hai risposto in modo corretto. Quella sui film porno, non potendo replicare, poichè simile a quella del gioco hai bypassato.
La libertà è una delle cose più importanti, ma le regole per educare lo sono altrettanto.
Konami probabilmente ha preferito non imbarcarsi in un'avventura poco produttiva, e come tale ha desistito. Non lo ha fatto per sensibilità o morale lo ha fatto solo guardando al proprio portafoglio.
Ma questa si chiama MANO INVISIBILE DELL'ECONOMIA, e se serve, ben venga.
Stavano facendo un VIDEOGIOCO...!!!!
Come fate a scrivere "chi verrebbe danneggiato?". Se faccio un gioco in cui sono uno sciacallo che gira per le case terremotate dell'Aquila a fregare televisori difendereste il mio diritto di espressione?
Il timore di non poter parlare di determinati argomenti non dovrebbe esistere in stati che si definiscono democratici e liberi.
Guarda che del gioco ( il determinato argomento ) stiamo già parlando.
Comunque, l'autocensura serve solo a chi non ha il coraggio di portare avanti le proprie idee.
...pero' effettivamente mi metto nei panni della famiglia che ha perso il figlio 5 anni fa e ora sente il vicino di casa che si diverte con questo gioco...
è come se tra un anno facessero un gioco sul terremoto all'acquila...sarebbe di cattivo gusto e poco sensibile
tra qualche anno quella guerra sarà sentita lontana come le 2 guerre mondiali su cui sono ambientati la maggiorparte dei giochi di guerra e probabilmente un gioco simile verrà riproposto
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