Esa: rimossi 5 milioni di file associabili alla pirateria nel 2012
L'Entertainment Software Association ha pubblicato il suo rapporto per il 2012 sulla pirateria, in cui evidenzia le misure prese nel corso dell'anno.
di Rosario Grasso pubblicata il 29 Maggio 2013, alle 16:00 nel canale VideogamesEntertainment Software Association è l'organo che si occupa di difendere gli interessi delle principali case editrici di videogiochi. Ha appena pubblicato il suo rapporto per il 2012 sulla pirateria, in cui dettaglia quali misure sono state prese per arginare il fenomeno.
Nel corso dell'anno, Esa ha portato avanti azioni al fine di rimuovere qualcosa come 5 milioni di file che in un modo o nell'altro rimandavano a contenuti piratati. I siti che riportavano i link sospetti hanno rimosso i riferimenti a più della metà di questi file entro 24 ore dall'arrivo della notifica dell'Esa. Quest'ultima ha inviato circa 3,4 milioni di avvisi ai provider Internet circa l'attività peer to peer sui videogiochi protetti da copyright. Ha inoltre fatto pressione su Google affinché rimuovesse quasi 100 mila risultati dal motore di ricerca che includevano link a file che violavano il diritto d'autore.
L'organo di rappresentanza statunitense non si è limitato a un'attività sulla rete. Si è infatti sporcato le mani in maniera diretta anche in alcuni casi specifici accaduti negli Stati Uniti e nel Canada riguardanti hardware e software contraffatti. Ha aiutato le forze dell'ordine a rintracciare un venditore di giochi pirata in Illinois e un paio di negozi in California che facevano modding di console.
Azioni simili sono state fatte anche in Messico, Brasile, Singapore, Hong Kong e Corea. In questi casi Esa ha collaborato con le forze dell'ordine locali, i governi e anche con la Royal Canadian Mounted Police.
Infine, Esa fa sapere di aver organizzato 32 sessioni di formazione per aiutare i funzionari di polizia internazionali nell'identificazione dei casi di pirateria che si verificano all'interno dei territori di loro giurisdizione.
19 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoDomanda, in che modo un prodotto commerciale (sia esso un VG, un brano musicale pop, un film, un libro a caso) è considerato cultura?
Non stai parlando di informazioni, di libri di testo scolastici, saggi, pubblicazioni scientifiche etc.
Non stai parlando di documentari o di inchieste giornalistiche.
Non stai parlando di classici della musica.
Stai parlando di prodotti superflui, equiparabili a beni di lusso per i quali non vanti alcun diritto ne puoi creare giustificazioni in alcun modo.
La frase corretta che dovresti dire (se tu fossi onesto intellettualmente) è: "Voglio tutto, ora, subito e dato che è facilmente reperibile senza pagare il dovuto ne approfitto e scarico per mio personale tornaconto".
straquoto
condivido ogni virgola
Non stai parlando di informazioni, di libri di testo scolastici, saggi, pubblicazioni scientifiche etc.
Non stai parlando di documentari o di inchieste giornalistiche.
Non stai parlando di classici della musica.
Stai parlando di prodotti superflui, equiparabili a beni di lusso per i quali non vanti alcun diritto ne puoi creare giustificazioni in alcun modo.
La frase corretta che dovresti dire (se tu fossi onesto intellettualmente) è: "Voglio tutto, ora, subito e dato che è facilmente reperibile senza pagare il dovuto ne approfitto e scarico per mio personale tornaconto".
gli estremismi, da una parte e dall'altra, sono ugualmente sbagliati, a mio modesto modo di vedere. Ma ciò che le major stanno facendo è volere botte piena, moglie ubriaca e magari anche vino nella botte.
Tengono prezzi assurdi, non fanno distinzione tra file sharing innocuo e lucro, e da tempo hanno imposto tasse su ogni media considerabile di archiviazione.
Posso condividere in parte il discorso sui videogames e film, ma mi pongo una domanda molto semplice. Il ciclo di guadagno effettivo di un prodotto di questa natura è di 6-12 mesi, e non sono io che lo dico...
riguardo la musica il discorso è differente, poichè sappiamo tutti che la SIAE non tutela gli autori, ma sè stessa, e il guadagno all'artista, al netto, è di circa il 15%, se va bene, poichè gli introiti maggiori sono ottenuti dalle tournèè, e lì non c'è pirateria che tenga.
Sono il primo a condannare ferocemente lo scaricamento selvaggio solo per avere l'ultimo film al cnema, che poi magari non interessa neppure. Personalmente, quando posso compro originale o vado al cinema, proprio per il gusto di farlo. Ma se vogliamo contrastare efficacemente la pirateria, urge una riforma profonda del copyright, fermo praticamente alla concezione del 1800.
Tengono prezzi assurdi, non fanno distinzione tra file sharing innocuo e lucro, e da tempo hanno imposto tasse su ogni media considerabile di archiviazione.
Posso condividere in parte il discorso sui videogames e film, ma mi pongo una domanda molto semplice. Il ciclo di guadagno effettivo di un prodotto di questa natura è di 6-12 mesi, e non sono io che lo dico...
riguardo la musica il discorso è differente, poichè sappiamo tutti che la SIAE non tutela gli autori, ma sè stessa, e il guadagno all'artista, al netto, è di circa il 15%, se va bene, poichè gli introiti maggiori sono ottenuti dalle tournèè, e lì non c'è pirateria che tenga.
Sono il primo a condannare ferocemente lo scaricamento selvaggio solo per avere l'ultimo film al cnema, che poi magari non interessa neppure. Personalmente, quando posso compro originale o vado al cinema, proprio per il gusto di farlo. Ma se vogliamo contrastare efficacemente la pirateria, urge una riforma profonda del copyright, fermo praticamente alla concezione del 1800.
quoto tutto e aggiungo che la SIAE tutela solo i grandi artisti/editori, la conferma la si trova leggendo le ripartizioni
quando è stata l'ultima volta che hanno trasmesso Fino alla fine del mondo di Wenders in tv? e se io voglio vederlo e nessuno lo ha più in catalogo?
Non stai parlando di informazioni, di libri di testo scolastici, saggi, pubblicazioni scientifiche etc.
Non stai parlando di documentari o di inchieste giornalistiche.
Non stai parlando di classici della musica.
Stai parlando di prodotti superflui, equiparabili a beni di lusso per i quali non vanti alcun diritto ne puoi creare giustificazioni in alcun modo.
Non secondo chi li produce, che accede a denaro pubblico accampando proprio i motivi culturali.
Se fanno pagare alla gente equi compensi e fondi pubblici per motivi culturali allora la gente avra' la sensazione di aver "gia' pagato", quindi scarica.
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