Bloccata la commercializzazione del jailbreak per PS3
La Corte Federale d'Australia ha proibito ai tre rivenditori che lo avevano messo in commercio di continuare a vendere il dongle con il jailbreak per PlayStation 3.
di Rosario Grasso pubblicata il 30 Agosto 2010, alle 09:20 nel canale VideogamesPlaystationSony
Un'ingiunzione temporanea, riguardante il solo mese di agosto, della Corte Federale d'Australia proibisce la commercializzazione del dongle con il jailbreak per PlayStation 3, la cui esistenza era stata rivelata la scorsa settimana. Sono tre i rivenditori australiani che avevano iniziato la commercializzazione, OzModChips, Quantronics e Modsupplier, ma adesso sono stati costretti a bloccarla.
L'ingiunzione, ottenuta da Sony dopo svariate pressioni, riguarda il solo mese di agosto. La Corte Federale si riunirà nuovamente nella giornata di domani per stabilire se l'ingiunzione debba essere permanente o se bisognerà sospenderla, riabilitando la commercializzazione del dongle che consente di eseguire software homebrew, ma anche giochi piratati, su PlayStation 3. Oltre che per l'Australia, l'ingiunzione potrebbe essere estesa ad altre nazioni.
"Non è stato fatto niente di illegale e l'ingiunzione voluta da Sony è una tattica intimidatoria", hanno detto coloro che hanno creato il jailbreak per PlayStation 3. "Il nostro dongle non include codice protetto da copyright e non intereferisce con leggi che tutelano la proprietà intellettuale. Il dispositivo è pensato per consentire l'esecuzione di software homebrew".
Il dongle, tuttavia, permette di scaricare l'intero contenuto del disco Blu-ray sull'hard disk e di eseguire i giochi da quest'ultimo. Consente anche di impedire l'installazione dei firmware aggiornati. Il costo della soluzione è di 170 dollari australiani, circa 120 euro.
Secondo voci, la creazione del jailbreak è avvenuta per via di un contatto tra gli hacker e un dipendente di un centro di servizio per verificare e riparare le unità PS3. Quest'ultimo avrebbe fornito al primo la documentazione e il cosiddetto Jig-Stick, ovvero il dispositivo utilizzato per avviare un firmware speciale integrato prima di quello originale installato sulla PS3. Il jailbreak sarebbe stato creato in Cina.
La sentenza della Corte Federale australiana segue quelle dei Tribunali di Milano e dell'Aia che hanno proibito la commercializzazione nei territori di competenza dei dispositivi R4 che consentono l'installazione di software non autorizzato sulle console Nintendo DS.
39 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoComunque secondo me quella chiavetta altro non è che una chiavetta dati con del sw creato apposta, un po' come successe per le chiavette EFI-X che altro non erano che chiavette usb dati con il chip per criptarne il contenuto.
Io sarei dell'idea di immergere la scheda madre in un bagno di resina. a parte chip che devono essere ventilati.
nel caso si guastassero al 99% cambiano sempre tutta la scheda non solo il singolo componente.
in questo caso nessuno potrebbe modificare senza rompere il tutto
inoltre i centri di riparazione dovrebbero solo cambiare il pezzo intero.
ora la scappatoia e' stata trovara perche' il centro di riparazione aveva strumenti troppo evoluti.
il centro dovrebbe cambiare un cavo rotto o il disc player o la scheda non avere strumenti che consentono l'hackeraggio
e risparmiano di fare ingiunzioni varie..
Io sarei dell'idea di immergere la scheda madre in un bagno di resina. a parte chip che devono essere ventilati.
nel caso si guastassero al 99% cambiano sempre tutta la scheda non solo il singolo componente.
in questo caso nessuno potrebbe modificare senza rompere il tutto
da quello che ho capito, parlano di dongle, quindi direi chiavetta USB.. niente modifiche HDW
ora la scappatoia e' stata trovara perche' il centro di riparazione aveva strumenti troppo evoluti.
il centro dovrebbe cambiare un cavo rotto o il disc player o la scheda non avere strumenti che consentono l'hackeraggio
E' probabile che il centro di riparazione abbai maniera di avviare la PS3 da uno strumento diagnostico che 'prevale' sul boot standard (e che probabilmente effettua controlli sul BIOS e quant'altro senza avviare effettivamente il 'core') e permette eventualmente riparazioni 'software' o controlli di validita' che il BIOS ufficiale blocca.
Da quel che ho capito, uno dei dipendenti di un cetro assistenza avrebbe fornito esternamente uno di questi sofwtare (un sacco di server 'seri' lavorano cosi': permette di avere su un sistema di controllo anche se il server stesso non riesce a partire...)
Comunque, ci si augura che il governo australiano, diversamente dalle pessime risposte date dalla (in)giustizia italiota, sappia prendere la via corretta....
speriamo riescano a bloccare la commercializzazione fino a che non si trova una soluzione seria (che poi basterebbe tenere duro fino all'uscita di GT5 ed obbligare ad installare un firmware con un blocco del jailbreak per poter avviare il gioco)..
Io dico che i giochi si comprano originali.
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