Recensione Street Fighter V: tattica, più che tecnica

Recensione Street Fighter V: tattica, più che tecnica

La saga di Street Fighter rappresenta un pezzo della storia del videogioco, per non parlare di quella dei picchiaduro. Vediamo quali sono le caratteristiche principali dell'ultimo titolo da poco rilasciato su PS4 e PC, adesso che sono stati superati alcuni difetti tecnici.

di pubblicato il nel canale Videogames
HalifaxStreet Fighter
 

16 stelle ... per ora

Un altro elemento che lascia intendere quanto SF V sia incompleto è il roster: attualmente esso è composto da soli 16 personaggi che, per quanto siano stati scelti e realizzati (quasi in ogni caso) con cura molto elevata, sono decisamente pochi rispetto agli standard di mercato (ma anche rispetto agli oltre 40 di Ultra Street Fighter IV).

Con l’imminente aggiornamento di marzo, il roster verrà arricchito dal ritorno di Alex (scomparso dai radar dopo le varie versioni di SF III) e, successivamente - pare a cadenza mensile -, metteremo le mani su Guile, Balrog, Ibuki, Juri e Urien. Di nuovo una logica a puntate, insomma. Per ottenere questi nuovi lottatori dovremo utilizzare la valuta in-game, conquistata giocando, oppure pagare con denaro reale: Capcom non ha perso il vizio…

Attualmente, si diceva, il roster è circoscritto ma ben assortito. Pare che Ono e il suo team abbiano operato scelte molto oculate, soprattutto per rendere il roster quanto più diversificato possibile (per questo, pare, Sagat attualmente non è nei piani di SF V e il suo posto, al fianco di Bison, è stato preso da F.A.N.G.).

A oggi le new entry assolute sono 4. Necalli è un lottatore selvaggio che, per l’approccio alla lotta, potrebbe ricordare Blanka. Emissario delle divinità azteche, Necalli sfida, distrugge e ‘assorbe’ tutti i lottatori più potenti del mondo. L’approccio al combattimento, utilizzando, il fighter centroamericano, pare dover essere un mix di prese, colpi standard e proiezioni orizzontali. Laura è una guerriera brasiliana (è la sorella del Sean visto in SF III) e ha come fine ultimo l’esportazione del jiu-jitsu prodotto dalla propria famiglia. A livello di gameplay, la prosperosa brasiliana, sembra ricordare lo stile di Elena (anche se incentrato sulla mobilità, piuttosto che sulla portata). La sua dimestichezza con l’elettricità e la sua provenienza geografica, però, non possono non richiamare anche Blanka.

Rashid, il rampollo di una ricca famiglia medio-orientale, gira il mondo per mettersi alla prova, forte della tecnologia che si può comprare, della sua agilità (il suo stile ricorda il parkour) e del controllo dell’aria (similmente a Cody, può creare piccoli tornado, dotati però di maggiori variabili). Attualmente mi pare essere uno dei personaggi più deludenti del roster, ma sono solo impressioni iniziali.

F.A.N.G. è forse il personaggio più strano di tutto SF V. Tra i leader di un’organizzazione criminale sgominata da Bison, F.A.N.G. decide di giurare fedeltà proprio al comandante di Shadaloo: di fatto il cinese andrà a sostituire Sagat. Uno degli scenari di gioco è ambientato nella base di Shadaloo: nella versione multiplayer le quattro statue di sfondo (realizzate similmente ai volti dei Presidenti Usa del monte Rushmore) rappresentano Balrog, Bison, Vega e F.A.N.G.. Nello story mode, invece, prima della caduta dell’organizzazione di F.A.N.G., al posto dell’allampanato cinese, c’è ancora il volto di Sagat. F.A.N.G è altissimo, possiede arti molto lunghi e movenze particolari (languide, dinoccolate). È per certo disturbante. Anche la sua voce - molto acuta - e gli abiti - così ampi da non far intuire la precisa posizione di braccia e mani - contribuiscono a confondere. Il suo potere principale consiste nell’utilizzo del veleno: i colpi speciali inferti con questa dannosa sostanza violacea, sono un’assoluta novità per la serie, visto che continuano a far perdere energia all’avversario, almeno finché questo non sarà in grado di colpire F.A.N.G.. Queste tecniche e la conformazione fisica di F.A.N.G, unite alla sua personalità (incentrata primariamente sulla necessità di sopravvivere e di scalare le gerarchie di Shadaloo), rendono lo spilungone orientale un personaggio presumibilmente da utilizzare per attacchi mordi e fuggi, volti a mettere sotto pressione l’avversario con il veleno, per poi tenerlo a distanza di sicurezza. Strano, interessante e disturbante (non come il ‘mitico’ Voldo… Ma non ci allontaniamo troppo).

Chi, tra questi rookies, saprà entrare in pianta stabile nell’immaginario di SF? Difficile dirlo già ora, ma la singolarità di F.A.N.G. potrebbe giocare a suo favore…

SF V ripropone, poi, Birdie (lento, fortissimo e con un’ampia portata d’attacco), Karin (orientata sul corpo a corpo ritmato, sul mettere pressione all’avversario con una rapida serie di attacchi a corto raggio), Rainbow Mika (la giovane wrestler sembra essere tra i personaggi più forti del roster: prese, rapidità e ampio raggio la rendono temibile) e Nash (tra i personaggi più rivoluzionati nel gameplay, visto che non è più un personaggio a caricamento. Fa della rapidità e del cambio di posizione la propria prerogativa). A completare il roster, poi, ci sono gli immancabili Ryu, Zangief, Dalshim, Chun-Li, Bison, Cammy, Ken e Vega.

Come accennato a proposito di Nash, sono molti i personaggi ad essere stati modificati nella propria gestione. Di base, Capcom ha cercato di limitare al massimo le mosse a caricamento e, come detto, ha provato a differenziare quanto più possibile lo stile di ogni lottatore.

Due casi emblematici possono essere rappresentati da Ken e, soprattutto, Vega. Il lottatore Usa è stato ulteriormente ‘spinto’ a inseguire il proprio carattere aggressivo e sfrontato: adesso, Ken, è molto più offensivo di Ryu: molte delle sue mosse sono dotate di una rapida orizzontalità. In questo modo la sua condotta migliore pare proprio essere quella deputata all’assalto.

Vega, invece, ha conosciuto un vero e proprio ‘reset’ nei comandi: basta con le mosse a caricamento, tutto funziona attraverso le mezze-lune e il ‘famigerato’ shoryuken command. Il ninja-matador, così, è ancora più rapido, ma ha perso un po’ di imprevedibilità. In compenso, c’è un maggior controllo e una più marcata possibilità di scelta durante l’iconico Flying Barcelona Attack: ora la presa (Izuna drop) non è più collegata a tempismo e calcolo di frame, ma è effettuata tramite la pressione consapevole dei tasti di presa (certo: si deve comunque essere nella posizione corretta). L’iberico sposa alla perfezione la filosofica di SF V (che vedremo tra poco) e consente un approccio complessivo alla sfida estremamente confacente alla sua formazione da torero: mi pare evidente che un match disputato utilizzando Vega, vada impostato provocando e ‘punzecchiando’ l’avversario, al fine di farlo esporre per poi punirlo duramente. Vega, infatti, non può reggere un confronto a viso aperto, basato sulla forza bruta, e non possiede nemmeno troppi strumenti per mettersi al sicuro dopo un errore. Giocare con Vega è un po’ come affrontare il toro nella plaza, insomma. E non è affatto male.

 
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