Tearaway, avventure di carta anche su PS4

Tearaway, avventure di carta anche su PS4

Media Molecule ha reinterpretato la versione PS Vita di Tearaway per renderla compatibile con PlayStation 4. L’avventura vissuta dal messaggero di carta è sostanzialmente la stessa, ma le rinnovate forme d’interazione, specificamente pensate per adattarsi al DualShock 4, pongono il titolo sotto una nuova luce.

di pubblicato il nel canale Videogames
SonyPlaystation
 

Nuove forme d’interazione

Il simpatico mondo di Tearaway è rappresentato come un microcosmo platform a tre dimensioni, composto esclusivamente di carta, all’interno del quale sono presenti animali, prati, montagne, e… messaggeri. Tra questi messaggeri c’è il piccolo Iota, incaricato di recapitare un’importantissima missiva al mondo reale, definito mondo dei “Tu”. Per farlo dovrà attraversare vie impervie, aiutare improbabili compagni di viaggio, sostenere molte sfide e soprattutto sconfiggere le malefiche cartacce che hanno contaminato la quiete e la serenità delle lande cartacee.

Queste basilari premesse narrative servono come giustificazione per l’interazione, che vede il giocatore posto in posizione di controllo, eretto ad entità superiore dalla quale dipendono le sorti dell’avventura e la vita dell’improbabile postino. In alternativa al personaggio maschile è ancora una volta presente anche la messaggera Atoi, che può essere selezionata all’inizio dell’avventura.

La principale novità nel sistema di controllo è affidata al giroscopio e alla luce posteriore integrati nel DualShock 4. Tramite la pressione del grilletto destro è infatti possibile illuminare lo scenario ed eliminare la presenza delle cartacce che lo infestano, farsi luce nei luoghi più oscuri oppure ipnotizzare i nemici per poi costringerli ad eliminarsi da soli. Il touchpad svolge un ruolo abbastanza trasversale, sostituendo sia l’interazione touch screen che le funzionalità affidate al trackpad posteriore di PS Vita. La sua pressione serve, tra le altre cose, ad attivare i tamburi che Iota sfrutta per saltare sui piani superiori delle strutture, mentre rispetto alla versione precedente è stata eliminata l’animazione che riproduceva le dita del giocatore, bucando lo scenario e facendo irruzione nel colorato mondo di carta.

Tramite lo scorrimento è invece possibile controllare dinamiche ambientali come le folate di vento, oppure gestire i disegni da preparare sull’apposito tavolo di creazione. Quest’ultima funzionalità ci è sembrata anche quella che si è adattata di meno ai nuovi controlli in confronto alla controparte originaria. Le dimensioni e la precisione tattile dello schermo di PS Vita risultavano infatti molto più efficienti, disegnare prevedeva minori restrizioni ed era meno probabile dover cancellare tutto il lavoro svolto per riprenderlo da zero.

Viceversa, tra tutte le interazioni affidate al touchpad, quella che funziona al meglio è invece relativa alla raccolta degli oggetti e al loro lancio. Quando si desidera interagire con del materiale sarà sufficiente inclinare il pad, girare il protagonista verso la telecamera e premere il pulsante quadrato. Così facendo gli oggetti selezionati finiranno all’interno dell’inquadratura, come se fossero stati inglobato dal pad stesso, e basterà scorrere rapidamente il dito sulla sua superficie per scagliarli contro i nemici o verso determinate parti dello scenario.

Ma Tearaway Avventure di Carta si distingue anche dal punto di vista grafico, essendo stato svolto un lavoro di affinamento sia nelle tonalità cromatiche che nei dettagli delle texture, utile a renderlo fruibile anche su uno schermo di grandi dimensioni. Per di più è stato precisato che lo sfruttamento della luce del pad non sarebbe stato possibile su Vita, sia per le limitate capacità computazionali ma anche per il differente approccio che viene trasmesso nelle due diverse forme d’interazione. Come ha evidenziato il lead creator Rex Crowle, mentre su portatile il significato metaforico è che il mondo di gioco si trova letteralmente nelle mani del fruitore, al contrario l’edizione casalinga punta a far sentire il giocatore come un corpo estraneo, ma in possesso di uno strumento capace d’influenzare il paesaggio circostante e piegarlo al proprio volere.

 
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