Tutti i punti di contatto tra Moby Dick e Metal Gear Solid V

Tutti i punti di contatto tra Moby Dick e Metal Gear Solid V

[ATTENZIONE, SPOILER] Questo articolo va letto solo dopo aver completato il prologo di Metal Gear Solid V The Phantom Pain. Andiamo ad analizzare tutti i punti di contatto tra l'ultimo gioco di Hideo Kojima e il capolavoro della letteratura americana di Herman Melville.

di pubblicato il nel canale Videogames
Halifax
 

Non abitiamo in una nazione, ma in una lingua (cit. Emile Cioran)

Fra i mille motivi di stupore del prologo di Metal Gear Solid V The Phantom Pain, il primo in ordine cronologico riguarda il momento in cui il professore che ha in cura Big Boss chiama il suo paziente "Ahab". Quando ho sentito questo nome ho fatto subito un balzo sulla sedia: da lì in poi ne avrei fatti molti altri per lo spessore emotivo e culturale del prologo (e poi anche del resto del gioco), ma questa prima citazione è di quelle che non dimentichi facilmente. È di quelle che ti portano a scavare perché vuoi saperne di più.

Qualche minuto dopo ecco che si verifica un'esplosione e delle forze armate penetrano nella struttura, uccidendo il professore. A quel punto è un paziente che ha appena subito un trapianto della testa ed è completamente bendato che si incarica di scortare Big Boss fuori dalla struttura. Il nome di questo misterioso paziente? Ishmael. A questo punto faccio mente locale e riesco a unire tutti i punti.

Mi viene in mente il primo filmato con cui The Phantom Pain venne rivelato. Si tratta degli Spike Video Game Awards del 2012, evento utilizzato da Kojima e soci per il world premiere del nuovo progetto. In quell'occasione viene mostrato un trailer estremamente criptico e non viene detto che l'autore è Hideo Kojima né che si tratta del nuovo capitolo di Metal Gear Solid. Anzi, la software house che avrebbe sviluppato il gioco risulta essere una fantomatica Moby Dick Studio. Ecco il filmato in questione (ci riferiamo nello specifico al momento a 0:16).

A questo punto diventa chiaro che non solo le citazioni a Moby Dick sono tutto fuorché involontarie, ma anche che c'è un parallellismo tra i significati di quella che è una delle principali opere della letteratura americana e l'ultimo videogioco di Kojima. E non è tutto, perché il significato dell'una si completa e si spiega grazie al significato dell'altro, e viceversa.

Ahab è il nome che nella versione originale in inglese di Moby Dick ha il Capitano Achab. Dopo essere stato attaccato da una balena e aver perso l'uso di una gamba e di un occhio, nel romanzo Achab è disposto a tutto, anche a mettere a repentaglio l'incolumità degli uomini del suo equipaggio, pur di vendicarsi della balena. Ishmael, il cui nome in italiano è Ismaele, è invece il protagonista di Moby Dick, attraverso la prospettiva del quale si seguono le vicende: dall'arruolamento sul Pequod fino all'attacco finale da parte del Capitano alla balena.

Il Pequod a sua volta è ampiamente citato in The Phantom Pain: visto che l'elicottero che assiste Big Boss durante le operazioni tattiche ha proprio questo nome. L'elicottero di riserva, invece, si chiama Queequeg, che corrisponde al nome del ramponiere proveniente dalle isole dell'Oceano Pacifico che si arruola insieme a Ismaele e vive con lui l'avventura dell'inseguimento alla famigerata balena. Ma sono solamente alcune delle citazioni, visto che Kojima ha preparato una rete di rimandi veramente molto fitta. Ad esempio, proprio durante il prologo i protagonisti si imbattono in una nave che porterà Big Boss via da Cipro (l'isola su cui è rimasto confinato dopo l'incidente di Ground Zeroes) e la chiamano proprio "baleniera".

La citazione più importante sul piano del significato è lo stesso braccio bionico metallico che viene installato sul corpo di Big Boss dopo l'incidente di Ground Zeroes per sostituire l'arto andato perso in seguito all'esplosione. Il Capitano Achab, infatti, ha una gamba d'avorio, dopo che la balena lo aveva privato dell'uso dell'arto originale dopo il loro primo incontro. Stesso ragionamento si può fare sull'occhio bendato: entrambi i personaggi, infatti, si contraddistinguono per portare una benda sull'occhio ferito dopo il primo incontro con i rispettivi "rivali", Moby Dick e Skull Face ovviamente.

Questa sostituzione di arti rimanda al concetto di dolore fantasma, ovvero ciò che dà nome al gioco stesso e che sta alla base del significato dell'ultima opera di Kojima. Il dolore fantasma non corrisponde solamente alla sensazione di dolore provocata dal ricordo rimasto nel cervello di un arto che è stato amputato. Nel significato traslitterato che emerge dalle vicende del gioco è piuttosto quel dolore a livello psicologico che l'essere umano prova quando sente che qualcosa che gli appartiene gli è stata sottratta in maniera violenta. Quella sensazione di prevaricazione che porta ad avere l'istinto irrefrenabile a prevalere nuovamente e che quindi spinge a vendicarsi in modo furioso, irrazionale e incontrollato. Quando non vedi più nessun'altra ragione nella tua vita se non quella di rifarti su chi ti ha così ingiustificatamente attaccato.

La speranza che l'odio soppianti il dolore rende Big Boss demone come lo è il Capitano Achab, un parallellismo che fa toccare ai fan con estrema profondità il percorso che ha trasformato questo fantastico personaggio partorito da Kojima da buono a cattivo. Se nei precedenti capitoli questa trasformazione era tratteggiata in maniera, potremmo dire, "digitale", adesso abbiamo tutta l'analogicità del mondo con un The Phantom Pain che vanta una profondità narrativa, per questi motivi e non solo, che quindi è di qualità eccezionale.

Il sormontare dell'odio che rende così cieco Big Boss viene costantemente confrontato alla voglia di vendetta del Capitano Achab, un personaggio enigmatico e allo stesso tempo fortemente convinto delle proprie azioni, come lo stesso Big Boss del resto. Rifacendoti alla trama di Moby Dick, dunque, capisci meglio il tormento interiore e l'angoscia di Snake, nonché le origini di questi sentimenti. Anche se quest'ultimo è fondamentalmente un personaggio silenzioso, finisce per perdere allo stesso modo il controllo su sé stesso perché accecato da quella voglia di rivalsa così innescata dal "dolore fantasma".

Al di là del fatto che è poco credibile un simile livello di odio da parte di una persona verso un animale, ciò che muove Achab deve essere qualcosa che va oltre. Ha a che fare con il "dolore fantasma" come abbiamo visto, ma c'è dell'altro. La balena, infatti, rappresenta in Moby Dick ben più di un semplice cetaceo, come si evince nel romanzo di Melville attraverso i tantissimi paragoni tra balena e metafisica e spiritualità

E allora si sta parlando dell'istinto innato nell'essere umano di primeggiare, che lo porta ad ambire ciecamente a essere leader a tutti i costi per poter mettere a tacere tutto e tutti, e imporre il proprio volere. L'uomo vuole ergersi allo stesso livello di dio per essere in grado di sfidarlo: è la ricerca dell'onnipotenza che muove tutto. Oppure: "È la sete di vendetta dell'uomo che fa girare il mondo", come dice Skull Face in The Phantom Pain.

A sua volta tutto questo, nello svolgimento della storia di The Phantom Pain, si mischia con il contrasto culturale tra popolazioni differenti. Argomento, però, che non vado a toccare onde evitare di rivelare troppo della storia del gioco. Cerco di invogliare quante più persone possibile a fare esperienza di un'opera talmente profonda sul piano culturale, capace di immergere e coinvolgere come solo un videogioco riesce a fare, e incentivare tutti i gamer a cercare di analizzare ogni significato possa esserci all'interno della trama di un videogioco, che certamente non è semplice e banale come probabilmente vogliono far pensare coloro che non hanno sensibilità sullo spessore artistico e semantico di certi videogiochi di oggi.

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10 Commenti
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nicacin01 Ottobre 2015, 13:36 #1
Ma non è oggettivamente un pò troppo lo spazio che state dedicando a questo titolo, considerando che NON è sto gran capolavoro come intendete far credere?

Avete fatto recensione, videostreaming live con domande e quest'articolo..

I gusti personali non dovrebbero essere così evidenti..

IMHO
Therinai01 Ottobre 2015, 20:36 #2
Il bello è che ho letto Moby Dick e in tutto questo tempo non ho mai fatto caso neanche alle citazioni più lapanti, quantomeno a big boss che viene appellato Ahab e all'elicottero denominato Pequod.
Trovo questo articolo molto più interessante di tanta altra roba scritta riguardo the phantom pain. Se non sono staot in grado di notare neanche le più sberluccicanti citazioni cos'altro mi sono perso? Tutti si lamentano che il gioco non è altro che una ripetizione infinita delle stesse missioni e che non c'è storia, però trova uno sfogo ipernarrativo con il collegamento con moby dick.
Mah, comunque ad essere sincero, non ho gran fiducia in Kojinami a questo giro. Sono contento del gameplay, ma per abbindolarmi ci vuole ben altro che un cane, una mega fregna, esercito personale, super base, e una serie di hyperlink a una delle opere letterarie più blasonate di tutte. Della serie: qualunque cosa tu possa desiderare, qui la trovi? Mah... mah... mah... Comunque bel gioco, anzi vado a farmi la mia missione quotidiana, di questo passo ci metterò una vita a finirlo
-giorgio-8702 Ottobre 2015, 10:11 #3
Bhe anche in crisys c'era un capitolo "call me ishmael" eppure li mi sono divertito di più .
A parte gli scherzi, metal gear è prima di tutto un gioco, dovrebbe centrare prima questo obiettivo ( riuscito a metà per molti) e poi essere un opera d'arte.
LEAC03 Ottobre 2015, 01:41 #4
Direi proprio che è arrivato il momento che i videogiochi vengano accettati definitivamente come un media di diffusione artistica e culturale, almeno quanto il cinema è universalmente accettato in tal senso.


P.S.
Benché alcuni stiano dicendo il contrario, Metal Gear Solid V è un colosso. Non tutti lo capiscono, o non subito, ed è anche abbastanza normale.
Spero sia di esempio ai futuri capolavori videoludici.
Dinofly03 Ottobre 2015, 07:55 #5
MGS sarà un buon gioco ma SICURAMENTE non è un opera d'arte.

Originariamente inviato da: LEAC
Direi proprio che è arrivato il momento che i videogiochi vengano accettati definitivamente come un media di diffusione artistica e culturale, almeno quanto il cinema è universalmente accettato in tal senso.


P.S.
Benché alcuni stiano dicendo il contrario, Metal Gear Solid V è un colosso. Non tutti lo capiscono, o non subito, ed è anche abbastanza normale.
Spero sia di esempio ai futuri capolavori videoludici.


Mi spiace ma l'arte è soggettiva solo fino ad un certo punto.
Se paragonato agli standard cinematografici MGS è immondizia pura a livello artistico.
La scrittura è oggettivamente pessima, e non potrebbe essere altrimenti quando partorisci una saga così lunga piena di inutili colpi di scena, la trama è un susseguirsi di proposizioni assurde, incoerenti e raffazzonate.
Dal punto di vista della regia, lascia molto a desiderare, l'uso eccessivo di bullet time, azione cheesy e quant'altro lo rende un titolo di bassa qualità E INESISTENTE INNOVAZIONE che si rivolge al classico pubblico poco sofisticato da "film d'azione".
Inoltre Kojima viola tutte le regole per una buona gestione della sospensione dell'incredulità, rompendola più volte anche per gli utenti meno sensibili.
Alcuni personaggi poi sono al limite del ridicolo, Quiet ha sollevato un polverone e a ragione, le inquadrature del personaggio fanno solo provare imbarazzo per l'autore.

Non è che nel globale sia un cattivo gioco, il gameplay è ottimo, ma rispetto ad altre forme d'arte siamo ancora molto molto molto molto indietro, in quanto a complessità, spessore, tematiche.
Inoltre alcuni personaggi sono invece ben caratterizzati, e qualche tematica è originale e ben affrontata, altre invece viene da piangere per la superificialità dell'autore, ad esempio tutta la tematica dei bambini soldato, inserita a forza in un setting incoerente e inconsistente, frivola. Quasi come dire "avete visto ci occupiamo di temi seri", salvo poi trattarli come li tratterebbe un dodicenne.

Se vuoi avere un indicazione di massima di titoli che invece contengono sicuramente sequenze dall'indubbio valore artistico o comunque una scrittura degna della cinematografia di ottima qualità: Journey (questa è in realtà l'unica opera d'arte fatta e finita, dovrebbe finire nei libri di storia della'arte), Silent Hill 2, Bioshock, The Last of Us, Spec Ops the Line, LA Noire, Grim Fandango.
Ce ne saranno altri, ma tra i molti titoli che ho giocato questi lo sono sicuramente.
Della saga di MGS forse l'unico davvero ben riuscito a livello di scrittura/personaggi/tematiche è il primo.
MannaggialaPupazza03 Ottobre 2015, 12:33 #6
al di là di metal gear bello/brutto, veramente un articolo interessante.
LEAC04 Ottobre 2015, 15:18 #7
Originariamente inviato da: Dinofly
MGS sarà un buon gioco ma SICURAMENTE non è un opera d'arte.



Mi spiace ma l'arte è soggettiva solo fino ad un certo punto.
Se paragonato agli standard cinematografici MGS è immondizia pura a livello artistico.
La scrittura è oggettivamente pessima, e non potrebbe essere altrimenti quando partorisci una saga così lunga piena di inutili colpi di scena, la trama è un susseguirsi di proposizioni assurde, incoerenti e raffazzonate.
Dal punto di vista della regia, lascia molto a desiderare, l'uso eccessivo di bullet time, azione cheesy e quant'altro lo rende un titolo di bassa qualità E INESISTENTE INNOVAZIONE che si rivolge al classico pubblico poco sofisticato da "film d'azione".
Inoltre Kojima viola tutte le regole per una buona gestione della sospensione dell'incredulità, rompendola più volte anche per gli utenti meno sensibili.
Alcuni personaggi poi sono al limite del ridicolo, Quiet ha sollevato un polverone e a ragione, le inquadrature del personaggio fanno solo provare imbarazzo per l'autore.

Non è che nel globale sia un cattivo gioco, il gameplay è ottimo, ma rispetto ad altre forme d'arte siamo ancora molto molto molto molto indietro, in quanto a complessità, spessore, tematiche.
Inoltre alcuni personaggi sono invece ben caratterizzati, e qualche tematica è originale e ben affrontata, altre invece viene da piangere per la superificialità dell'autore, ad esempio tutta la tematica dei bambini soldato, inserita a forza in un setting incoerente e inconsistente, frivola. Quasi come dire "avete visto ci occupiamo di temi seri", salvo poi trattarli come li tratterebbe un dodicenne.

Se vuoi avere un indicazione di massima di titoli che invece contengono sicuramente sequenze dall'indubbio valore artistico o comunque una scrittura degna della cinematografia di ottima qualità: Journey (questa è in realtà l'unica opera d'arte fatta e finita, dovrebbe finire nei libri di storia della'arte), Silent Hill 2, Bioshock, The Last of Us, Spec Ops the Line, LA Noire, Grim Fandango.
Ce ne saranno altri, ma tra i molti titoli che ho giocato questi lo sono sicuramente.
Della saga di MGS forse l'unico davvero ben riuscito a livello di scrittura/personaggi/tematiche è il primo.


Tutto ciò che ho affermato, è che i videogames dovrebbero essere accettati come mezzo di espressione culturale/artistica, e che MGSV è un buon gioco. E non mi pare che tu abbia contraddetto questo.
V3N0M7705 Ottobre 2015, 00:09 #8
al giorno d'oggi tutto passa per arte non è quello il problema.
poi c'è arte e arte, per esempio i liberi di eco (56786 riferimenti culturali) saranno anche arte ma sono pure illeggibili e pallosi come pochi.
Vertex23 Novembre 2016, 23:45 #9
Complimenti a Rosario Grasso, ho letto solo ora questo articolo e devo dire che non sapevo assolutamente di questi riferimenti a Moby Dick
Adesso mi vien voglia di leggere il libro

Devo fare solo un appunto stra-spoileroso:
[SPOILER]quando dici che Big Boss da buono diventa cattivo, ecco questo non è corretto.
Il Big Boss di cui parli è Venom Snake, il medico del vero Big Boss che prende il suo posto in MGS V. E' lui che diventa un demone (con tanto di corno ). E poiché non sappiamo nulla di questo personaggio, a parte il fatto che viene definito come il soldato migliore degli MSF, è un po' forzato dargli del "buono". Tra l'altro, avendo subito pure il lavaggio del cervello durante il coma per potergli innestare ricordi e le esperienze di Big Boss, non è escluso che tutto questo abbia influito negativamente nella sua psiche.
Il Big Boss originale è proprio Ishmael, il misterioso paziente bendato che scorta Venom Snake fuori dall'ospedale.

Metal Gear Solid V(enom)

Si, Kojima è un genio [/SPOILER]

https://www.youtube.com/watch?v=HSH--SJKVQQ
vannicoll18 Aprile 2020, 12:05 #10
Pequod!!

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