Sherlock Holmes Crimini e Punizioni: a tutto Holmes!

Sherlock Holmes Crimini e Punizioni: a tutto Holmes!

È dal 2002 che Frogwares si dedica a Sherlock Holmes. In dodici anni, gli sviluppatori ucraino-irlandesi hanno tenuto alto il nome del detective più famoso della storia anche in ambito videoludico, uscendo sempre con prodotti di livello più che buono che, soprattuto, trasudavano passione per il grande investigatore.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Svolta, ma ancora timida

C&P è un buon prodotto. Svecchia e movimenta la serie di Frogwares dedicata a Sherlock Holmes in molti modi. Dal punto di vista grafico, sfrutta il datato ma ancora performante Unreal Engine 3. Il risultato è un mondo convincente e dettagliato, che però è un po’ statico ed eccessivamente ‘bloccato’.

Per quanto riguarda il fondamentale rigore holmesiano, siamo ancora una volta di fronte a un ottimo risultato, cesellato con cura e con evidente passione. Anche in questo ambito, Frogwares ha deciso di operare un deciso cambio di passo: il nuovo Holmes proposto dalla software house ucraino-irlandese si è finalmente discostato dalla ‘fredda macchina razionale’ e dal personaggio ingessato che la filmografia - spesso incensata - degli anni ’50-’60 ha spesso mostrato. Il nuovo Sherlock è bizzoso e scostante, con un pizzico di teatralità e una forte voglia di mostrare quanto vale. E’ però umano ed empatico, molto più ‘sentimentale’ di quanto si possa credere. Questo non va visto come un cedimento verso la gestione del personaggio proposta da una filmografia più recente (Guy Ritchie), ma come una più efficace e realistica caratterizzazione del detective.

Interessante anche il nuovo stile di narrazione che, in ossequio al Canone holmesiano, predilige la raccolta antologica di 6 brevi casi, invece di un singolo mistero lungo e intrecciato.

Ludicamente, il prodotto confezionato funziona egregiamente: le dinamiche di esplorazione/indagine, interrogatorio/osservazione dell’interlocutore, deduzione/ragionamento consentono di simulare in modo credibile quello che era il ‘mestiere’ di Sherlock Holmes e riescono a risultare divertenti (soprattutto le ultime due). L’innovazione principale, in questo ambito, risulta essere proprio la componente di ragionamento e deduzione che - come descritto più sopra - consente di ‘mettere al proprio posto’ tutti gli indizi e le prove raccolti, per arrivare a formulare la soluzione che più ci convince tra quelle possibili.

I passi giusti fatti da Frogwares, quindi, sono stati compiuti. Ma sono ancora pochi e timidi. Per quanto riguarda il comparto tecnico, nonostante la buona realizzazione complessiva, tutto il mondo di C&P non riesce a risultare credibile, perché troppo vuoto e, soprattutto, troppo bloccato. Per quanto riguarda i termini di credibilità holmesiana, se il lavoro sul detective, come detto, è assolutamente buono, lo stesso non si può dire per quanto riguarda il cast di contorno. Intendiamoci: il lavoro, dal punto di vista canonico, è più che buono, però il personaggi non giocanti restano troppo incolori. Stanno sullo sfondo nella maggior parte dei casi e, quando agiscono in prima persona, lo fanno in modo troppo vincolato al ruolo che gli viene attribuito, senza incidere quasi mai in modo emozionale sulla vicenda.

In termini narrativi, la scelta di non presentare una storia unitaria, di certo ha concesso a Frogwares di operare su misteri ‘circoscitti’ e quindi più efficaci e stringenti. Allo stesso, tempo, però, ha fatto un po’ perdere ‘mordente’ a tutta l’esperienza, che risulta meno intensa. In tutto questo, hanno soprattutto perso di incisività le tanto pubblicizate ‘Scelte morali’ da attuare alla fine di ogni caso: non si ripercuoteranno in modo concreto all’interno del gioco e, oltre alla curiosità di confrontarsi con le scelte effettuate dagli altri utenti, non sembra ci sia vera incidenza.

Per quanto concerne la giocabilità, la sensazione complessiva è quella di un’eccessiva assistenza nei confronti dell’utente, durante quasi tutti i passaggi di C&P. Basterebbe dire che i mini giochi d’azione e i rompicapo possono essere saltati senza conseguenze rilevanti. Le indagini, poi, sono facilitate dalle facoltà di Holmes (che consentono di evidenziare tutti gli elementi interessanti presenti nell’ambiente di gioco) e dal colore differente assunto dalle icone (che ci indicheranno quando un reperto ci avrà detto tutte le informazioni possibili). Negli interrogatori, la godibilissima dinamica di ‘scrutamento’ del nostro interlocutore non presenta mai una vera sfida, visto che - di fatto - non ci sono rischi di fallimento. E così, anche i dialoghi risultano troppo lineari: con poche opzioni ma, soprattutto, troppo semplici.

Il fondamentale e assolutamente buono sistema delle deduzioni (o meglio, induzioni) finali, risente di tutto questo: alternative bloccate e limitate, che rendono la chiusura della vicenda un po’ meno spettacolare di quello che sarebbe potuto essere.

In questa fase, però, non sarà difficile incappare in qualche collegamento errato. Questo non solo per l’effettiva intricatezza di alcuni misteri, ma anche per un’eccessiva presenza di piste alternative sbagliate, ma fin troppo credibili. Se non altro, però, queste ‘coincidenze’, seppur risultando un po’ pretestuose, rendono più pepata la risoluzione dei casi. Quella che manca, insomma, è molto spesso la prova decisiva.

 
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