In attesa dei Link Affiliati di Steam

In attesa dei Link Affiliati di Steam

Perché Valve non ha mai pensato a un Programma Affiliazione sulla scia di quello di Amazon? Potrebbe portare molti siti a parlare di più dell'universo del PC gaming soprattutto in vista dei futuri rilasci di SteamOS e delle Steam Machines.

di pubblicato il nel canale Videogames
AmazonSteam
 

Non vi serve certo un giornalista esperto per capire che il mondo dell'editoria videoludica è in grossa crisi. I grandi produttori hanno bisogno di fare affidamento su realtà solide e, soprattutto, affidabili, nel senso che "non devono uscire dal seminato". La parte di recensione dei giochi più importanti è cruciale e può compromettere grossi investimenti e il lavoro di diversi anni.

Purtroppo, in questo settore se ne vedono di tutti i colori. Molto spesso i produttori mandano i giochi da provare in anteprima solo ai siti fidati, mentre quelli che invece forniscono un servizio più sincero nei confronti dei lettori vengono trascurati, ricevendo magari le copie quando la pubblicazione della recensione negativa può essere innocua. Il tutto dipende ovviamente da un settore che non sta attraversando un periodo particolarmente florido: essendo trainato dalle console, risente infatti fortemente della transizione verso la nuova generazione.

Questa fase ha acuito un problema pre-esistente, legato alla necessità di completare i titoli in poco tempo. Molti dei titoli che hanno fatto parte del line-up di lancio delle nuove console erano semplicemente delle versioni rivedute e corrette di titoli fondamentalmente old-gen, mentre i giochi veramente ottimizzati sui nuovi hardware arriveranno solamente nei prossimi mesi o, più probabilmente, l'anno prossimo (penso a The Witcher 3, Uncharted 4 e Rise of the Tomb Raider).

L'altro grosso problema, a mio modo di vedere le cose, riguarda il riciclo di asset. Abbiamo pochissimi titoli sviluppati veramente da zero, perché nella maggior parte dei casi si preferisce riutilizzare contenuti e tecnologie presenti in titoli già in commercio. Per molte delle serie a cadenza annuale semplicemente non si dispone del budget necessario per poter rifare tutto in soli 12 mesi e quindi titoli come Call of Duty, Fifa, F1 e Assassin's Creed sono incredibilmente simili in tutti i loro capitoli.

E il mondo PC non se la passa molto meglio. Potrebbe sembrare un paragone ardito, ma approssimando un po' il PC sta ad Android come le console stanno ad iOS: semplicemente, per i secondi ecosistemi si è innescato un virtuosismo che consente ai produttori di marginare maggiormente. Sarebbe sbagliato, a mio modo di vedere le cose, criticare una tendenza del genere: nessun settore, infatti, può andare avanti se non è profittevole. Creare delle economie sul pareggio o, peggio ancora, in perdita, a lungo andare produce degli sconquassi economici che portano tutti i protagonisti del settore a perdere.

Questa carenza strutturale dell'ecosistema PC spinge gli sviluppatori di videogiochi a ottimizzare i loro titoli per le console. La conseguenza è che l'hardware dei PC, benché in certi casi raggiunga veramente lo stato dell'arte, non viene quasi per niente sfruttato. Al punto che alcuni produttori insabbiano volutamente le versioni PC dei loro giochi, e questo accade soprattutto per i mercati in difficoltà, come quello italiano, in cui su PC inevitabilmente c'è maggiore pirateria.

L'altro giorno riflettevo però su un particolare, anche valutando il Programma Affiliazione di Amazon. Perché Steam non usa un metodo del genere?

Come sappiamo, infatti, Steam è l'ago della bilancia del mondo del PC gaming: per certi versi, è l'unica speranza per risollevare le sorti di questo settore. Il servizio digitale di Valve accoglie molti titoli indipendenti interessanti, che non sarebbe possibile commercializzare su altre piattaforme o su altri servizi per motivazioni di convenienza analoghe a quelle fatte qualche paragrafo prima. Grazie alle Steam Machines e a SteamOS, Valve sta preparando un ecosistema molto competitivo, finalmente più facilmente intuibile anche per l'utente più distratto e che può diventare un punto di riferimento per gli sviluppatori e un'ancora di salvezza per l'intero mondo del PC gaming.

Ma serve un ulteriore passo in avanti, ovvero una sorta di punto di contatto tra la libreria giochi e i lettori. Mi accorgo che molto spesso alcuni ottimi giochi di Steam non sono sufficientemente conosciuti dal pubblico più distratto, al quale però potrebbero invece interessare fortemente. Insomma, Valve non ragiona come un publisher del mondo console, e probabilmente non raggiunge tutto il pubblico potenziale con la totalità dei titoli del suo catalogo.

Ora, chi conosce il Programma Affiliazione di Amazon avrà capito dove voglio arrivare. Gli editori di siti web, attraverso questo programma, possono ospitare dei link pubblicitari che, una volta cliccati dagli utenti e una volta che questi ultimi procedono all'acquisto su Amazon, portano a un piccolo tornaconto economico per l'editore. Perché, dunque, Valve non pensa a un sistema del genere che invogli gli editori a parlare anche dei giochi indipendenti, così come di tutti gli altri giochi della libreria di Steam, e che in qualche modo ricompensi anche l'editore stesso che vuole puntare sull'editoria videoludica?

Un sistema di affiliazione del genere metterebbe il PC gaming in risalto, semplicemente perché se ne parlerebbe di più. E porterebbe al superamento di alcuni ostacoli dell'editoria videoludica attuale, dove c'è l'interesse a trascuare siti ben specifici, soprattutto se strizzano l'occhio all'utenza PC, e dove a lungo andare si creano delle consuetudini malsane che possono far male a tutto il mondo videoludico. Valve, insomma, potrebbe saltare un passaggio e fornire un filo conduttore diretto tra giornalisti che amano i videogiochi e giocatori, innescando al contempo un ciclo virtuoso per il quale si parlerebbe molto di più di PC gaming.

14 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info
Axios200602 Ottobre 2014, 17:30 #1
E non dispiacerebbe vedere su Gamemag qualche articolo su Kerbal Space Program, Space Engineers, The Long Dark, Prison Architect, Door Kickers....

Ma anche 7 days to die, Rust....... Basta spulciare la lista dei più venduti o giocati su Steam.
Gnaffer02 Ottobre 2014, 17:46 #2
Originariamente inviato da: Axios2006
E non dispiacerebbe vedere su Gamemag qualche articolo su Kerbal Space Program, Space Engineers, The Long Dark, Prison Architect, Door Kickers....

Ma anche 7 days to die, Rust....... Basta spulciare la lista dei più venduti o giocati su Steam.


Scherzi? sono giochi dedicati ad un piccolo range. Non portano click, quindi niente soldi. Che gli dovrebbe fregare?
gildo8802 Ottobre 2014, 17:48 #3
A me il mercato pc sembra in netta risalita ed il problema della pirateria diventa sempre meno importante. I grandi pubblisher come EA, Ubisoft ed Activision sono anni che hanno dato il culo alle console ed i recenti casi clamorosi di Watch dogs e Destiny dimostrano quanta mediocrità sta portando questo approccio. Di contro esistono altre realtà al di fuori dei grandi pubblisher che fanno tripla A (solo di fama ma non di fatto), e che possono essere raggruppati in un grande insieme di piccole e medie SH non alle dipendenze dei 3 grandi pubblisher su detti, che invece riescono a fare qualcosa di buono e neanche a dirlo trovano terreno fertile su pc e su steam, kickstarter ecc. Negli ultimi anni, su pc, ho visto l'esplosione del genere dei MOBA e degli MMO, la rinascita delle avventure grafiche, una miriade di open world Survival con gli zombie o simili di successo, tantissimi giochi in stile minecraft giocatissimi e oltretutto noto una apertura sempre maggiore da parte degli sviluppatori nipponici che sembra che tutto ad un tratto si son resi conto della potenzialità dei pc e di una piattaforma come steam (e via di conversioni di capolavori del passato, grafic novel, jrpg o Ex esclusive console che di colpo diventano disponibili anche per pc). Tutto questo senza contare le altre chicche che riservano altri giochi multipiatta e non, su pc (da quel che ho visto il nuovo Shadow of mordor di Monolith si comporta egregiamente su pc, senza impiegare i tristemente noti downgrade e mal ottimizzazione di Ubisoft).
Insomma al contrario dei disfattisti e di quelli che non guardano tutto il fenomeno nel suo insieme (fermandosi spesso alla pirateria), vedo un mondo in continua crescita.
Per quanto riguarda la questione Valve e link pubblicitari, non credo che sia una soluzione e non credo nemmeno che verrà mai fatto. D'altronde recentemente con un aggiornamento steam ha cambiato un bel pò di roba nel suo client, rendendolo un pò più semplice nel suo utilizzo, oltre a segnalare ad ogni utente una lista di titoli che potrebbero interessarlo, tra indie, titoli multipiatta ed esclusive.
Io credo che le questione sollevate in questo articolo siano un non problema, se non per la stampa di settore, ed a tal proposito, leggendo le ultime frasi dell'articolo mi vien da chiedere: "Esistono ancora giornalisti che amano i videogiochi?". A giudicare da certe recensioni e da certe "simpatie" dimostrate per certi titoli o serie di titoli, direi di no. Il discorso è comunque generale ed include sia questo sito che altri siti di settore, italiani e non.
ROBHANAMICI02 Ottobre 2014, 18:40 #4
Concordo in pieno con gildo, tanto più che oggigiorno le esclusive per console si contano sulla punta delle dita (non come qualche anno fa) e sempre più giochi (se non tutti, "quasi", a volte non sempre con risultati eccellenti) vengono convertiti per "pc". Poi insomma, come ha detto gildo, esiste una varietà di generi veramente sterminata su pc
Therinai02 Ottobre 2014, 20:19 #5
Mi sfugge qualcosa. Da una parte l'affiliazione per come la pensa amazon sarebbe solo un bene per l'editoria dal punto di vista economico. Dall'altra si parla di pubblicità se non sbaglio, e ciò come si concilia con un'attività giornalistica genuina e sincera? Il concetto di recensione così verrebbe esplicitamente forviato, il giornalista a questo punto scriverebbe per convincere il lettore a cliccare sul link e basta.
pWi02 Ottobre 2014, 22:09 #6
Gabriele, non parlo necessariamente di recensioni, ma di news, pubblicazione di nuovi materiali durante lo sviluppo, annunci delle varie fasi di beta test, ecc...

cmq il redattore di videogiochi non spinge mai il lettore all'acquisto in maniera acritica. Cerca di comunicare i pregi di ogni gioco a quella parte di pubblico che può apprezzarli con l'obiettivo di avvicinare il target giusto al tipo di gioco adatto a quel target. Il nostro obiettivo rimane parlare di videogiochi e farli conoscere al più vasto pubblico possibile
Therinai02 Ottobre 2014, 22:28 #7
Originariamente inviato da: pWi
[I]Therinai[/I], non parlo necessariamente di recensioni, ma di news, pubblicazione di nuovi materiali durante lo sviluppo, annunci delle varie fasi di beta test, ecc...

cmq il redattore di videogiochi non spinge mai il lettore all'acquisto in maniera acritica. Cerca di comunicare i pregi di ogni gioco a quella parte di pubblico che può apprezzarli con l'obiettivo di avvicinare il target giusto al tipo di gioco adatto a quel target. Il nostro obiettivo rimane parlare di videogiochi e farli conoscere al più vasto pubblico possibile

Fixed
La tua riflessione è più che sensata secondo me, "vaglielo a spiegare a valve"... che, tra parentesi, a voler speculare sui suoi affari, farebbe anche bene ad investire in questo senso, perché per quanto riguarda gli acquisti di videogiochi online le alternative ci sono e spesso hanno prezzi più bassi di steam.
shellx03 Ottobre 2014, 00:53 #8
Beh, se Steam non vuole fare un approccio di affiliazione e gli editori (come Grasso) desiderano vedere i giochi di steam piu popolari la soluzione c'è: l'editore stesso si crea un banner (anche in photoshop) dando un tocco grafico e dedicato ad un gioco particolare (es: un indie poco conosciuto dagli utenti distratti ma molto apprezzato dai pcgamer su steam), crea un collegamento ipertestuale su quel banner reindirizzandolo alla pagina di steam dedicata a quel gioco in particolare. In questo modo, se tanti editori lo facessero, si avrebbe una sorta di popolarità (open), senza percentuale di lucro da parte dell'editore (se è un appassionato di editoria videoloudica e no di money). Magari facendo cosi, nel tempo, Steam si accorgerebbe dell'effettiva soluzione di successo da parte di questi editori appassionati e farebbe lei stessa una sorta di affiliazione sullo stile amazon, dando cosi in un secondo momento la possibilità di percentuale di guadagno sui click agli editori.

Ma mi sa che in questo mondo: no money no party....(da parte di tutti)...
Axios200603 Ottobre 2014, 01:09 #9
Oggi ad esempio State of Decay ha raggiunto i 2 milioni di copie vendute, non contando i dlc. https://forums.undeadlabs.com/threa...ion-sold.46159/

Space Engineers sta per festeggiare il milione di copie vendute e qui c'è il suo programma di affiliazione: http://www.keenswh.com/keen-softwar...nouncement.html

Kerbal Space Program ha rilasciato 2 mesi fa la alpha 0.24 con la missione "Cattura un asteroide" sviluppata in collaborazione con la NASA....

L'ultimo (ed unico) articolo su The Long Dark è targato settembre 2013: http://www.gamemag.it/news/the-long...riot_48601.html

Ecco la lista dei giochi più giocati su Steam (non incluso ovviamente chi gioca offline): http://store.steampowered.com/stats/ Tanti nomi per tanti articoli.
MiKeLezZ03 Ottobre 2014, 02:29 #10
O sono un po' assonnato io oppure non ho veramente capito il problema.

Valve sta bene così come sta, non è minimamente in perdita (anzi, guadagna come un maiale senza fare niente grazie alla genialata del suo market). Al limite dovrebbe invece cercare di attirare i grossi publisher, non i piccoli (da cui comunque guadagna... basti vedere la sua lista dei giochi più venduti!) e questo non lo può fare certo intasando la home di giochi "indie".

I "grossi" comunque hanno già risposto aprendogli uno store in faccia (Origin), vedremo...

Gli "indie" si pubblicizzano già adeguatamente con il passaparola, i "bundle" e spammando gli user score di metacritic. Alcuni utenti hanno poi già cercato di cavalcare l'onda creando canali a tema su youtube e blog di recensioni. Quando poi veramente validi, ti vengono praticamente sbattuti in faccia ogni volta accedi a STEM.

Boh?

Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".

La discussione è consultabile anche qui, sul forum.
 
^