I 25 migliori videogiochi del GamesCom 2014

I 25 migliori videogiochi del GamesCom 2014

È tempo di bilanci dopo una settimana intensa e cruciale per l'industria dei videogiochi come quella del GamesCom. Folle che si scagliano contro le porte di ingresso, neanche un metro quadro libero per poter camminare tranquillamente, tanta passione e dedizione verso i videogiochi: questo, e molto altro, è il GamesCom!

di pubblicato il nel canale Videogames
Quadro
 

Alien Isolation

Alien Isolation
publisher: Sega
software house: The Creative Assembly
piattaforme: PC, PlayStation 3, PlayStation 4, XBox 360, Xbox One
data di pubblicazione: 7 ottobre 2014

System Shock 2: è il mitico gioco di Looking Glass che The Creative Assembly ha preso come fonte di ispirazione per il suo attesissimo gioco horror ad alta tensione. Questo vale per la focalizzazione sulla modellazione degli oggetti, per il livello di paura e di coinvolgimento che Alien Isolation riesce a offrire e anche per la conformazione dei mondi di gioco, con grafica molto pulita e bordi netti, e quindi per l'esplorazione.

Come si sa dalle precedenti presentazioni, in Alien Isolation si interpreta la figlia della mitica Ellen Ripley, Amanda, che è rimasta intrappolata in un porto commerciale dismesso ai margini dello spazio, conosciuto come Sevastopol. La stazione cade a pezzi e la popolazione è sempre meno, questa situazione porta le persone a cercare di sopravvivere come meglio possono con la minaccia mortale sempre presente dell'Alien.

Alien Isolation si ispira, in fatto di atmosfera e tipo di tensione, al primo film della celebre saga. E infatti sull'installazione si troverà un unico xenomorfo, del quale Amanda deve prevedere le mosse e cercare di evitarlo quando non adeguatamente armata o protetta. Gli scontri tra la protagonista e l'alieno, quindi, nella maggior parte dei casi, si risolveranno sempre con un nulla di fatto.

Il genere di appartenenza del nuovo videogioco su Alien è il cosiddetto "low sci-fi", quindi con la presenza di ambienti dismessi e pieni di elementi tecnologici retrò, esattamente come avveniva nel primo Alien di Ridley Scott. Abbiamo a che fare, quindi, con un tipo di fantascienza ben differente da quello presentato da serie come Halo e Mass Effect. Se vogliamo fare un paragone con un altro grande titolo del mondo dei videogiochi, come detto, va appunto fatto con System Shock, anche per le meccaniche di costruzione e riparazione degli oggetti.

Queste ultime impiegheranno buona parte del tempo di gioco, visto che si tratta di costruire accessori che possono diventare fondamentali per attirare l'attenzione degli avversari umani o per sviarla in modo da poter procedere inosservati. Ma si possono costruire anche medikit, attrezzi e rudimentali armi. Nel crafting menu abbiamo scorto nel dettaglio Revolver, un'arma che produce molto rumore e che quindi va utilizzata con molta cautela per non essere individuati dallo xenomorfo; il flare e il noisemaker, due strumenti molto utili per imbastire delle strategie stealth efficaci; i medikit e le granate fumogene.

Per costruire tutti questi oggetti servono i relativi "blueprint" e le parti da aesemblare. Il menu che consente di fare la modellazione, inoltre, si contraddistingue per un intrigante stile visivo retrò e minimalista, con tanto di pixelloni.

Amanda è dotata anche del famosissimo "motion tracker" di Alien, e non poteva essere diversamente. Ma questo è in grado di produrre una tensione ancora maggiore rispetto a quanto siamo abituati con i canonici giochi di Alien, proprio perché qui di avversari tosti ce n'è solamente uno e perché il gioco incute ancora più tensione e paura rispetto ai titoli precedenti, grazie all'atmosfera pesante e tetra che The Creative Assembly è riuscita a creare. Insomma, userete tantissime volte il dispositivo di rilevazione dei movimenti, perché esplorare i lunghi corridoi dell'installazione col cuore in gola e anche senza avere una minima percezione di cosa succede intorno è praticamente impossibile se si vuole mantenere in salute le proprie coronarie.

Inoltre, la posizione dlelo xenomorfo non è prevedibile, perché perlustra l'insediamento in maniera dinamica alla ricerca di esseri umani con cui sfamarsi. E questo rende il dispositivo di rilevazione dei movimenti ancora più importante. Il giocatore, inoltre, può decidere di concentrare la vista sul dispositivo o sullo sfondo, mentre il gioco dinamicamente modifica la profondità di campo in funzione di questa scelta.

Sul porto commerciale su cui si trova Amanda si trovano, inoltre, diversi computer che, se esaminati, consentono di ottenere un dettaglio supplementare sulla mappa, facendo quindi luce sui luoghi da esplorare. Il mondo di gioco si rivela graficamente molto dettagliato e richiede lunghe fasi di esplorazione che possono durare anche diversi minuti. Inoltre, sull'installazione spaziale si trovano dei "manual checkpoint": in Alien Isolation, infatti, si può salvare solamente se ci si trova in prossimità di una delle stazioni di emergenza. Quando si muore si torna nell'ultima stazione presso la quale si era fatto il salvataggio. Anche questo metodo, dunque, contribuisce a produrre tensione nel giocatore, visto che morire lontani da una stazione obbliga a rifare buona parte delle cose fatte prima della morte. Invece, quando si raggiunge una delle stazioni d'emergenza, finalmente, il giocatore potrà tirare un grosso respiro di sollievo.

Fra i tanti dispositivi visti a Colonia c'è anche lo strmento di hacking, che serve per disabilitare il blocco delle porte. Anche in questo caso si nota un design per questo strumento piuttosto vintage.

In questa parte della demo, Amanda incontrava lo xenomorfo, che veniva giù dal soffitto, distruggendo i pannelli per via del suo peso. Amanda prontamente si nasconde dietro un tavolo, ma il cuore le batte a mille, anche per l'emozione di vedere finalmente l'alieno, bellissimo nella sua mostruosità con un corpo formato da tantissime parti poligonali, una coda lunghissima e un'altezza complessiva considerevole. Inquietante, a dir poco.

Amanda incontra un dottore, tale Morley, che le chiede di recuperare per lui una chiave che si trova nella struttura ospedaliera del Sevastopol. Per farlo dovrà fronteggiare di nuovo lo xenomorfo. Lo attira con un flare scagliandolo verso una parte, mentre lei va dall'altra. Si fionda negli alloggi per lo staff, ma l'alieno si insospettisce e la raggiunge in quella stanza. Adesso i due si trovano praticamente a contatto, tutti e due in una stanza molto piccola, ma Amanda è ben rannicchiata fra i letti e riesce ancora una volta a passare inosservata spostandosi da un letto all'altro mentre l'alieno guarda da un'altra parte.

Esce dalla stanza, ma stavolta l'alieno la vede. Fugge, si nasconde dentro un armadio. Da questo può tenere traccia dei movimenti dello xenomorfo, mentre quest'ultima ha nuovamente perso di vista la sua preda.

 
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