The New Order, non si finisce mai di giocare a Wolfenstein

The New Order, non si finisce mai di giocare a Wolfenstein

Abbiamo giocato su PC i primi livelli di The New Order, il nuovo sparatutto con id Tech 5 che cerca di inserire i serrati ritmi di gioco di Wolfenstein all'interno di una cornice moderna che contempli anche una parte narrativa dotata di un suo preciso stile. Ecco le nostre prime impressioni.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Killing nazis

Noto come recentemente i produttori di videogiochi facciano provare fasi di gioco avanzate durante il primo hands-on, permettendo di provare la fase iniziale solo in un secondo momento, quando ormai si è vicini al rilascio. Così il giornalista si fa un'idea generica in occasione del primo hands-on, per poi avere le idee più chiare quando finalmente può provare la parte iniziale, in cui al giocatore viene introdotto alle meccaniche di gioco, consentendogli di avere una panoramica chiara anche sugli equilibri.

Se durante la prima prova di The New Order ho avuto l'impressione di avere a che fare con un gioco incredibilmente difficile, quasi come quelli di una volta, adesso le cose sono cambiate. La prima parte della campagna (ricordiamo che The New Order è solo single player) è più abbordabile, con una struttura di gioco più decifrabile agli occhi del giocatore. The New Order non è un banale rifacimento del gioco originale, anzi ha un preciso stile visivo, una narrazione ben studiata, un'azione assolutamente divertente e un fascino che in qualche modo ricorda il ben più stilizzato gioco originale.

Come ci hanno confermato i PR di Bethesda presenti all'evento di hands-on, il livello di difficoltà di The New Order è stato rivisto ed abbassato proprio sulla base del feedback dei giornalisti coinvolti nella precedente prova che ho poc'anzi citato. Era troppo difficile, sarebbe stata questa l'idea del produttore americano e dello sviluppatore MachineGames. In effetti, il tutto adesso è molto più malleabile, pur restando comunque cinque livelli di difficoltà tra cui il giocatore può scegliere liberamente a inizio partita. I PR in questione ci hanno rassicurato sul discorso difficoltà: al livello più arduo The New Order sarà molto tosto.

È un gioco rivolto ai giocatori di vecchia data, pur non tralasciando la parte cinematografica come la intendono i giochi moderni. È molto immediato come gli shooter degli anni '90, con il giocatore che spara tantissimo e incassa tantissimi colpi. A terra si trova sempre una quantità spropositata di munizioni, così come di armor e di medikit, e questo consente di avere un personaggio anche con 200 vite nei momenti in cui si gioca al meglio.

Il ritmo dell'azione è molto alto, ma comunque inframezzato da sequenze di narrazione, alcune realizzate con il motore stesso del gioco, altre in grafica pre-renderizzata. La storia, anche se molto semplice, sembra interessante, con alcuni momenti profondamentemente emotivi già riscontrabili in questa prima parte della campagna che abbiamo avuto modo di provare. The New Order, inoltre, ha un preciso stile narrativo, con sequenze di narrazione molto brevi e concise, visto che si va sempre subito al dunque. La grafica in questi momenti è di alto livello, ma discorso analogo si può fare anche per i momenti di gioco vero e proprio, con ottime luci e ombre, soprattutto sui volti dei personaggi. Convincente anche l'uso che viene fatto della musica, la quale cresce di intensità nei momenti più epici o più emotivi e inizia ad essere accennata qualche istante prima che si verifichi il colpo di scena.

The New Order è sviluppato da MachineGames, una giovane software house svedese che dall'ottobre del 2010 lavora insieme a Bethesda su questo nuovo Wolfenstein. È composta da alcuni ex-dipendenti di Starbreeze, famosa per aver realizzato The Chronicles of Riddick e The Darkness. Chi ricorda il gioco su Riddick ricorderà anche l'ottima grafica che riusciva ad offrire, con un alto livello di dettaglio in piccoli spazi chiusi e un'ottima gestione del sistema di illuminazioni. Ricordava, insomma, proprio DooM 3, il capolavoro grafico di Carmack che, dal punto di vista tecnologico, per certi versi fu anticipato proprio da quel Riddick. È interessante, quindi, vedere questi ragazzi adesso impegnati su un gioco costruito su id Tech 5, il motore grafico di Rage proveniente dalla tecnologia di DooM 3.

Nella sequenza iniziale il classico personaggio di Wolfenstein, William B.J. Blazkowicz, si trova coinvolto in un tentativo di assedio delle forze militari americane al castello dello spietato generale Wilhelm Strasse, meglio conosciuto come Deathshead. Si assiste a una sequenza molto spettacolare, con mezzi aerei statunitensi che cercano di penetrare le resistenze naziste, fino ad arrivare sulla spiaggia su cui si trova il castello e cercare di entrar dentro come fecero nella realtà i soldati americani nel D-Day. Da una parte abbiamo i toni epici di alcuni film sulla seconda guerra mondiale, ma allo stesso tempo emergono elementi distopici e la presenza di strumentazioni tecnologiche evidentemente troppo avanzate per il periodo della seconda guerra mondiale.

 
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