Recensione Lightning Returns Final Fantasy XIII: un banchetto alla fine dei tempi

Recensione Lightning Returns Final Fantasy XIII: un banchetto alla fine dei tempi

Siamo finalmente giunti al momento della recensione del capitolo che conclude la sotto-serie Final Fantasy XIII. Dopo mesi di indiscrezioni e di dettagli parziali, finalmente possiamo esprimere un giudizio definitivo sul capitolo conclusivo di una serie che, in fin dei conti, ha ottenuto gli apprezzamenti di una parte del pubblico. Ma Lightning Returns mantiene la qualità dei due capitoli precedenti?

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Quattro regioni, cinque luoghi

Come dice Hope a Lightning quando le assegna la missione principale, nel nuovo titolo Square Enix ci sono cinque luoghi sensibili, ciascuno associato a una delle cinque missioni cruciali di Lighting Returns, sparsi in quattro regioni, ovvero Luxerion, Yusnaan, Confini Selvaggi e Dune Arse. Ma, la vera novità riguarda piuttosto la struttura a tempo ideata per questo Final Fantasy, che è una primizia assoluta per la serie considerata nel suo complesso.

I giocatori, infatti, hanno a disposizione circa 30 ore di tempo per completare le missioni principali e facoltative. Dunque, potranno giungere alla fine del gioco anche se non hanno completato tutto e non hanno visto tutto, senza apprendere dettagli, anche importanti, della storia. Certe missioni (e il ragionamento riguarda anche quelle principali) vanno svolte in precisi momenti della giornata (ad esempio, a mezzogiorno) e se non si giunge a tempo nel luogo prefissato per la missione si rischia di non poterla completare o che venga posticipata al giorno successivo. Se siamo già all'ultimo giorno tra quelli a disposizione di Lightning per salvare le anime, allora quella missione non potrà essere completata.

Si è dunque chiamati a ottimizzare tutte le tempistiche, ovvero a risolvere le indagini il più rapidamente possibile e a individuare i percorsi più brevi all'interno delle enormi location di gioco. Il mondo, inoltre, subisce cambiamenti a seconda del momento della giornata, per cui certi personaggi saranno disponibili solo in alcuni momenti ben specifici, mentre alcune zone risulteranno inaccessibili in certi orari. Il tempo è quindi l'ennesimo nemico del giocatore, e richiede strategie ben collaudate per essere affrontato adeguatamente.

Se da una parte i puristi storceranno il naso perché svanisce quasi del tutto la possibilità di esplorare con calma il mondo di gioco e di godersi i tanti dettagli che vi si trovano, dall'altra il fattore tempo incrementa ulteriormente il livello di sfida. Completare alcune missioni, soprattutto quelle facoltative, entro le tempistiche imposte diventa praticamente proibitivo, proprio perché contemporaneamente ci sono altri incarichi per Lightning, che si troverà a scarpinare furiosamente da un posto all'altro delle quattro mappe di gioco. Al primo playtrough è praticamente impossibile vedere tutto, e questo dipende anche dalla grandezza delle mappe di gioco.

Lighting Returns, infatti, è veramente world-driven, come da proclami Square Enix pre-rilascio. Le mappe sono molto ampie e dettagliate, popolate da personaggi sempre diversi, quasi tutti con una propria storia che non esiteranno a raccontare a Lightning. Niente a che vedere con i precedenti Final Fantasy XIII, insomma, il che rende la parte di esplorazione molto godibile, spingendo il giocatore a tornare nel mondo di Lightning Returns per scoprire come finira la lunghissima storia e per andare alla ricerca di un dettaglio che, magari, aveva trascurato in una precedente sessione di gioco.

La missione principale di Lightning, inoltre, cambia all'ingresso in una nuova regione. Nei Confini Selvaggi, ad esempio, va trovato l'Angelo di Valhalla, ovvero un sacro Chocobo bianco; mentre a Yusnaan bisogna penetrare nel palazzo del reggente Snow; e nelle Dune Arse rinvenire la Pixide, sulle tracce della quale ci sono anche diverse squadre di banditi. Gli scenari cambiano considerevolemente da regione a regione. Yusnaan e Luxerion sono, infatti, delle città con intricate strutture viarie, la prima piuttosto ricca e formata da quartieri dedicati a vari hobby, come i piaceri o la golosità; mentre la seconda è povera e piena di zone degradate. I Confini Selvaggi sono l'unica parte del mondo non attaccata dal Caos, dove prevalgono gli scenari bucolici. Le Dune Arse, infine, presentano un'enorme distesa desertica, sulla quale Lightning può spostarsi velocemente anche facendo surf all'occorrenza.

 
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