Recensione PS4: ne resterà soltanto uno!

Recensione PS4: ne resterà soltanto uno!

Dopo i turbolenti tentativi di ottenere una PS4 subito al lancio, alimentati anche dall'impossibilità di Sony Italia a fornire un'unità di sample per la recensione, finalmente siamo riusciti a passare una settimana con la nuova console della prestigiosa famiglia PlayStation. Ecco il resoconto dei nostri test e il confronto con l'eterna rivale Xbox. All'interno anche la videorecensione.

di , Davide Fasola, Rosario Grasso pubblicato il nel canale Videogames
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Console nell'anima

È la prima cosa che pensi dopo qualche minuto di prova della nuova PlayStation 4. Pensi che Sony abbia voluto innanzitutto rispettare la tradizione del suo longevo e prestigioso brand: principalmente deve essere un di gaming rivolto ai giocatori. E si tratta, pertanto, di una bella differenziazione rispetto alle altre console rivali introdotte nell'ultimo periodo, che risultava già evidente dai corrispettivi eventi di presentazione.

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Un sistema semplice, e torno a parlare di PS4, con un obiettivo ben preciso: ovvero permettere ai suoi utenti di avedere delle godibili esperienze di gioco. Dove con gioco non si intende tanto quell'accezione moderna e semplificatrice che rimanda al casual gaming, piuttosto il gaming vero, quei giochi complessi e profondi che hanno fatto la storia del brand. È per questo che Sony ha scelto un hardware competitivo, nonostante tutte le frizioni dovute al difficile momento economico e alla complessità di produrre hardware realmente validi in grossi volumi e a contenerli in case molto piccoli, ed è per questo che Sony ha optato per un'interfaccia utente che solo in parte costituisce un'evoluzione della Xross Media Bar di PS3.

Come noto, Sony è passata dalla controversa piattaforma Cell, con chip separato per la GPU (in quel caso gestito da Nvidia, RSX), a un sistema basato su un singolo chip, basato su architettura AMD. Come sa chi ha seguito le news di giochi che hanno riempito tutti i siti di tecnologia almeno da un anno a questa parte, PS4 offre un processore personalizzato a chip singolo con CPU x86-64 a 8 core e basata su architettura AMD Jaguar. La GPU, invece, è di tipo AMD Next Generation con tecnologia Radeon.

La presenza di memoria GDDR5 e il fatto che la GPU sia configurata a 18 unità di calcolo, contro le 12 di Xbox One, produce una netta differenza prestazionale, con un vantaggio di circa 40 punti percentuali a favore di PS4, nonostante frequenze di funzionamento superiori per Xbox One. Il dibattito ovviamente è aperto su come tutto questo possa diventare esplicito nei videogiochi veri e propri, anche se probabilmente vedremo le cose migliori in termini di grafica con le esclusive PS4 piuttosto che con le esclusive Xbox One, come è successo peraltro anche con la precedente generazione. Ma influirà anche il cloud gaming, in misure e modi che adesso possiamo solo immaginare.

Ma Sony ha inteso contare soprattutto sulla tradizione, come dicevamo, senza cambiare la sua strategia storica e quindi puntando ancora una volta su un sistema che è soprattutto, e quasi esclusivamente, una console. Tradizione che iniziava il 3 dicembre 1994, storico giorno in cui la prima PlayStation raggiunse il mercato giapponese. Le origini del progetto, però, risalgono a molto tempo prima, precisamente al 1988, dall'impulso di una società che in quel periodo non era propriamente estranea al mondo dei videogiochi.

Nintendo, infatti, contattò Sony, chiedendole di realizzare una tecnologia per NES che dotasse quest'ultima piattaforma di lettore ottico. Sony aveva già esperienza sui CD-ROM ed era in grado di creare una tecnologia che potesse consentire a Nintendo di dotare le sue console di supporto di storage all'avanguardia per l'era, con la possibilità di immagazzinare i giochi su supporti decisamente più capienti. Nel marzo del 1991, quindi, in occasione del CES, Nintendo annunciava il suo Super Nintendo con unità ottica Sony ma, subito dopo l'annuncio, arrivò la notizia sulla fine della partnership tra Sony e Nintendo. A quel punto la grande N si affidò a Philips e motivò la rottura con Sony con ragioni di caratterene economico sulla ripartizione degli introiti.

A dare l'impulso decisivo alla creazione di PlayStation è però, come tutti i veri fan di videogiochi sanno, Ken Kutaragi, tutt'oggi ricordato come il Padre di PlayStation. Kutaragi fondò Sony Computer Entertainment Inc. il 16 novembre del 1993, insieme ad un dirigente proveniente da Sony Music, ovvero Shigeo Maruyama. Sempre nel 1993, Phil Harrison sarebbe diventato CEO dei Sony Computer Entertainment Worldwide Studios.

La prima PlayStation aveva degli innegabili fattori di superiorità rispetto alle console Nintendo e Sega che in quel momento dominavano il mercato. Innanzitutto il supporto CD-ROM, che permetteva di avere giochi con un maggior numero di contenuti e tendenzialmente più vasti. Inoltre, era facile da fabbricare, e i costi di produzione erano considerevolmente inferiori rispetto a quelli delle console rivali. Il supporto dei grandi produttori del mondo dei videogiochi, come Electronic Arts in Occidente e Namco in Oriente, fece il resto.

Nel 2000, quando il brand PlayStation era ormai consolidato, arrivò anche PlayStation 2, che seguiva DreamCast di un paio di anni e anticipava i rivali GameCube e Xbox di un anno. PS2 è ancora oggi la console di maggior successo di sempre, essendo riuscita a fare diventare mainstream delle serie videoludiche che in precedenza erano conosciute solo da una piccola schiera di appassionati, come Gran Turismo, Tomb Raider e Grand Theft Auto. Sony ha venduto complessivamente 150 milioni di unità di PS2, superando di circa un terzo il traguardo, comunque considerevole, fatto segnare dalla sua console precedente.

Con PS3, poi, nel 2006 avrebbe voluto creare un sistema all'avanguardia, capace di competere non solo con le console rivali ma con qualsiasi altro sistema, PC inclusi, in termini di qualità grafica e di potenzialità offerte agli sviluppatori. Per quello avviò l'avveniristico progetto Cell, un processore ultra-parallelizzato che avrebbe dovuto consentire di ottenere prestazioni notevoli. La storia è abbastanza fresca, quindi non mi dilungo ulteriormente in tale direzione. Il fatto che Sony abbia deciso di abbandonare completamente quella tecnologia per PS4, affidandosi su un'architettura x86 tradizionale e più vicina ai PC, è già segno ben tangibile di come il piano precedente, in realtà, sia stato un fallimento.

PS3 vende molto meno rispetto alle console precedenti, nonostante il suo ciclo vitale sia ben lungi dall'essere finito. A oggi, ha infatti venduto circa 65 milioni di unità. Ciò dipende da vari fattori, e da un cambiamento generale delle abitudini di gaming del grosso del pubblico, con cui Sony dovrà venire a patti anche nel caso di PS4. L'emergere dei formati mobile e casual game sempre più accattivanti, in una realtà ben diversa rispetto a quella di una volta in cui ognuno di noi ha sempre meno tempo per dedicarsi a esperienze di intrattenimento molto longeve e in cui la fruizione dei contenuti è sempre più superficiale, sono elementi che stanno alla base di un cambiamento epocale nel settore dell'intrattenimento, a cui bisogna aggiungere anche il fenomeno social.

 
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