Recensione Gta 5: perché un successo così dirompente?

Recensione Gta 5: perché un successo così dirompente?

Dopo aver passato gli ultimi giorni a "uccidere persone, contrabbandare persone, vendere persone", ecco finalmente il nostro giudizio definitivo su Grand Theft Auto V. L'ultimo free roaming di Rockstar va al di là del semplice media videoludico, ed è ormai un fenomeno culturale. Rispetto ai predecessori c'è una base psicologica concreta e interessante, oltre che una sferzante critica alla società moderna. Cerchiamo di capire insieme il perché di tanto successo per l'ultimo arrivato da Sam Houser e soci.

di pubblicato il nel canale Videogames
Grand Theft Auto
 

Michael, Franklin e Trevor

Il principale cambiamento in termini di gameplay rispetto alla tradizione Gta riguarda la presenza di tre personaggi protagonisti, e la possibilità di passare dall'uno all'altro quasi in ogni momento. Durante l'esplorazione libera, infatti, si può sempre decidere se affrontare le missioni di Michael o quelle di Franklin o quelle di Trevor. E il cambiamento è disponibile anche all'interno di alcune missioni, in modo da spingere i tre personaggi a collaborare in maniera più profonda rispetto a quello che è previsto dall'intelligenza artificiale.

Il passaggio da un personaggio all'altro, però, non è sempre consentito. Alcune missioni, la maggior parte a dire il vero, prevedono la struttura classica di Gta, spingendo quindi il giocatore a seguire le vicende da una propsettiva unica. Rockstar ha, comunque, rivisto in maniera sensibile l'intelligenza artificiale, in modo da fare in modo che nel momento del cambio di prospettiva il personaggio che stiamo per impersonare sia in qualche modo impegnato. Il motore, infatti, riesce a generare delle situazioni casuali: ecco, quindi, che potremo assistere a un litigio tra Michael e gli esponenti della famiglia, oppure trovare Franklin a imprecare per il troppo traffico o Trevor impegnato in una delle sue folle guerre tra gang. Trevor, come suo solito, fa anche di peggio: in un altro di questi passaggi l'ho ritrovato nudo mentre, in preda agli effetti della droga, tentava di scavalcare un cornicione che dava sul vuoto. Queste accortezze cinematografiche danno un senso di continuità ancora più marcato all'esperienza con Gta 5.

Detto questo, però, dobbiamo ancora capire chi sono i tre personaggi protagonisti. Come detto, hanno una profondità ben più spiccata rispetto ai precedenti protagonisti di Gta, anche perché Rockstar vuole dare proprio un senso di quotidianità all'esperienza di gioco, inframezzandola con l'adrenalina delle missioni più spettacolari. I giocatori impareranno così a "convivere" con i tre, anche perché il gameplay cambierà radicalmente, oltre che l'interazione con il mondo di gioco.

I tre hanno animazioni specifiche e indipendenti, e un lifestyle differente. Hanno delle auto di proprietà, e queste rimarranno di default per tutto il gioco (ma ovviamente nulla vieta al giocatore di schiantare l'auto di proprietà contro un muro e rubarne un'altra per strada). Inoltre, i tre lifestyle spingeranno il giocatore a interagire in maniera diversa. Ad esempio, con Michael mi sento più in difficoltà a rubare auto come se niente fosse e, quando sono a piedi, mi capita di chiamare piuttosto un taxi se devo raggiungere una destinazione particolarmente distante. Con Trevor, invece, non mi faccio remore ad agire nella maniera più impulsiva e violenta possibile.

Dopo la sequenza iniziale, in cui i tre ladri compiono una rapina in banca e Michael rimane apparentemente ucciso, la storia riprende nove anni dopo con un incontro fortuito tra Franklin, che si trova insieme all'amico Lamar, e lo stesso Michael. Franklin sta per compiere una rapina in una lussuosa villa di Santa Monica, o del corrispettivo fittizio di Los Santos, e chiede informazioni allo sconosciuto passante Michael, che è appena uscito dalla sua seduta psichiatrica.

Si inizia quindi con Franklin, fino a quando il proprietario di un negozio di auto non gli chiede di recuperare un'auto che non è stata completamente pagata. Per farlo Franklin si intrufola in una ridente villetta a Hollywood e ruba il SUV incriminato, ma solo per ritrovarsi con il leggittimo proprietario nascosto dentro. Ora gli punta una pistola sulla testa e gli chiede di scagliare il veicolo contro la vetrina del suddetto venditore di auto. È Michael.

Michael fa parte del programma di protezione testimoni dell'FBI (o FIB come si chiama in Gta). È il leader del sodalizio che si formerà con gli altri due protagonisti, perché è l'unico capace di ragionare lucidamente e di ordire dei doppi giochi. Ha organizzato la sua finta morte nella rapina iniziale per impossessarsi del bottino, mentre già ai tempi collaborava con l'FBI. Trevor, invece, ai tempi riuscì a fuggire, ma continuerà a credere per molti anni che Michael sia morto, mentre Brad, il terzo membro della gang di allora, è finito in carcere.

Fingere di svolgere una vita agiata, nella parte di Los Santos in cui vivono le persone di classe, però a lungo andare porta Michael sulla soglia dell'instabilità mentale. Proprio perché tutte le criticità della società moderna azzannano i suoi familiari, con cui sarà sempre in conflitto. La moglie fedifraga ama dedicare molto tempo ai vari insegnanti di tennis e di yoga pagati da Michael, mentre la figlia ha come obiettivo quello di entrare nell'industria del porno, o della TV, fate voi. Il figlio, come detto, odia visceralmente Michael, e passa tutto il tempo a insultare gli altri giocatori del finto Call of Duty con cui è collegato online.

In tutto questo, Michael trova il figlio che ha sempre sognato di avere in Franklin. Inizialmente sembra un personaggio piuttosto scialbo, sulla falsa riga della tradizione Rockstar, ma in seguito si intuisce come Franklin abbia una profondità psicologica come gli altri due. Sostanzialmente, è una persona che è disposta a correre il rischio. Non si accontenta, e sa che, per ogni obiettivo che ci si pone, bisogna lavorare tanto, non dare nulla per scontato e mettere a rischio tutto quello che si ha. In questo Los Angeles/Los Santos ha un ruolo ancora una volta determinante: è una città in cui tutto può accadere, ma non bisogna porsi dei paletti in virtù di chissà quale velleità di sicurezza.

Ma se le vicende iniziali di Michael e Franklin rimangono contestualizzate nell'agglomerato urbano di Los Santos, quando ci si sposta su Trevor, dopo circa 5 ore di gioco, tutto cambia. Fino a quel momento si è sparato molto poco, e si è avuto molto spazio per l'esplorazione oltre che per la narrazione. Quando la prospettiva passa a Trevor ecco che esplode un'excalation irrefrenabile di azione, efferatezza e violenza. Trevor è uno che non riesce a rinunciare neanche a un granello della sua libertà e, come abbiamo detto prima, in questo ricorda il John Marston di Red Dead Redemption.

Tuttavia, se la personalità di quest'ultimo era confusa tra eroismo e malvagità, Trevor non è un personaggio in alcun modo giustificabile. Credo che Rockstar si sia ispirata ad alcune interpretazioni di Jack Nicholson (come dimenticare il suo fantastico ruolo in Qualcuno volò sul nido del cuculo), visto che negli occhi di Trevor c'è la stessa follia e irrazionalità che Nicholson riusciva magistralmente a dare ai suoi personaggi.

Trevor spara senza soluzione di continuità, visto che è costantemente impagnato in regolazioni di conti con le gang rivali che si trovano nella parte rurale di San Andreas. Sono missioni divertenti dal ritmo assolutamente serrato. Però, se fino a quel momento Gta 5 era stato in qualche modo realsitico, e aveva voluto suggerire al giocatore soprattutto quel senso di quotidianità, di flusso razionale di eventi di cui abbiamo già parlato, quando arriva Trevor sulla scena tutto diventa irrealistico e poco credibile. In San Andreas ci sono, insomma, delle guerre vere e proprie tra fazioni rivali, un po' come potrebbe succedere solamente sul fronte di un conflitto militare.

Trevor poi approderà a Los Santos quando si imbatterà nelle tracce di un certo Michael, il cui profilo ricorda quello del vecchio amico. Grazie all'appoggio di un cugino di un suo amico comincia a scandagliare l'enorme città per mettersi nelle tracce di Michael, chiedendo delucidazioni sul suo passato e sulla sua resurrezione, senza ovviamente perdere nulla del suo classico stile "investigativo".

 
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