Primo assaggio di F1 2013, stavolta con un tuffo nel passato

Primo assaggio di F1 2013, stavolta con un tuffo nel passato

Provato F1 2013 sul nostro PC redazionale. Il modello di guida della nuova versione del simulatore Codemasters non è molto diverso rispetto alle precedenti edizioni, ma l'aggiunta della Formula 1 classica potrebbe rivelarsi una succosa novità per chi ama l'instabilità della guida delle vetture degli anni '80 e '90, che non presentavano accorgimenti elettronici.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

La Formula 1 di una volta

L'introduzione dell'elettronica a cavallo fra gli anni '80 e '90 ha cambiato per sempre la Formula 1. Le prime soluzioni vennero introdotte nel 1989, come il cambio semiautomatico della Ferrari, fino ad elementi molto più complicati come le sospensioni attive della Williams del 1992. Queste accortezze resero la guida dei bolidi di Formula 1 più stabile e migliorarono notevolmente la sicurezza. Però, la Formula 1 diventò meno divertente da seguire in TV e, soprattutto, meno divertente alla guida.

È proprio questa differenza che Codemasters Birmingham vuole cogliere con la nuova modalità F1 Classics, annunciata in pompa magna insieme al reveal del gioco, ed elemento di forte innovazione rispetto alle precedenti versioni del gioco. In F1 2013 si potranno guidare alcune vetture degli anni '80, che riproducono con grande precisione le forme delle controparti reali (come capita anche con le vetture moderne, del resto) e consentono di interpretare alcuni piloti di grande fama che hanno corso fra gli anni '80 e '90.

Prima di analizzare il modello di guida di F1 Classics, vediamo quali vetture e piloti sono disponibili in questa parte del gioco. Abbiamo la Williams FW07B del 1980 con i piloti Alan Jones e Alain Prost; la Lotus 98T del 1986 con Mario Andretti ed Emerson Fittipaldi; la Williams FW12 del 1988 con Nigel Mansell e Damon Hill; la Lotus 100T del 1988 con Mika Hakkinen e Satoru Nakajima; e la Ferrari F1-87/88C con Michael Schumacher e Gerhard Berger.

Di queste coppie di piloti, uno è il pilota originale che effettivamente ha corso su quella macchina, l'altro è quello che Codemasters Birmingham definisce come leggenda della scuderia. Ovvero, un pilota che ha fatto la "storia" di quella scuderia, ma che non ha necessariamente corso con la macchina a cui è abbinato in F1 2013. Chiaramente questo è un bel revisionismo storico, visto che per un appassionato di vecchia data di Formula 1 risulterà perlomeno strano vedere Schumacher correre con la vettura a cui associa naturalmente Berger e Alesi. O, ancora, Hill nella Williams di Mansell, e Prost in Williams addirittura nel 1980, quando nella realtà approdò in questa scuderia solamente 13 anni dopo.

Leggiamo nelle note a corredo della build che nella versione definitiva di F1 Classics ci saranno altre vetture provenienti dagli anni '90, insieme ad altri piloti di quegli anni. Oltre a Brands Hatch ed Jerez de la Frontera, già presenti, ci saranno anche i circuiti storici di Imola ed Estoril.

F1 Classics permette di svolgere singole gare, con un massimo di 10 auto per pista, di giocare in multiplayer o di affrontare una modalità scenario costruita su misura, che vedremo meglio tra un attimo. Non c'è la possibilità di affrontare un campionato.

Guidare queste vetture, ed è questo il punto cruciale di F1 Classics, offre un'esperienza completamente differente rispetto a quella principale, che evidenzia come Codemasters sia riuscita a raggiungere l'obiettivo che si era prefissata. Il giocatore percepisce in maniera senz'altro più netta la perdita di stabilità al retrotreno e di aderenza nel momento in cui accelera bruscamente.

L'esubero di potenza non controllato elettronicamente, infatti, si traduce nella necessità di dover impartire tantissime correzioni sul volante e sui pedali, richiedendo grande precisione e concentrazione. Le gare di Formula 1, quindi, diventano molto più adrenaliniche e, appunto, più divertenti rispetto alla controparte moderna, in cui l'euforia viene smorzata proprio dall'eccessiva presenza di soluzioni tecnologiche moderne. Sembra quasi di guidare dei velocissimi e instabili kart, anche perché le auto sono molto più corte nella parte frontale.

Lo stesso audio, così come il comportamento della vettura nel caso di cambiamento repentino della direzione e di spostamento del peso, oppure la gestione del sovrasterzo, ben più presente che nella parte moderna, rendono questa componente del gioco totalmente differente rispetto a quella tradizionale. Peccato che tutte le auto storiche abbiano lo stesso modello di guida ma, e ripeto, se si confrontano le due modalità principali abbiamo due stili di guida quasi diametralmente opposti nelle fondamenta. Scherzando un po', sembra quasi di giocare Colin McRae Rally piuttosto che a un gioco di Formula 1.

Naturalmente, come dicevamo anche dopo aver provato la demo al GamesCom, F1 Classics è comunque uno strato di feature supplementare che viene aggiunto al modello di base di F1 2013 in termini di fisica, di intelligenza artificiale, di audio e di altre componenti tecniche. Quindi, aspettatevi ancora il solito modello approssimativo di gestione delle collisioni e l'IA deficitaria tipica della serie Codemasters.

Siamo in debito della descrizione della modalità scenario per la parte storica. Nel primo degli scenari dobbiamo guidare la Williams del 1980 a Brands Hatch. Le due Williams partono in prima fila, mentre dietro di loro ci sono le vetture più veloci degli anni successivi. Bisogna innanzitutto superare Prost, a bordo dell'altra Williams, e poi difendersi dai rivali con le vetture più competitive. Nel secondo degli scenari, a Jerez de la Frontera, bisogna invece raggiungere le due Ferrari di Berger e Schumacher. Sono gli ultimi tre giri della gara e i due rivali davanti hanno appena compiuto la sosta ai box per montare pneumatici freschi. Bisogna recuperare circa 4 secondi e superare entrambi i ferraristi.

L'ultimo scenario disponibile in questa beta è ambientato ancora una volta a Jerez de la Frontera. Con la Ferrari del 1988 con a bordo Gerhard Berger occorre rimontare dall'ultima posizione e arrivare sul podio. Impresa non certo facile, anche perché prima bisogna imparare a domare queste vere e proprie "bestie" storiche.

Quella che cambia è poi l'interfaccia, adattata allo stile retrò delle immagini di F1 Classics. La palette cromatica risulta allo stesso tempo alterata con il tipico colore giallo della TV dell'era. Si può giocare con questa palette cromatica anche se si segue l'esperienza dalla visuale interna al cockpit, ma il filtro può essere disabilitato ristabilendo i colori originali.

Codemasters Birmingham ha fatto un egregio lavoro sul piano poligonale, modellando in maniera fedele le vetture del passato secondo le controparti originali. E chi seguiva già a quei tempi la F1 lo noterà in maniera netta, anzi il tutto gli consegnerà una sensazione di nostalgia. Le forme del passato si possono notare anche dalla visuale interna al cockpit, visto che le distanze tra l'abitacolo e la pista saranno minori.

 
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