Recensione Metro Last Light: non ci può essere potere senza sangue

Recensione Metro Last Light: non ci può essere potere senza sangue

Dopo aver dedicato l'ultima settimana al nuovo shooter di 4A Games, eccovi le nostre considerazioni in fatto di gameplay e tecnologia. Last Light è il proseguimento della storia che abbiamo avuto modo di vivere in Metro 2033, raccontata lungo una campagna da 20 ore. All'interno trovate anche il videoarticolo e una gallery di screenshot inediti.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Un altro momento non c'è e l'unico posto è la metro

Chi ha portato a termine Metro 2033 sa che in quel gioco veniva raccontata solamente metà della storia di Artyom, così come la si ritrova nel romanzo Metro 2033 di Dmitry Glukhovsky. Last Light completa quella storia, riprendendola da un punto contestualizzato 20 anni dopo la fine di quelle vicende e portandola definitivamente a termine. Last Light, quindi, da questo punto di vista, è metà di un gioco, un prodotto che non offre un netto scossone rispetto al titolo che l'ha preceduto, ma che piuttosto lo completa.

[HWUVIDEO="1354"]Metro Last Light: videoarticolo[/HWUVIDEO]

Artyom, che è di nuovo protagonista, si ritrova al centro di un'escalation di tensioni, che porterà all'invetabile conflitto tra Ordine e Impero, le due fazioni che si sono create all'interno della metropolitana dove l'umanità si è rifugiata dopo la guerra nucleare scoppiata qualche anno prima. Dopo l'attacco missilistico a cui abbiamo assistito nelle battute finali di 2033, i tetri sembravano essere stati sconfitti definitivamente. Ma, e lo apprendiamo dalle prime battute di Last Light, non è così.

Ma nonostante la minaccia dei tetri sia ancora ben presente, l'umanità non ripone la sua annosa ascia di guerra e le fra le due fazioni crescono le tensioni. L'oggetto del contendere è un ordigno nucleare che si trova in un'installazione in superficie, conosciuta con la sigla di D6. Nel corso di Last Light assisteremo a incontri politici, tentativi di raggiungere dei compromessi e alleanze più o meno fragili, ma tutto sarà inutile, così come gli sforzi di Artyom di bloccare il conflitto, visto che il conflitto alla fine ci sarà. E sarà una guerra su larga scala nel vero senso della parola, che da sola vale il "prezzo del biglietto".

Dunque, a differenza di Metro 2034, ovvero del seguito diretto di 2033 scritto sempre da Glukhovsky, Artyom è nuovamente protagonista in Last Light. Le vicende della serie prendono inizio dopo circa vent'anni dalla conclusione della guerra nucleare che ha compromesso l'aria delle principali città del mondo. I sopravvissuti sono stati costretti a rifugiarsi nel sottosuolo e la rete metropolitana è diventata il luogo migliore per costruire degli insediamenti alternativi. Si è così formata una nuova società con le sue tensioni interne e i suoi giochi di potere. Le città sono adesso quelle che una volta erano le stazioni della metropolitana, anche se i collegamenti tra una stazione-città e l'altra rimangono difficoltosi.

Ma le vicende di Metro Last Light ruotano intorno a un mutante telepatico che sembra avere una relazione con Artyom che ha attirato le attenzioni di Ordine e Impero, che ormai sono sul piede di guerra. L'Ordine è solo apparentemente più pacifico dell'Impero, anzi le ambizioni del suo leader, il generale Korbut, porteranno a una serie di atroci delitti. Le due fazioni, così come lo stesso Artyom, si mettono alla ricerca del mutante, e questo spingerà il protagonista ad attraversare nuovamente la metropolitana, piena di rischi come al solito, visitare tutte le città-stato che sono state create dopo l'esplosione nucleare e avere finalmente il suo contatto con il telepate.

L'umanità si è così auto-annientata, perché non riesce a mettere un freno ai suoi istinti di controllo e che la portano a primeggiare su tutto il resto. E così anche i tetri sono vittime dell'odio degli esseri umani, così come gli umani stessi. In Last Light, a differenza di 2033, abbiamo un rapporto più intimo con i tetri: anche loro provano dei sentimenti e anche loro hanno perso molto per via delle decisioni degli umani. Si tratta di una civiltà che vuole risorgere, esattamente come quella umana, dalla quale però ormai dipende strettamente.

 
^