Recensione BioShock Infinite: cultura al cuore

Recensione BioShock Infinite: cultura al cuore

Eccovi finalmente la nostra recensione di BioShock Infinite, un titolo destinato a cambiare per sempre la storia dei videogiochi. Prima di lasciarvi alla lettura, vi preghiamo di notare che le immagini sparse per l'articolo sono quelle fornite dal produttore, mentre nella gallery e nella pagina 'Gli aspetti tecnici' trovate una serie di shot che abbiamo catturato dalla versione PC di BioShock Infinite impostata al massimo livello di dettaglio grafico.

di , Rosario Grasso pubblicato il nel canale Videogames
 

Immaginario ricco di spunti e citazioni

In effetti, il primo impatto con Columbia è davvero mozzafiato. Nulla potrebbe discostarsi maggiormente dal buio claustrofobico e cadente di Rapture: la luce del sole, il cielo terso, le nubi bianche e zuccherose. Il contesto è da sogno e il tutto viene sottolineato dalle note di una versione sacrale di ‘Will the Circle be Unbroken’ (canzone tradizionale country, a tema religioso). Saremo così introdotti nel Tempio del Profeta, dove ci verranno ulteriormente spiegate le radici di Columbia.

Seriamente: l’incipit di BS Infinite sfiora livelli di lirismo ed evocatività raramente toccati nella storia dei videogiochi.

E buona parte dell’avventura a Columbia non è da meno. La città – soprattutto nelle fasi di non combattimento, dove sarà possibile incrociare i cittadini e documentarsi sulle regole sociali dell’insediamento volante – vanta un’interessante organizzazione gerarchica costituita da rigorosi e peculiari equilibri e, soprattutto, rappresenta la ‘perfetta’ esaltazione (anche degenerata) dell’american way di inizio ‘900.

In questo senso, con un minimo di cultura storico-sociale sugli Usa (e come i lettori sapranno, per il sottoscritto la storia americana è stata spesso argomento di studio e lavoro), Columbia si tramuterà in un cumulo di gustosissime citazioni. E l’intero immaginario creato dal genio di Levine si rivelerà essere un viaggio profondo, ricercato e spesso critico nella storia e nella filosofia americana.

I padri fondatori dell’Unione (da Washington a Jefferson, passando per Franklin) venerati come dei olimpici che hanno dato a Padre Comstock le risorse per creare e far prosperare la città volante. Le salmodie nella chiesa del Profeta che, a mo’ di preghiere, ripercorrono le fasi fondamentali della storia americana. La Confraternita del corvo, un’organizzazione dedita al mantenimento della supremazia della razza bianca, i cui soci sono agghindati in modo inquietantemente simili agli affiliati del Ku Klux Klan e adorano nientemeno che John Wilkes Booth (l’assassino di Abraham Lincoln. Lincoln, tra l’altro, non viene mai chiamato per nome nei documenti di Comstock. A lui ci si riferisce con disprezzo come al “grande Emancipatore”). Le milizie di Cornelius Slate, che indossano una rivisitazione della divisa confederata e caricano sulle note di ‘The Bonnie Blue Flag’ (uno degli inni sudisti maggiormente iconici). E potrei continuare a lungo, elencando e spiegando come Levine strizzi costantemente l’occhio alla storia americana. Per una metà abbondante del gioco, Columbia si rivela un tesoro di citazioni e rimandi alla realtà degli Usa. Forte, comunque, di un’interpretazione del tutto peculiare e coerente. Per quanto esagerata fino al limite della degenerazione.

Se il giocatore sarà minimante consapevole di questi rimandi, si troverà in un mondo dotato di una profondità e di una coerenza semplicemente unici. Raramente un videogioco, lavorando di fantasia, riuscirà a trasmettere un messaggio così radicato in cultura e storia. Riuscendo anche a effettuare una graffiante critica sociale.

Ma Columbia non è solo Comostock e i Fondatori. Al suo interno si muovono forze d’opposizione (estremamente vicine al proletariato e caratterizzate da ideologie vicine al socialismo e dense di risvolti e derive populiste. Ma – soprattutto nella seconda metà del gioco – l’avventura nella città volante smetterà di essere una critica socio-politica e assumerà i contorni di una vera e propria tragedia personale, ‘sostenuta’ da elementi fantascientifici e paradossali.

Tutto questo – nella sua complicata coerenza – rende BS Infinite uno dei prodotti culturali più interessanti, eterogenei e variegati degli ultimi anni. Per certo – considerando anche che racconta una storia dannatamente coinvolgente e che presenta un modello ludico decisamente efficace – si tratta di un grandissimo videogioco. Uno di quelli che farà epoca.

 
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