SimCity: il seguito che non ti aspetti

SimCity: il seguito che non ti aspetti

Ecco la nostra recensione di SimCity. Come sa chi ha seguito le nostre news quotidiane, ci sono stati tanti problemi al lancio del nuovo gestionale di Maxis, per cui molti dei giudizi formulati in questo articolo verranno riformulati nel momento in cui diventerà disponibile una release più stabile del gioco.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Regioni e Specializzazioni

Le nostre città non sono isole solitarie in un mare infinito e brullo, ma fanno parte di un insieme di zone edificabili e strettamente interconnesse tra loro. La visione Regionale, benché non sconosciuta alla serie, diviene in questo capitolo di fondamentale importanza. Se prima la comunicazione tra città vicine era dettata solo e soltanto dalla nostra propensione a “comunicare” con il mondo esterno, ora siamo invece forzati ad essere globalmente attivi e ad avere un impatto concreto su quello che accade intorno a noi.

Per rendere chiaro il concetto, il gioco non ti permette di creare nulla se prima non connetti la tua prima strada all’uscita dell’autostrada Regionale (o forse è una tangenziale? Magari un raccordo?).

Più chiaro di così! Questa connessione forzata è anche dovuta, con ogni probabilità, al bisogno di ricevere agenti per l’edificazione ed il popolamento della zona urbana. Al contrario di SimCity 4, i cittadini ed i lavoratori non compariranno dal nulla.

La Regione non è tutta edificabile come in passato, ma assegna dei lotti precisi e delimitati dove poter costruire. A nostra disposizione vi saranno mappe/regioni di diverso tipo e di diversa grandezza, con varie risorse naturali da sfruttare a proprio vantaggio. I posti assegnati possono variare da un minimo di 2 ad un massimo di 16, con più o meno Slot per le Grandi Opere. Queste ultime non sono altro che immense costruzioni che daranno bonus di un certo peso a tutte le città connesse.

Durante le 36 ore di gioco ho voluto costruire l’Aeroporto Internazionale per accedere ai bonus di Turismo e scambio di merci. Purtroppo anche in questo frangente l’esperienza non si è dimostrata priva di piccoli errori, perché si è verificata una desincronizzazione tra quanto davo, in termini di risorse, e quanto riceveva l’opera. E ciliegina sulla torta, sono rimasto abbastanza sorpreso quando, di punto in bianco, mi è stato comunicato che l’Aeroporto era stato completato; eppure pensavo di aver mandato soltanto la metà delle risorse necessarie…

Piccolo particolare che personalmente ho trovato un po’ fastidioso: non è possibile “visitare” la grande opera. Pur zoomando o cliccandoci sopra, il grado di Zoom offerto è quello proposto nello screen qui sopra.

Le specializzazioni di cui vi parlavo non servono soltanto a completare le titaniche opere ingegneristiche, ma offrono la possibilità di modellare la propria città secondo uno schema preciso: petrolio, carbone, minerali, commercio, elettronica, turismo e gioco d’azzardo. Ogni specializzazione ha da offrire edifici adatti al compito, come torri di trivellazione o monumenti famosi. A noi l’arduo compito di scegliere in cosa cimentarci, e con quale grado di immersione: nessuno ci vieta di piazzare la Torre Eiffel accanto ad un pozzo petrolifero.

Particolarmente interessante è la possibilità di poter vendere quanto estratto o creato sul mercato globale. Peccato che tale funzione sia attualmente disabilitata. La compra-vendita dei prodotti per il momento è fissata ad un tasso non variabile, mentre in teoria dovrebbe evolversi e mutare nel tempo, proprio come nel mercato reale.

Purtroppo, come ho potuto constatare, l’esportazione dei prodotti non sempre è affidabile: tra camion dei trasporti che non consegnano, transazioni non contabilizzate nel Budget e variazioni nella produzione non chiare, le mie città petrolifere si sono sempre dimostrate un investimento a perdere.

Che la storia dell’immenso potere delle multinazionali del petrolio sia solo una grande bufala? Nel mio caso, si.

 
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