Tomb Raider hands-on: reboot, perché e come

Tomb Raider hands-on: reboot, perché e come

Square Enix e Crystal Dynamics ci hanno dato la possibilità di effettuare una corposa prova del nuovo Tomb Raider. Negli uffici milanesi di Digital Bros, infatti, abbiamo potuto gustarci un paio d’ore in compagnia della giovane Lara.

di pubblicato il nel canale Videogames
Square Enix
 

La ricetta del reboot

Il nuovo capitolo della saga dedicata a Lara Croft ci catapulterà alle ‘origini del mito’. In quella che sarà la prima avventura della ‘cacciatrice di tombe’ più famosa della storia dei videogiochi. Saremo quindi alle prese con una Lara giovane e meno sicura di sé. Più incerta sul da farsi e decisamente meno abile, rispetto a quanto siamo stati abituati a vedere.

La volontà di Crystal Dynamics è dichiaratamente quella di ‘riscrivere coerentemente e realisticamente’ il personaggio Lara. Discostandosi dal sex symbol – carismatico, ma vuoto – che abbiamo conosciuto sin qui.

Da un lato, quindi, si vuole spiegare come sia avvenuta la genesi di un’eroina. Dall’altro, questo percorso di crescita e la nuova Lara ‘completa’, saranno contraddistinti da maggior realismo e profondità.

L’operazione di Crystal Dynamics è sicuramente pretenziosa. Ma decisamente sensata. Per quanto Lara sia un’icona, donarle dello spessore non può che essere scelta gradita ai fan. Vivere le origini dell’archeologa e conoscerla ‘sul serio’, non solo come personaggio imbattibile e pressoché ‘piatto’, sono situazioni che faranno piacere tanto al cultore di vecchia data, quanto al nuovo appassionato (che si troverà alle prese con un’avventura adulta e molto intensa).

Per completare questa sfida, il team di sviluppo ha scelto di farci vivere la prima, disperata, avventura della giovane Lara. Creando – nell’assoluta emergenza – un percorso evolutivo e di crescita costante, che vedrà il giocatore prendere per mano Lara (condividendone dolori e paure, ma anche evoluzione e momenti di gioia) per condurla alla salvezza.

La giovane archeologa è già una ragazza di personalità. Ma di fatto è alla propria prima esperienza sul campo. E deve fare i conti con numerose ‘difficoltà esterne’: il fatto che sia giovane e bella, non contribuisce ad aumentarne la credibilità. Così come essere l’erede di Mister Croft, la espone a costanti paragoni ‘scomodi’.

Lara e il suo team, si troveranno in nave, nel mare del Giappone, a caccia di un mito orientale, tra i più misteriosi e ambiti. Il team Croft – che, come apprenderemo, sta girando un reality show a sfondo archeologico - è infatti alla ricerca della verità sull’oscura Regina Himiko, una sorta di sovrana ‘magica’, reggitrice di una misteriosa civiltà (gli Yamatai) che aveva colonizzato delle isole orientali. E di cui si conosce pochissimo, quasi un’Atlantide d’Asia.

La situazione, elettrica ma carica d’eccitazione, precipiterà abbastanza presto. Lara convincerà Roth, il Capitano della nave, a ‘forzare la navigazione’, con il chiaro intento di poter accedere con maggiore rapidità all’isola, dove la squadra di ricerca sembra convita di poter trovare tracce della Regina Himiko. Ma, a causa di una tempesta e dell’impervio tratto di mare attraversato (il micidiale Triangolo del Dragone), la nave farà naufragio proprio sull’isola misteriosa.

Tutto comincia da qui. L’esperienza di Lara sull’isola sarà di ‘brusca crescita’, in circostanze estreme e contro una pletora di minacce. Dopo il naufragio, la nostra eroina sarà velocemente separata dal resto dell’equipaggio (e scoprirà che sull’isola si nasconde più di un’entità ostile). A noi, a questo punto, il compito di condurre Lara al ricongiungimento con i compagni. Attraversando l’ambiente ‘neutralmente minaccioso’ dell’isola e combattendo le crescenti avversità umane e animali.

La situazione che il gioco tratteggia è decisamente interessante. Abbiamo questa ‘archeologa wanna be’, catapultata all’improvviso su un’isola minacciosa per la natura e per gli abitanti. Lara, per quanto abbia studiato e si sia addestrata, non è mai stata esposta alla prova del campo. E’ per lei una prima volta.

E Tomb Raider non fa davvero nulla per nasconderci le sensazioni dell’eroina: paura, dolore, freddo e fatica. Tutto si nota, sul corpo e negli atteggiamenti di una Lara che non è mai stata così fragile e così ‘vera’.

 
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