Devil May Cry: reinventare Dante...all'italiana

Devil May Cry: reinventare Dante...all'italiana

Abbiamo provato i primi livelli di gioco del nuovo reboot di Devil May Cry, ridisegnato dall'artista italiano Alessandro Taini, che si è ispirato a Caravaggio. Ecco le nostre sensazioni sull'hack and slash beat 'em up che arriverà il 15 gennaio su PlayStation 3 e Xbox 360, e successivamente su PC.

di pubblicato il nel canale Videogames
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Più giovane e più cupo. Ecco il nuovo Dante

Tutto passa attraverso l’occidentalizzazione di DMC. Ninja Theory ha preso dannatamente sul serio la possibilità di lavorare con un personaggio importante come Dante. E si è data molto da fare, per capire come renderlo maggiormente credibile, senza snaturarlo, tarpandogli le ali dal punto di vista dell’arroganza.

Per prima cosa, spiega Alessandro Taini in prima persona, il team artistico ha paragonato lo stile occidentale con quello orientale. Dal punto di vista della musica, del fashion, del ‘cool’. Elementi centrali nell’immaginario di DMC.

E il contrasto è risultato lampante: se in oriente si prediligono sempre stili molto vistosi, fatti di capi d’abbigliamento eccessivi e sgargianti, capelli voluminosi e coloratissimi, in occidente è cool padroneggiare un look minimale. Quasi dimesso. Ma non per questo meno ‘stiloso’.

Appurato che il nuovo Dante avrebbe avuto una ‘matrice occidentale’, si è pensato a quale potesse essere il Male da affrontare, in questo nuovo corso di caccia ai demoni.

Per quanto, quindi, la componente diabolica non possa assolutamente scomparire, secondo Ninja Theory, al giorno d’oggi, altre sono le vere incarnazioni del male, percepite dalla società. Oggi, infatti, tendiamo a vedere la malvagità annidarsi nella finanza speculativa e spietata, nel potere politico corrotto, nelle multinazionali dedite solo al profitto.

Ed ecco allora che il nuovo mondo di Dante unirà le due cose: gli antagonisti del cacciatore di demoni saranno potenti uomini d’affari che, per ottenere il loro scopi, non hanno esitato a scendere a patti con forze oscure. Il male, quindi, segue una doppia direttrice, quella ‘concreta’ dei ricatti e della corruzione, e quella ‘spirituale’, con il pesante coinvolgimento di forze occulte.

Quanto a Dante, il demon hunter è sempre rimasto un personaggio ‘border-line’, cool fino all’osso, grazie al fisico d’acciaio, ai lineamenti gentili e al suo disinteresse totale per tutte le regole. La sua esistenza scorre nella sregolatezza più assoluta, in un ‘vivere alla giornata anche in presenza del Male’ che non lo potrà portare lontano. Dante, infatti – dal capello corto e nero e molto più giovane di quanto siamo abituati a vedere – vive in una cittadina fittizia (con caratteristiche uniche e un’architettura prettamente europea, come vedremo), costantemente a cavallo tra la normalità e una ‘dimensione infernale’ (il Limbo), dove entra in contatto con i Demoni ostili.

Non gli è chiaro il motivo di questi pericolosi incontri (il ragazzo ha recentemente scoperto i propri poteri e con essi i nemici che lo sfidano), ma – in modo perfettamente coerente alla sua spocchia – il giovane eroe non si fa troppi problemi: normalmente si contenta di abbattere ogni avversario, in modo da uscire dal Limbo, per poi tornare alla vita di tutti i giorni. Ma, come ovvio, le cose stanno per farsi molto molto più complicate e pericolose.

 
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