Call of Duty Black Ops II: Treyarch si rimbocca le maniche

Call of Duty Black Ops II: Treyarch si rimbocca le maniche

Elementi RTS, nuovo sistema Create a Class, Codcasting, rivisitazione Classi di Prestigio, modalità Zombies a un nuovo livello, motore grafico DirectX 11: sono tantissime le novità del nuovo capitolo di Call of Duty, che di fatto porta la serie su un diverso livello di qualità.

di pubblicato il nel canale Videogames
Call of Duty
 

Black Ops II fucile in mano

L’impianto da shooter di Call of Duty lascia qualche dubbio. Ci sono state senza chiaramente delle mosse decise da parte di Treyarch, per cercare di ‘smuovere’ un franchise che – nelle ultime uscite – si è sempre rivelato troppo simile a sé stesso, senza riuscire più a convincere. Di fatto, la struttura da combattimento dei capitoli più recenti di COD ha spessissimo presentato livelli organizzati come ‘grandi corridoi’ da attraversare a testa bassa, freddando schiere di nemici dal comportamento tutt’altro che realistico. Il tutto in un tripudio di eventi scriptati, altamente spettacolari ma del tutto non sorprendenti o convincenti.

Treyarch, in BO II, ha mostrato di aver voluto mettere mano a questo impianto di gioco ‘abusato’. Il tutto appare evidente, soprattutto nelle prime fasi di gioco, quando ci troveremo spesso e volentieri immersi in vere e proprie battaglie campali. Che – per quanto sempre contraddistinte da dinamiche esagerate e fin troppo cruente (quasi che nessun soldato abbia a cuore la propria vita) – sono ludicamente godibili e da affrontare con una certa pianificazione. Una decisa miglioria, rispetto al costante ‘avanzare per corridoi’.

Adesso saremo alle prese con ‘arene ampie’, da affrontare secondo più direttici e per completare numerosi obiettivi che, via via, si riveleranno, consoni allo sviluppo della battaglia. Queste fasi funzionano, anche se non rappresentano l’intera offerta della campagna shooter (sì, ritornano anche i livelli a corridoio).

Il problema principale di BO II, quindi, non risiede nelle dinamiche di battaglia, quando nelle modalità di conduzione della lotta. Il modello di fuoco di COD, infatti, si ripropone ancora una volta nella propria eccessiva semplicità. Le armi da fuoco hanno il caratteristico comportamento docile e ‘leggero’. Senza sostanziali differenze tra i principali strumenti d’offesa. La nostra condotta, insomma, non dovrà subire stravolgimenti, quando imbracceremo un possente M60, rispetto alle volte in cui spareremo con un agile mitraglietta. Ci saranno differenze, certo, ma non marcate come la realtà imporrebbe. Nulla di nuovo, in questo senso. Anche il glorioso M60 permetterà grandi tiri dalla distanza.

C’è comunque altra carne al fuoco, nelle missioni: oltre alla solita ridda di esplosioni e ‘diversivi’ coi veicoli, c’è una grande attenzione rivolta alla guerra del futuro. Infatti, la campagna – che, come detto, segue le vicende della caccia a Raul Menendez – salta dal passato al futuro prossimo. E proprio i livelli ‘del mondo che verrà’, risultano in più interessanti, visto che calano il giocatore in circostanze decisamente varie (come la scalata a mani nude, o la planata nelle vallate sudamericane, coadiuvati solo da avveniristiche tute alari), supportandolo con una pletora di gadget futuristici ma comunque realistici, frutto di uno sviluppo credibile. E’ in queste situazioni che, oltre a sparare, potremo comandare e pilotare droni, usare sistemi di identificazione e ascolto remoto e così via.

Interessanti anche le ambientazioni in cui vivremo l’avventura: saranno molto diverse tra loro e, non di rado, caratterizzate pesantemente da eventi atmosferici o sociali che ci vedranno, volente o nolente partecipi. Il tutto, fortunatamente, andrà a incidere sull’azione del giocatore, creando buona varietà.

Così come, almeno in teoria, è vario l’approccio ai livelli: si va da situazioni – come accennato in precedenza – di caos campale, a momenti in cui la segretezza e il basso profilo divengono fondamentali. Si è detto in teoria, sostanzialmente perché – presto o tardi – tutte le situazioni ‘alternative’ cesseranno, lasciando spazio a momenti di ‘classico shooting alla COD’.

Nel complesso, il sistema funziona e diverte. Con il picco ‘qualitativo’ del comparto futuristico e delle battaglie in campo aperto. Da rivedere, invece, l’IA (scostante), il sistema di fuoco (monocorde e troppo docile) e le sezioni da shooter ‘in corridoio’.

 
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