Port Royale 3: simulazione economica e territoriale nei Caraibi

Port Royale 3: simulazione economica e territoriale nei Caraibi

Dopo diverse sessioni di gioco al nuovo gestionale di Gaming Minds Studios ecco il nostro giudizio definitivo. Ripropone alcune caratteristiche "vecchio stampo" all'interno di uno scenario Caraibico ottimamente ricostruito. Alcune recensioni lo hanno stroncato: Gamemag conferma questi giudizi?

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Un gestionale come quelli di una volta

I gestionali commerciali come Port Royale 3 sono sostanzialmente in via di estinzione. Fino a qualche anno fa erano addirittura uno dei generi più diffusi in assoluto, ma l'interesse dei giocatori con il passare del tempo si è spostato su prodotti più immediati. Non che manchino le occasioni per migliorare e potenziare queste strutture di gioco, diciamo piuttosto che mancano le opportunità per farlo.

Che ci sia ancora molto da fare lo dimostra lo stesso Port Royale 3, stroncato dalla critica per via della sua staticità, per qualche meccanismo gestionale poco logico e per una presentazione agli occhi dell'utente a dir poco contorta. Ma giocando per qualche ora ci si rende conto che il nuovo gestionale di Gaming Minds Studios ha molto da offrire e che presenta una struttura gestionale in linea di massima solida, affascinante e coinvolgente. Insomma, come vedrete nel corso della recensione, il nostro parere non solo non è negativo, ma anzi porta a suggerire l'acquisto a coloro che sono appassionati del genere.

Port Royale 3 è basato sul motore gestionale e tecnico allestito da Gaming Minds Studios per i primi due capitoli della serie, e soprattutto per Patrician. Sostanzialmente, entrambe le serie sono costruite sulla medesima infrastruttura tecnologica ma, mentre Port Royale 2 risale ormai a otto anni fa, Patrician IV è di due anni fa. Il nuovo Port Royale quindi è da considerarsi come un affinamento di quel gioco, con un nuovo scenario e con un abbellimento, piuttosto sostanziale, della componente grafica.

Si tratta basilarmente di un simulatore commerciale e di trasporti, sulla falsariga dei mitici Railroad Tycoon. Il giocatore agisce su una mappa di gioco che riproduce i Caraibi, parte della costa meridionale del Nord America e parte della costa settentrionale del Sud America. Ha a disposizione dei convogli commerciali e deve nella sostanza trasportare le merci dai luoghi in cui vengono prodotte, e quindi costano di meno, ai luoghi in cui c'è forte domanda, e quindi in cui costano di più. Ma questa è solamente la base di Port Royale 3, che poi in realtà presenta dei motivi di complicazione non indifferenti.

Diciamo, per iniziare, che ci sono due campagne distinte, che sebbene siano basate sullo stesso motore si differenziano per gli equilibri e per la storia. Se nelle due campagne si impersona sempre un esploratore spagnolo che si reca nel Nuovo Mondo e rimane invaghito della giovane Elena, nella campagna commerciale si lavorerà all'ombra dell'addetto commerciale del vicerè, de Vega, mentre in quella da avventuriero il mentore del personaggio interpretato dal giocatore sarà de Mendoza, addetto militare del vicerè. La prima campagna si baserà principalmente sui traffici commerciali, mentre le battaglie navali (che corrispondono alla componente d'azione del gioco) saranno collocate in secondo piano. La campagna da avventuriero, viceversa, vedrà protagoniste le battaglie navali, con i traffici, comunque indispensabili per accrescere il proprio patrimonio, sullo sfondo.

Ci sono due storie diverse, entrambe alquanto stucchevoli. Nella prima campagna abbiamo una sorta di triangolo amoroso, in cui l'esploratore interpretato dal giocatore si deve mettere in mostra per far breccia nel cuore della bella Elena. Nella campagna da avventuriero, invece, Elena viene rapita dai pirati, e l'avventuriero deve andare in giro per i mari a uccidere persone fino a ritrovare e liberare la bella. Nonostante la narrazione a dir poco precaria, lo scenario caraibico di Port Royale 3 è ottimamente ricostruito, sia per la grafica che per la musica, visto che entrambe riescono a far vivere in maniera intensa l'atmosfera caraibica che sta alla base del gioco.

La grafica, inoltre, risulta nettamente migliorata rispetto a quella di Patrician IV, e questo vale soprattutto per gli insediamenti urbani. Questi sono navigabili in tre dimensioni e presentano illuminazioni avanzate, shader precisi per le superfici liquide, gestione della vegetazione e dettaglio poligonale sostenuto per gli edifici, le imbarcazioni e gli altri elementi. Diciamo subito, però, che per accedere alla componente con le città bisogna aspettare un rapido caricamento di qualche secondo. Il gioco si ambienta nella sua componente principale nella mappa tattica, in cui si possono vedere tutte le città e le navi che stanno alla base dei traffici. Quando si clicca su una delle città, a patto di possedere un magazzino o un convoglio ancorato, si entra nella visuale della città. Si tratta di un'operazione che si ripete frequentemente (chi ha giocato Patrician IV lo sa), per cui questi caricamenti, anche se rapidi, alla lunga sono leggermente tediosi.

 
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