Fifa 13: la prossima generazione calcistica può attendere

Fifa 13: la prossima generazione calcistica può attendere

Può sembrare paradossale, ma nella stagione che sancisce il definitivo (?) declassamento della Serie A da campionato di prima fascia a lega di second’ordine (per lo meno in termini di qualità e top player presenti), veniamo ‘graziati’ da uno dei migliori Fifa di sempre.

di , Davide Spotti pubblicato il nel canale Videogames
 

Questione di fisico

In parziale aiuto del difensore (parziale perché ci sono anche attaccanti che possono sfruttare questa possibilità) viene la potenza fisica. Adesso il gioco di spalla, il peso e la forza dei giocatori sono fattori molto più importanti e ‘sentiti’ nel gioco. Difensori possenti – anche se non molto ‘skillati’ – possono credibilmente dire la loro in ogni contrasto. ‘Mettersi in mezzo’ tra un avversario e il pallone, proteggere la sfera, stoppare e ostruire l’intervento del difensore, sono operazioni fondamentali e, finalmente, ben controllabili.

Per la prima volta, insomma, Fifa dimostra che a calcio possono giocare anche atleti che non sono propriamente velocisti. Non siamo ancora alla perfezione, visto che avvengono ancora un po’ troppi contrasti non credibili, ma il passo avanti rispetto allo zoppicante Impact Engine degli esordi, è netto.

In particolare, si deve sottolineare l’efficacia del contrasto in corsa portato attraverso la simultanea pressione dei dorsali inferiori: in questo modo il difensore fa sentire tutto il proprio peso sull’attaccante e, di sovente, lo sbilancia fino a fargli perdere il controllo del pallone. Tutto questo si riverbera positivamente anche sulla gestione complessiva del pallone, molto più credibile in tutti i suoi comportamenti per aria dal lancio lungo (finalmente opzione da tenere in grande considerazione, anche per via della buona possibilità offerta dal nuovo sistema di stop), al tiro dalla distanza (ora si possono calciare vere e proprie ‘bordate’).

Bene anche per i colpi di testa, adesso decisamente più controllabili in coerenza con la posizione del giocatore in campo. Lo stacco, il tempismo e l’indirizzamento funzionano molto meglio e con maggior realismo.

Va però detto come troppo spesso, dopo una respinta della difesa su un cross, il team in attacco sia ‘piantato a terra’, con pochissima reattività e nessuna capacità di aggredire la palla vagante. Un’ultima nota va dedicata alla resistenza dei giocatori: sembra, infatti, che all’approssimarsi del 90esimo, gli atleti accusino notevolmente la stanchezza. Sbagliando appoggi facili e stop elementari. E, in generale, risultando molto più legnosi nei movimenti.

 
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