Tekken Tag Tournament 2: ritorno al Tag Team per Namco

Tekken Tag Tournament 2: ritorno al Tag Team per Namco

Namco cerca il riscatto e ripropone la formula dei combattimenti di coppia, che venne offerta per la prima volta su PlayStation 2 nell’ormai lontano 2000. Il parziale ritorno alle origini giova a questo capitolo, che riesce a risollevare il brand dopo il ‘tonfo’ determinato da Tekken 6.

di pubblicato il nel canale Videogames
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Un roster mai così nutrito

Come ho già detto Tekken Tag Tournament 2 non intende aggiungere un nuovo tassello per quanto riguarda la stoyline dell’Iron Fist Tournament, ma vuole invece essere una specie di “summa” di tutto il resto della serie. Questa scelta crea un’evidente distorsione temporale ma al contempo offre una sorta di sintesi di tutto il percorso precedente.

Il roster dei personaggi è infatti molto ampio e annovera oltre 50 differenti lottatori, tra i quali spiccano i veterani Jin Kazama, Kazuya Mishima e un Heiachi in versione giovanile, affiancati da soggetti di recente introduzione come Dragunov, Zafina e Bob, per concludere poi con alcune new entry tra cui Forest Law, Protoype-Jack e Tiger Jackson, che costituiscono limitate varianti di altri personaggi storici del brand.

Una delle caratteristiche, che erano state sottolineate anche in fase di preview, riguarda la lingua parlata dai lottatori, che per la prima volta rispecchierà le loro reali origini. Capita così di sentire Eddy e Christie Monteiro esprimersi in portoghese, mentre Miguel Caballero e Rojo proferiranno in spagnolo, Dragunov in russo e così via.

Se dal punto di vista grafico i modelli poligonali dei lottatori appaiono migliorati rispetto a quanto offriva Tekken 6, bisogna invece rilevare che le animazioni continuano a rimanere pressoché inalterate. Le esultanze al termine di un match vittorioso sono praticamente identiche da anni a questa parte e non sono nemmeno state inserite alcune variabili in modo che possa esserci una maggior alternanza sotto questo punto di vista.

In questa nuova edizione esiste anche un editor per la personalizzazione dei lottatori, che tuttavia non presenta una quantità di contenuti degna di sottolineatura. Ogni protagonista dispone di cinque differenti costumi, alcuni sbloccati fin dall’inizio e altri da attivare mediante il completamento della modalità arcade. E possibile decidere quali impostare di default nel momento della selezione personaggio, mentre esistono differenti immagini destinate alla schermata di selezione che precede l’incontro. C’è davvero poco altro: alcuni effetti grafici differenziati per la fase Rage e varianti cromatiche per l’Aura dei lottatori. Per farla breve: senza campo né coda.

 
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