Need for Speed The Run: fine della corsa

Need for Speed The Run: fine della corsa

Il nuovo capitolo di Need for Speed tenta le strade della narrazione, proponendo anche alcune sequenze inedite, al di fuori dell’abitacolo. Il risultato non ci è parso appagante e del tutto soddisfacente, anche alla luce della longevità risibile della campagna single-player.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Ce n’era davvero bisogno?

E’ proprio questa la domanda che viene da porsi una volta completato The Run e averlo riposto nella sua custodia. Non che sia propriamente una novità per un brand discusso e dalle mille facce come quello di Need for Speed. Una serie che in oltre quindici anni di storia ha assunto molte forme, variando a più riprese le proprie caratteristiche, e deludendo in alcuni casi le aspettative degli appassionati di corse arcade.

Dopo aver toccato il suo apice più elevato con Need for Speed: Undeground, il brand ha iniziato una lunga parabola discendente, che è passata attraverso i vari Most Wanted, Carbon, Pro Street e Undercover, fino alla scelta di Electronic Arts di suddividere il marchio in differenti proposte e soluzioni, affidate di volta in volta ad un team differente. E’ nato così dapprima Shift, variazione sul tema con velleità maggiormente orientate alla simulazione e un’esperienza di guida concentrata all’interno dell’abitacolo, passando per Hot Pursuit e l’ingaggio di un team navigato come i ragazzi di Criterion Games (già famosi per la serie Burnout).

The Run avrebbe dovuto rappresentare il completamento dell’offerta, garantendo un nuovo approccio, molto più orientato all’esperienza cinematografica. In buona sostanza l’idea originaria di Black Box era quella di recuperare quelle (poche) idee che erano state testate in Undercover, cercando di mixarle con nuove componenti, in modo tale da offrire una campagna single-player di breve durata ma estremamente coinvolgente e appagante. Il valore aggiunto avrebbe dovuto essere rappresentato nello specifico dall’utilizzo di una serie di eventi scanditi da Quick Time Events, da vivere al di fuori dell’abitacolo, oltre all’opportunità di ricorrere al Frostbite 2 come engine grafico.

 
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