Fifa 12: quattro occhi sono meglio di due

Fifa 12: quattro occhi sono meglio di due

La recensione di Fifa 12 è stata curata da due redattori di Gamemag. Nell'articolo trovate ogni dettaglio tecnico e di gameplay sull'ultima simulazione calcistica di EA Sports.

di , Davide Spotti pubblicato il nel canale Videogames
 

E adesso?

Il nuovo Fifa è andato a incidere pesantemente su tutto il sistema di gioco, cercando di ‘combattere’ i propri difetti più pesanti. Attraverso il tanto decantato Impact Engine, i programmatori hanno riscritto tutto il motore fisico del gioco, rendendo decisamente più convincente il calcolo di impatti e contrasti in-game. Certo, non tutto è ancora perfetto, ma la ‘mappatura’ completa del corpo degli atleti fa sì che gli scontri in partita risultino complessivamente più credibili. Ma, soprattutto, si creano nuove opportunità di contrasto, con l’implementazione di spallate e trattenute molto più credibili ed efficaci.

Una fisica migliore, si riverbera in positivo anche sui tiri. Le conclusioni di Fifa 12 sono micidiali. Con il giocatore giusto e la dovuta perizia, infatti, si potrà segnare in ogni modo e da quasi ogni posizione. Estremamente gratificante. L’efficacia dei ‘tiri a giro’ è stata correttamente rivista: essi richiedono di essere effettuati con atleti sufficientemente tecnici. E anche i ‘fenomeni’ dovranno calibrare la parabola con accortezza, facendola partire da posizioni adeguate. Capitolo pallonetti: eccessivamente letali in molti capitoli di Fifa, oggi sono – giustamente – divenuti un colpo lento e complesso da effettuare. Bene anche nei colpi di testa, che adesso sono ben indirizzabili e maggiormente legati alla corretta scelta di tempo. Finalmente, infine, i tiri al volo sono effettuabili senza eccessive remore: possono partire grandi conclusioni, a patto di mantenere una buona coordinazione.

I portieri: adesso i loro interventi sono molto più vari e ‘spontanei’. Le parate, infatti, paiono molto più ‘calcolate’ in reazione di come è il tiro. Sono pochi i salvataggi che vedrete ripetersi con eccessiva frequenza. Qualche dubbio, invece, sulle uscite alte (gli estremi difensori hanno la tendenza a respingere palloni anche comodi) e sulla reazione – un po’ troppo lenta – alle conclusioni ravvicinate e rasoterra (anche se, va detto, per un portiere si tratta dei tiri più complicati da neutralizzare).

Il lavoro più possente, però, è stato fatto sul ritmo di gioco. La vera rivoluzione di Fifa è, infatti, il Tactical Defending. In tutti i giochi di calcio degli ultimi 15 anni, con il tasto del contrasto si andava a portare il difensore automaticamente sulla direttrice del portatore di palla, effettuando un contrasto, non appena ‘a portata’, con l’aggiunta della possibilità di raddoppiare il pressing. In questo modo si otteneva una difesa troppo efficace e soprattutto troppo frenetica. Ecco, allora, motivata la poca gratificazione della fase offensiva dei ‘vecchi’ Fifa. Ecco perché sembrava sempre più proficuo il ‘ping-pong passing’. Ma adesso cambia tutto.

Con il tasto A (o X su PS3), infatti si porterà il difensore a interporsi automaticamente tra porta e portatore di palla. Il giocatore sarà piuttosto aggressivo e si avvicinerà molto all’avversario (Premendo LT o L2, invece, si effettuerà una posa difensiva più ‘leggera’: con il giocatore che – pur mantenendo sempre il volto rivolto al pallone e restando ‘in traiettoria’ con l’attaccante, non si avvicinerà con aggressività, risultando più manovrabile dall’utente). Però non verrà effettuato nessun contrasto automatico! Adesso, infatti, sarà necessario effettuare il tackle manualmente (premendo X o quadrato). Ovviamente, si dovrà essere alla giusta distanza, in posizione corretta e servirà un buon tempismo.

Come ovvio, questo nuovo sistema difensivo è molto più tattico e complesso da padroneggiare. Occorre pianificare con estrema attenzione i movimenti dei propri giocatori, ragionando sempre sulla loro posizione relativa al resto del reparto arretrato e alla porzione di campo arretrata. E’ sempre possibile effettuare un raddoppio in pressione (con RB o R1), ma anche in questo caso, non ci saranno tackle automatici e – nel complesso – l’approccio del secondo marcatore, sarà più timido di quanto visto nei precedenti capitoli. Gli impatti di questo nuovo sistema difensivo sono enormi: chi non in possesso deve pianificare con molta attenzione i propri movimenti e ponderare con criterio i tempi dell’intervento. La conseguenza? Ritmi molto più lenti. E realistici.

Con meno pressione, adesso, chi ha la palla, può gestirla credibilmente senza troppa ansia. Il portatore, infatti, ha tutti gli strumenti per ‘averla vinta’, se la difesa non si muove compatta, chiudendo spazi e forzando l’avversario all’errore. Tutto questo, finalmente, rende meno necessario il ricorso ai passaggi di prima che, tra l’altro, per quanto ancora effettuabili, sono meno efficaci. Anche perché, premendo il tasto del tackle al momento opportuno, è possibile prodursi in grandi intercettazioni.

Questa rivoluzione, come ovvio, richiede di pagare lo scotto di ripensare quasi completamente il proprio stile di gioco. Fifa 12, insomma, va imparato. Quasi come se fosse un gioco completamente nuovo. Certo, esiste l’opzione per disabilitare il Tactical Defending, ma - oltre a non essere possibile online - si tratterebbe di un impoverimento enorme dell’esperienza di Fifa 12.

Certo: si potrà ancora migliorare, magari rendendo i difensori controllati dalla IA maggiormente ‘consapevoli’, in modo da farli muovere con più coordinazione, rispetto a quelli azionati dall’utente. Si potrà anche rendere i tackle un po’ più ‘sicuri’, visto che oggi, quando si effettua un contrasto, anche con buon tempismo, troppo di rado si entra in completo possesso di palla. E’ vero, spesso in realtà accade proprio così, ma in Fifa si rischia un po’ troppo di colpire la palla, senza mai farla definitivamente nostra, senza riuscire, così, a porre definitivamente fine alle offensive avversarie.

In ogni caso, la strada che EA ha intrapreso è assolutamente quella giusta. Il nuovo Fifa si avvicina – e molto – al calcio vero. Per cui merita tutto l’impegno – e la concentrazione in-game - che richiede.

 
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