Diablo III beta: ritorno a Sanctuary

Diablo III beta: ritorno a Sanctuary

A tre anni dal primo annuncio, abbiamo finalmente ricevuto da Blizzard la preziosa key per la beta di Diablo III. Abbiamo testato in maniera approfondita il codice per offrirvi il resoconto più completo e dettagliato possibile. Questo il diario del nostro ritorno a Tristram dopo oltre dieci anni... (Gli screenshot sparsi nell'articolo provengono dal produttore, quelli inseriti nella gallery che trovate nella prima pagina sono invece realizzati da noi sempre sulla versione PC del gioco).

di pubblicato il nel canale Videogames
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Suoni dall’oltretomba

Passiamo ora ad analizzare la componente sonora. Se la nuova grafica potrebbe inizialmente ingannare l'occhio con uno stile che, come detto, è nettamente cambiato rispetto ai prequel, le background music e gli effetti sonori sortiscono l'effetto esattamente opposto.

Le musiche di Diablo III sono nuove composizioni orchestrate e arrangiate per l'occasione, ma i richiami alle musiche del prequel sono così numerosi (dagli strumenti utilizzati ad intere bgm citate e reinterpretate) che quando inizieremo ad entrare ad entrare nel vivo dell'azione, sarà il nostro orecchio a suggerirci prepotentemente che stiamo giocando al nuovo episodio della storica serie.

Contribuiscono sostanziosamente alla (per certi versi) furba operazione deja-vu la collezione di effetti sonori, che a tutta una serie di nuovi suoni e versi di creature mai incontrate in passato, riprende numerosi suoni già noti al nostro orecchio. Globalmente il risultato è sempre curato, realistico ed efficace, con l'aggiunta un piacevole effetto di familiarità che non guasta per un sequel così lungamente atteso.

Il doppiaggio è invece l'aspetto che ci ha convinto di meno. Precisando che la beta è naturalmente in lingua originale, ci saremmo aspettati una qualità paragonabile a quella del possente doppiaggio di StarCraft II. Invece le voci prestate ai personaggi del nuovo capitolo risultano in alcuni casi troppo manieristiche, poco cinematografiche e qualche volta fuori contesto (una maga che in un frangente drammatico spiega ad un uomo che deve uccidere sua moglie, corrotta da creature malefiche, non può parlare con un tono da teenager che decanta le proprietà di una crema anti brufoli).

Intendiamoci, la qualità generale è molto buona, ma l’impegno profuso dai doppiatori non è omogeno come in StarCraft II. Nel contempo va precisato che un rpg contiene sicuramente un numero molto maggiore di dialoghi rispetto ad un rts. Inoltre in Diablo III sono stati aggiunti numerosi inserti narrativi vocali, un pò alla stregua degli audio log presenti in molti degli ultimi fps, in questo caso ritrovati sotto forma di pergamene o journal degli NPC, che hanno lo scopo di approfondire la trama e fornire nuovi dettagli narrativi.

Confidiamo in una localizzazione italiana che esalti ancor di più del doppiaggio originale questo nuovo capitolo dell'epica saga: se il lavoro verrà affidato allo stesso studio di doppiaggio che ha curato la versione italiana di StarCraft II (in cui militano ugole ben note ai videogiocatori italiani, come Marco Balzarotti) c'è da sperare in una resa memorabile. E lo speriamo vivamente, anche perché il doppiaggio di StarCraft II rappresentava una felice eccezione rispetto alla deriva di scarsa qualità che sembra affliggere le localizzazioni nostrane da qualche anno a questa parte.

 
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