Mortal Kombat: round one...fight!

Mortal Kombat: round one...fight!

Il nostro parere sul nuovo Mortal Kombat, provato nella versione XBox 360. Nuove meccaniche, multiplayer, grafica, modalità di gioco e tutto quanto c'è da sapere sul sempreverde picchiaduro.

di pubblicato il nel canale Videogames
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Fatality! Qualche dettaglio sui combattimenti

Per i più curiosi vediamo anche una carrellata di dettagli su come questo Mortal Kombat si presenta rispetto ai suoi predecessori dal punto di vista dei combattimenti. Prima cosa da sottolineare è il numero di tasti per attaccare è stato ridotto da 6 (tre calci e tre pugni) a 4 (due e due). Rimane la parata attiva, cioè il tastone da premere per bloccare. Sparito invece il tasto per correre, eredità di Mortal Kombat 3, e credo che nessuno ne sentirà la mancanza.

Da Mortal Kombat 3 invece torna il sistema di combo che in questo reboot è stato perfezionato e reso ancor più parte integrante del sistema di gioco: eseguire le combo non è facile (anche perché a differenza di altri giochi i tasti vanno premuti con estrema rapidità, e non aspettando la fine delle animazioni) ma imparare a farle e concatenarle agli altri attacchi è fondamentale per diventare dei veri campioni.

La maggior parte dei personaggi è contraddistinta dalle tipiche mosse speciali dei giochi precedenti: Liu Kang col suo calcio-bicicletta e le palle di fuoco, Kano che lancia coltelli e vola di qua e di là rannicchiato a palla, Reptile coi suoi sputazzi verdi e la sua invisibilità, Scorpion con l’arpione e il teletrasporto eccetera eccetera.

Qualche personaggio ha invece subito restyling sia nel look che nel modo di combattere: è il caso di Ermac, il “ninja rosso” che qui è una sorta di mago-ladro d’anime e usa la telecinesi, o il nero Noob Saibot che in questo gioco si sdoppia lanciando copie di se stesso ovunque. Molte mosse sono state prese pari pari dai giochi precedenti anche nell’esecuzione, per cui i fan di vecchia data di Mortal Kombat potrebbero facilmente riprendere il loro personaggio preferito e scoprire di riuscire a usarlo discretamente senza bisogno di consultare l’elenco in game delle mosse (eccezion fatta ovviamente per le combo, che sono nuove di zecca).

Novità assoluta di questo reboot è la barra del ‘potere’ che si riempie dando e ricevendo mazzate: è divisa in tre step, e una volta riempita permette pian piano di lanciare attacchi ‘potenziati’ (che causano quindi più danno o hanno effetti speciali), di interrompere le combo nemiche con una breaker e infine di effettuare gli X-ray attack, ovvero dei colpi speciali simili alle Ultra di Street Fighter, caratterizzati da animazioni speciali e uniche per ogni personaggio.

Le X-ray si contraddistinguono, come già avevano mostrato i trailer, per la loro violenza e brutalità, e sono per certi versi delle fatality eseguibili prima della fine del combattimento: alcuni personaggi, per dire, lanciano l’avversario in aria e lo fanno piombare a terra spezzandogli l’osso; altri usano armi, come Baraka con le sue lame, per trafiggere il nemico alla gola o negli occhi. Il tutto con una visuale a raggi X che mostra appunto le ossa distrutte dagli attacchi. Come per le ultra di Street Fighter, piazzare una X-ray al momento giusto può significare vincere un match con un unico rapido colpo, mentre sprecarla o usarla al momento sbagliato può risultare deleterio, perché la barra del potere avrebbe potuto essere investita in una combo breaker o in un attacco potenziato.

 
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